*A meno che tu non ti chiami già Felice.
Delle riflessioni dell’ysingrino sulla felicità mi hanno fatto riflettere a mia volta.
La felicità è una sfasamento ormonale.
Siam felici se c’è serotonina in circolo. Quando ne cessa la somministrazione arriva la fase di down, come se il cervello cercasse di riequilibrare lo scompenso. Un po’ come quando sei ciucco e stai bene, fino a quando non subentra il momento in cui ti senti malissimo e devi vomitare anche la coscienza – ammesso che tu ne abbia una – per ripulire il corpo e rimetterlo a posto.
È per tal motivo che bisogna bere responsabilmente: siate responsabili delle vostre chiazze di vomito e non abbandonatele dove capita.
Il problema della felicità è che quindi non è sostenibile. Non la si può mantenere a lungo. Nel momento in cui la si avverte già sta scemando. Non è di certo un bene rifugio sul quale investire: sarà per questo che ho la percezione che in termini di risorse sia più conveniente esser tristi. Viviamo con una perenne eco di sottofondo fatta di brutte notizie come se dovessimo conformarci a esser di malumore. Se uno è felice deve star attento a non renderlo noto perché attirerà l’odio altrui. La felicità rovina forse l’economia?
Stanco di questa ricerca di felicitale (felicità/capitale) esterna, ho deciso di cercarla dentro di me.
Esaurita la dimensione visibile, la cerco a livello subatomico. Sono sicuro che lì, tra un Quark e un Piero Angela, dei Quanti (e Quanti ne sono!) ci sia qualche forza elettromagnetica che muova la felicità. La chiamerò il Felicitone.
Caratteristica del Felicitone di Gintoki è che nel momento in cui lo si osserva si dissolve. Sai che esiste perché ne avverti gli effetti distorsivi ma non riesci a bloccarlo.
Sarà allora questa instabilità nucleare l’origine dell’inquietudine che mi porto dentro.
Eppure, sì, vorrei arrestare il moto di quella particella è rimaner lì a contemplarla per un Quanto basta. E realizzare che non è tutto così effimero.

Immagine presa dal web e che non corrisponde a un vero atomo. Nessun atomo ha subito violenze per questo scatto.