Brutte Strisce #3

Venerdì scorso mi sono svegliato con la convinzione che fosse imminente – questione di poche ore – la ripresa di Game of Thrones. Il pensiero, finché non ho realizzato che mancassero ancora 3 settimane, mi ha tenuto così impegnato da togliermi tempo per fare un qualsiasi sforzo di disegno, così per questa striscia ho dovuto chiedere l’intervento di una comparsa.

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Spero la bruttezza della freddura compensi la scarsità di brutti elementi disegnati da giudicare.


Tutti coloro che non seguono Game of Thrones e che potrebbero sentirsi esclusi da questa striscia o offesi nella loro cultura, voglio che sappiano che non ho nulla contro di loro e, anzi, ho degli amici che non seguono Game of Thrones.


Alla prossima settimana, forse.

Non è che il negozio di animali si pubblicizzi coi conigli per gli acquisti

Quel che mi piace della vita è che anche nelle giornate che scorrono tutte uguali a sé stesse ci sono, nascoste nelle pieghe delle ore che passano, piccoli eventi curiosi.

Durante la pausa pranzo sono uscito dall’ufficio per andare al supermercato all’angolo.
In strada mi son trovato di fronte una ragazza che portava tra le braccia una enorme gabbia. Dentro sembrava ci fosse un cane. Poi ho guardato meglio ed era un coniglio marrone. Enorme e tarchiato.
La ragazza mi ha lanciato un’occhiataccia e non ne ho capito il motivo: il mio sguardo non era fraintendibile, non le stavo guardando le mammelle, puntavo al coniglio. Forse avrà pensato che avessi degli intenti culinari sul suo animale?


Possibile ma poco probabile: qui sembra che il coniglio non sia concepito come ingrediente di un piatto.


Più tardi, in ufficio ho potuto constatare che il mio potere di rompere le cose è sempre attivo ed efficace.


Il mio progetto di trasformarmi nel supereroe (o nel villain, debbo decidere) Deathtouch, l’uomo mascherato che con un tocco distrugge, blocca, incrina, è sempre in piedi. Anzi se qualcuno abile e creativo nel disegno volesse farmi uno schizzo di una tuta gliene sarei grato. Mi piacerebbe fosse blu: vorrei essere un supereroe BluTut.


Sono andato a farmi un caffè alla macchinetta che, fino a quel momento, aveva svolto anche quel giorno il proprio lavoro di trasformatrice di cialde in liquido dalla consistenza e il sapore quasi simile a una ciofeca italiana.


La distinzione è importante: esiste il caffè e la ciofeca, ma una ciofeca italiana è sempre meglio di una ciofeca internazionale.


Ho rabboccato l’acqua, infilato la cialda, posizionato il bicchiere – di vetro perché il caffè in vetro è più buono ma quando lo dico nessuno mi crede – e atteso speranzoso.

Non è uscito nulla.
La macchinetta ha cessato improvvisamente, e ovviamente sotto le mie mani, di produrre caffè.
Com’è naturale, questo ha gettato nell’ansia il resto del personale e se domani il tecnico non porrà presto rimedio immagino mi attirerò altre malevoli opinioni sulla mia attitudine a causare danni seppur io non faccia altro che compiere gli stessi gesti che fanno tutti, soltanto che i miei hanno effetti distruttivi.


Ho saputo da CR che, in mia presenza, dopo l’incidente della maniglia della finestra bloccata, contando sul fatto che non capissi la lingua qualcuna ha commentato stizzita al suon di “Lo sapevo, deve sempre toccare tutto, deve rompere”.

Casomai l’episodio dovesse ripetersi, io approfittando della mia di lingua col sorriso sulle labbra dirò “Tu invece nun m’ scassà o’ kazz”.


Più tardi, terminato il lavoro e uscito dall’ufficio, mentre mi avviavo verso la stazione con la coda dell’occhio ho visto che una donna faceva pisciare il proprio bambino contro la ruota di un’auto.

Un momento: cosa stava facendo?
Mi sono girato a guardare per capire se avessi visto bene, poi ho distolto lo sguardo perché potrebbe essere equivocabile osservare una scena simile.

Alcune domande mi sono frullate in testa:

– Perché per strada? Ci sono bar nei dintorni, negozi.
– Ammesso che i gestori di bar e attività possano far storie per l’uso dei bagni privati pur dinanzi a un bambino – qui in Ungheria con le formalità e le regole sono più rigidi di cadavere in rigor mortis – un angolo di strada più appartato c’era due metri più in là. Perché proprio sulla ruota di un’auto?
– Ma poi l’auto di chi: era della signora? Perché pisciarci sopra e portarsi dietro l’olezzo?


Potranno pure dire che quella dei bimbi è santa, ma la santità puzza lo stesso.


Oppure magari non era neanche la sua auto il che mi lascia ancor più perplesso.


Ma del resto c’è chi ci fa pisciare i cani sulle ruote altrui, quindi perché non un bambino?


Infine sono andato al bar vicino casa.

Dato che non erano neanche le 18 e non riesco a bere a stomaco vuoto così presto – presto per un meridionale: a Londra notai che alle 17 hanno già cenato da un paio d’ore e sono già alla terza pinta – e non volendo dare l’impressione di essere uno che beve sempre e comunque, ho ordinato un tè. L’altra persona con me invece non si è fatta tutti questi problemi e ha preso un bicchiere di vino come è più naturale che sia.

La volta precedente che sono andato in questo posto – che definire bar è riduttivo, è più un “coso” con i tavoli di legno grezzo, l’elenco delle bevande scritto con mano finto malferma (perché deve essere artigianale) su una lavagna e bottiglie vuote riciclate come portacandele, insomma quei posti arredati in una discarica che oggi però sono molto trendy bio – avevo ordinato sempre un tè, big. Mi arrivò un distributore da più di mezzo litro.

Questa volta, memore della volta precedente, ho chiesto la versione small.
Credo fossero almeno 40 cl.

La prossima volta pure alle 10 del mattino chiederò mezzo litro di Tennent’s. Sperando che ce l’abbiano, perché qui bevono dai 4 gradi in giù.


Va detto che però si stanno impratichendo nelle birre artigianali, se si vuol bere più corposo. Sta arrivando anche qui la moda. Perché un altro leitmotiv di quest’epoca insieme al trendy bio recycle km0 è la birra artigianale¹.


¹ Io sono a favore del bio, del km0 e della birra artigianale.
Ma va tenuto conto che
a) Sul bio pochi ne sanno realmente ma molti ci speculano;
b) il km0 va bene ma non sempre e, inoltre, ha una disponibilità limitata. Ad esempio, quanti cavolo di ettari coltivati a pomodoro ci saranno mai a Corbara (SA): è mai possibile che riescano a rifornire ristoranti, pizzerie, botteghe bio in quantità illimitata?;
c) non è che siccome ti fai la birra in cantina non possa venir fuori uno schifo e non è che siccome è uno schifo devi riempirla di altri ingredienti come caffè, caramello, miele, urina dei bimbi che urinano sulle auto altrui.


Ma il taciturno è quando tocca a te il momento di stare in silenzio?

Questa mattina siamo andati a trovare mia zia che affronta la riabilitazione in una clinica dopo un intervento per 3 bypass coronarici. Per la cronaca, tutto bene. Mentre stavamo andando via, arrivano due amici suoi: una ex collega di lavoro che purtroppo conosciamo anche noi e suo marito.

Lui appena arriva esordisce dicendo: mi sto prendendo una seconda laurea.

Non contento ci tiene a raccontare di ciò. Poi lui chiede a mia cugina che cosa stia studiando e comincia a parlare delle sue conoscenze universitarie e offrire il proprio aiuto mettendo in campo queste sue importanti relazioni. Lei, con garbo, rifiuta ma lui insiste nel volersi proporre.

Insoddisfatto dalle conversazioni con la mia consanguinea, attacca bottone con il mio babbo. Si parla di un po’ di cose, poi la moglie cita una conoscenza comune e il marito chiede a mio padre come lo conosca.
Pà: Lavoro al Comune, per questo lo conosco.
Il Signor Seconda Laurea: Ah lavori al Comune? Io sono funzionario al Comune di Napoli.

Nel frattempo la moglie del Signor Seconda Laurea fa a mia madre, indicandomi: però lui è più taciturno rispetto alla cugina, eh?

Ebbene sì, sono silenzioso. Ci sono possono essere 3 motivi per cui io lo sia:

Motivo 1: sono in forte imbarazzo.
Motivo 2: sono interessato ad ascoltare l’altra persona, perché sono un povero idealista che pensa che al mondo ci sia troppa gente che parli e poca gente che ascolti, quindi quando qualcuno ha bisogno di parlare io lo ascolto volentieri, perché mi interessa, perché penso che anche solo essere presenti a volte possa bastare.
Motivo 3: non me ne frega un cazzo di ciò che stia dicendo l’altra persona, anzi, non me ne frega proprio niente dell’altra persona e con la testa sto altrove, forse penso a cosa mangerò più tardi, forse penso al gatto che debbo portare dal veterinario, forse penso agli occhi di quella ragazza a cui vorrei chiedere di uscire (alla ragazza, non ai suoi occhi! Vi immaginate andare a prendere un caffè con un paio di bulbi oculari?! Fa molto Hannibal Lecter), forse penso a come sarebbe bello saltellare sulla Luna trascinando un bastone per disegnare sulla polvere lunare il profilo di un gatto, chiedendomi quanto debba essere grande il disegno perché si veda dai telescopi. Insomma, penso a tutto fuorché alla persona che mi è di fronte e sì, cara moglie di Seconda Laurea, se pensavi che fossi taciturno perché non me ne fregava niente di voi, avevi indovinato.

Poi mi sono ricreduto sulla perspicacia di Moglie, quando, prima di congedarci, stava raccontando di un’amica che si sposa il 24 dicembre.
Io: Ah, ha scelto proprio un giorno comodo! dico per fare una battuta di circostanza.
Lei: No no non hai capito, è proprio scomodo.

Ah.
Balle di fieno che rotolano via.

E quindi poi mi è venuto il terribile sospetto che Moglie sia così stupida da non aver capito che fossi taciturno perché non mi fregava niente di loro.

Devo lavorare di più sul risultare sgradevole alla gente.