Non è che l’amante di soap opera mantenga il Segreto

Ho visto un video del tizio vestito da sciamano/vichingo/bisonte che ieri ha assaltato il Campidoglio. Il simpatico umorista parla di un complotto segreto in basi segrete nel sottosuolo dove vengono condotti esperimenti segreti, come la clonazione umana.

La domanda mi sorge spontanea: se è tutto segreto, che ne sa lui?

Voglio però riconoscergli straordinarie capacità investigative e intellettive e accettare il fatto che sia una persona venuta a portarci la verità.

Il dubbio però quando sento parlare di complotti mi resta: ripeto, se è tutto così segreto, se ci vogliono nascondere la verità, com’è che poi si tratta sempre di informazioni accessibili anche alla mia pianta grassa sul balcone?


E la mia pianta grassa è impedita forte, eh. Cioè senza mancare di rispetto alle piante grasse, per carità.


L’altro giorno stavo seguendo una discussione in fondo a un articolo online che parlava di vaccini. C’era una tizia che parlava, come capita sempre su questi argomenti, di verità che ci vengono nascoste, di informazioni cui ci viene impedito l’accesso, della necessità di farsi una cultura altrove, eccetera. E poi ha linkato un articolo di Wikipedia di contro-informazione.

Ora, va bene tutto, ma:

  • Wikipedia non mi sembra proprio un luogo inaccessibile e celato tipo Ahch-To dove si è ritirato Luke Skywalker con i resti della cultura Jedi.

 

  • Se ci viene impedito l’accesso alla verità perché poi lo trovo su Wikipedia (vedi punto 1)?

 

  • Una cultura altrove devo farmela su Wikipedia, dove potrebbe benissimo andare a scrivere chiunque, compresi “Loro”, quelli che ci nascondono la verità?

 

Si potrebbe obiettare che il modo migliore di nascondere qualcosa è metterlo bene in vista, come ci insegnò Edgar Allan Poe.

Ma io sono giunto a un’altra conclusione.

Una verità sconvolgente.

I teorici delle teorie del complotto sono loro stessi il complotto. Un complotto segreto ordito per farci credere che esista un complotto segreto!

A che scopo? Eh se fosse facile saperlo mica sarebbe un complotto segreto, no?!

Non è che il geologo chiami un ortopedico per studiare una frattura

Una delle cose belle che ti insegna l’Islanda è la relatività del tempo.

Te ne accorgi mentre viaggi per chilometri e chilometri in mezzo al nulla. Ogni tanto qualche fattoria isolata, qualche cavallo capellone, qualche caprone che alza la testa e ti guarda con l’espressione di chi pensa tu abbia proprio un’aria da fesso.

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Acconciature discutibili (foto non mia)

Sembra tutto immobile da millenni. Eppure lì si muovono tutti gli elementi. Acqua, aria, fuoco, terra.

Gli abitanti si aspettano un paio di eruzioni in tempi brevi. Ne parlano come se stessero aspettando uno scroscio di pioggia.

C’è una spaccatura che si allarga di 2 centimetri all’anno e che sta a significare che l’America vuol allontanarsi dall’Europa. O forse è il contrario. O forse è un complotto degli scieanziatei che nottetempo vanno a scavare per perpetuare il grande complotto quando poi ormai lo sanno tutti che la Terra era piatta e poi si è fatta una mastoplastica additiva.

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Una frattura. Ahia chissà che male!

Che poi per viaggiare in mezzo al niente e vivere l’isolamento non c’è bisogno di andar tanto lontano.

Puoi avere la stessa sensazione spostandoti in Basilicata. Una volta Google Maps, che cerca sempre di far sì che tu non ti possa mai annoiare, ha tentato di farmi smarrire in qualche punto imprecisato del Potentino.

Essendo forse programmato per cercare sempre il percorso più breve, oppure sentendosi solo un gran burlone, invece di dirigermi verso una statale mi ha fatto scalare una montagna dove l’unico segno di civiltà era un distributore di benzina abbandonato da 20 anni almeno. La strada sembrava fosse stata vittima di un bombardamento (oltre che e di fenomeni bradisismici).

Ho pensato che se in quel momento l’auto mi avesse abbandonato sarei rimasto lì. Forse mi sarei rifugiato in una grotta e mi sarei dato al brigantaggio per sopravvivere.

Ed è proprio in questi momenti che capisci quanto sia relativo e poco significativo il tempo: perché non ti importa di arrivare prima, sarebbe meglio arrivarci sano e salvo.