I libri di Coelho sono citazionistici: se ne può espungere un pezzo a caso e si otterrà sempre un aforisma valido per ogni occasione. Del resto la tematica è più o meno sempre la stessa: l’impossibile è solo possibile con un altro nome, quando si chiude una porta si apre un portone, l’infelice è solo un felice che non sa come essere felice e via dicendo.
Un libro del summenzionato, dato in pasto a generazioni di giovani donne che vivono con un romanzo a lustro e che lo eleggono a Bibbia personale, è causa di tedio e ambascia per l’umanità un po’ come le citazioni a cazzo di Alda Merini.
Ma tutto ciò io un tempo lo ignoravo. Era molti anni fa, il poo popopo po poo era solo una canzone appena uscita dei White Stripes.
Conobbi una ragazza che mi intrigò. Saranno stati i suoi magnifici occhi marroni pensosi. O forse la sua terza piena. Di silicone.
Non è una illazione. A 18 anni le fu regalato un impianto mammellare nuovo.
Le piaceva Coelho. Io me ne interessai, perché mi piace sempre allargare i miei orizzonti prendendo in considerazione cose che non avevo considerato sino a quel momento.
Dimenticando che se non le considero di proposito forse è perché ce ne sarà un motivo.
E anche per avere un argomento di conversazione.
Le altre opzioni tra i suoi interessi erano la religione wicca e i videogiochi di ruolo online.
Ho sempre avuto un rapporto molto pragmatico con qualsiasi religione, insomma, ognuno crede di essere il migliore, ma cosa fate per essere i migliori?-mi domando. Almeno offritemi qualcosa per convincermi, se mi volete come cliente. Quindi evito sempre l’argomento.
Dei giochi di ruolo online invece mi annoia eliminare 100 volte lo stesso mostro imbecille che si fa uccidere 100 volte senza imparare, per aumentare di livello e…ottenere una beneamata ceppa.
Così mi buttai su Coelho. Una lettura prima di andare a letto bastò per un ebook de L’Alchimista e la sua scrittura elementare (di quinta, direi) era molto scorrevole.
Sfortunatamente, la ragazza non la rividi più.
Il Coelho poi mi fu però utile con un’altra ragazza che conobbi dopo, stesso genere maestri di vita–citazioni a cazzo.
Promisi comunque a me stesso che non mi sarei più interessato a letture che non mi interessavano.
Sfortunatamente (ancora), ci ricascai.
Questa volta toccò a un altro scrittore che o si ama o si odia. Che sa tanto di frase fatta, in realtà ci sono anche scrittori che tu li vedi e sei un po’ così così però alla fine va bene, come quando non c’è nulla di pronto e potendo scegliere tu ordineresti una pizza, ma ti fai andare bene le melenzane grigliate trovate in frigo.
Baricco io invece non riesco a sopportarlo. Non so se è perché trovo il suo modo di scrivere onanistico o perché in realtà non odio lui ma il suo pubblico, fatto dei programmi di Fabio Fazio, dei film di Sorrentino, magari anche un Ligabue e anzi alle volte sono comunista ma non mi sono sempre interessato (cit.).
In ogni caso lo lessi perché piaceva a una mia ex. E avrei dovuto capire che quella era la punta dell’iceberg, fatta di tutte le cose che ho testé citato.
Un paio di anni fa, invece, avvenne un episodio divertente.
Era il 24 dicembre e mi fiondai in libreria per un regalo last minute. Tra libri, dvd, cd, matite colorate di legno, legnetti colorati di matita e colori matitati legnosi, insomma tutte quelle cazzate rubasoldi che vendono nelle librerie, scelsi un libro di Baricco per andare sul sicuro (il solito discorso Leggo un libro all’anno e solo Baricco).
Incrociai un conoscente, trafelato, nervoso e bestemmiante perché stava mettendo insieme anche lui dei regali last minute.
– Regali, eh?
Dissi, sfoderando il mio Capitan Ovvio d’occasione.
Il conoscente rispose scuotendo la testa in segno di sconforto. E con una bestemmia.
– Io ho dovuto comprare un libro di Baricco.
Aggiunsi.
Lui allora mi fissò negli occhi, mi mise una mano sulla spalla e disse:
– Hai avuto un Natale peggiore del mio.