L’imprevedibile virtù dell’essere Higuain (Gintoki dice la sua)

La Numero 10 (nel senso calcistico, inteso come fantasista, leader) dei blogger di WordPress, colpoditacco, mi ha gentilmente ospitato sul suo blog nella rubrica Il vostro calcio.

Credo sia raro che io parli di calcio sul blog, ma è raro che io parli di tante altre cose e, in verità in verità vi dico, di cosa effettivamente io in genere parli non ho ben cognizione ma fa tutto parte della finzione scemica che ho messo in piedi.

In ogni caso, mi sono cimentato in un’analisi sportivo/umana (quindi che forse anche i non addetti ai calcioni potrebbero apprezzare):

Quindici anni fa lessi su un diario al liceo: “Il destino è la strada che separa la rassegnazione dall’ostinazione”. A parlare è Gintoki, che da napoletano ci racconta Higuain. La…

Sorgente: L’imprevedibile virtù dell’essere Higuain (Gintoki dice la sua)

The Gintoki Show – 50 sfumature di micio

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Calcio, arte, musica, divinità…ormai il Gintoki Show spazia a 720 gradi (perché per sicurezza fa due volte il giro) su qualsiasi argomento!

Eppure…qualcosa manca. Un pizzico di sensualità, ecco cosa. Ed è per questo che ho coinvolto la spumeggiante, con-turbante (le sta benissimo il copricapo) m3mango!

G: Ho di recente guardato un video dell’Huffington Post: le 48 cose che le donne si sentono dire (luoghi comuni, frasi sessiste eccetera). Tra queste c’era “Ah, ti interessi di calcio?”: esempio di come ci siano settori ritenuti di appannaggio esclusivo maschile, per i quali una donna che ne parla o è un “caso strano” o deve comunque in qualche modo giustificarsi del proprio interesse o “lottare” per ritagliarsi una nicchia come se dovesse dimostrare qualcosa. Tu cosa ne pensi? Ti sei mai sentita dire “Ma come, parli di sesso?”
M: No, nessuno mi ha mai fatto direttamente questa domanda, ma magari l’hanno solo pensato, non saprei. Sicuro sono stata criticata da qualcuno sull’uso di parole forti, eccessivamente esplicite, o sul fatto che è meglio far immaginare al lettore, piuttosto che descrivere, il ti vedo non ti vedo, come quando guardi i film americani, c’è la telecamera puntata sul lettone e l’immagine sfuma. Ma non era quello che volevo io quando scrivevo.
Tutto ciò ha contribuito a mostrare un’immagine di me molto aggressiva e spregiudicata, cosa che in realtà non credo di essere.
Certo, un po’ ho calcato la mano, ammetto che dire ‘lecca il mio miele’ mi fa orrore, preferisco dire ciucciami il clitoride, non sono mica un’ape!
Volevo in qualche modo contrappormi all’immagine romantica che alcune donne hanno nei confronti del sesso, che il vero amore è quello con la A maiuscola, femmina con maschio, uno a uno, che il porno è roba da perversi, ecc. Tutti concetti che ci inculcano fin da bambini. Come ho cercato di spiegare nelle avvertenze del blog il sesso è qualcosa di meraviglioso, ma arrivi all’età in cui potresti iniziare e spesso non sai nulla. O hai un’idea romantica e aspetti il principe azzurro (tipicamente le ragazze) o hai una versione porno in cui cerchi la sborrata galattica (generalmente i ragazzi), in ogni caso rimani deluso.
Poi io non voglio fare la paladina di alcun che, non penso di essere femminista, sono antisessista e vorrei offrire uno spaccato della sessualità femminile, senza pregiudizi, senza tabù o preconcetti.

G: Da cosa dipende secondo te questo atteggiamento con dei pregiudizi? Mancanza di una sana educazione al sesso, ignoranza o anche forse del timore: pensi che questa immagine che alcuni possono vedere di donna aggressiva sia frutto di una ingiustificata “paura” che incute chi semplicemente si esprime senza nascondersi?
Ps: ho immaginato una versione dei Simpson hardcore in cui domina lo slogan “Ciucciami il clitoride”…
M: Paura non credo. Anzi, mi sono resa conto che c’è la fila degli uomini che vorrebbero essere sottomessi e spesso non hanno il coraggio di chiederlo alle loro compagne.
È pura ignoranza, anzi una semi conoscenza distorta. Da chi vengono educati gli adolescenti? I genitori spesso non ne parlano e si nascondono, la scuola se fa educazione sessuale parla dell’apparato riproduttore e degli anticoncezionali, per carità cose sacrosante, ma ti ritrovi a 15 anni a non sapere da che parte iniziare. La società meno che mai. Vidi un intervento di Erika Lust ad un Ted in cui diceva che lei faceva i porno per educare i ragazzi al sesso e che i suoi film li avrebbe mostrati tranquillamente ai suoi figli. Questo bisognerebbe insegnare: consapevolezza e rispetto, non esiste un limite alla perversione (a parte zoofilia e pedofilia e poco altro), parola che comunque ha valenza negativa, tabù, forse esprime meno un giudizio.

G: Tocchi un tasto particolare. Ad esempio, l’unico “discorso” se vogliamo definirlo tale che ho avuto da Madre è stato “Non portarci a casa nessun guaio, capito?”. Ma per spezzare una lancia o un’arancia in favore dei genitori, forse è difficile per chi proviene da un’altra epoca approcciarsi a certi argomenti. Spetterebbe forse alle generazioni successive che ora sono diventate padri e madri fare un passo avanti. Ma credi sia possibile? Oppure oggi le persone sono messe male ancor peggio di un tempo?
M: Mi auguro fortemente di sì! Anche se è difficile generalizzare. Sicuramente internet aiuta parecchio, almeno sul reperimento di conoscenza, sull’aggregare le persone, sulla condivisione di passioni, interessi, ecc. Hai accesso alle informazioni in maniera completamente diversa da un tempo, a un età che una volta era impensabile. Ma tutto ciò non deve sostituire l’educazione al rispetto e alla consensualità, compiti fondamentali da non demandare al web, ma dovere dei genitori, della scuola e della società. Chissà se qui in Italia siamo pronti? Il dibattito di questi giorni sul family day mi fa tremare, ma io sono pronta e nel mio piccolo ci credo tanto.

G: Alla luce del discorso che stiamo facendo sul mondo virtuale, torniamo sull’obiettivo che ti sei posta per il blog di non offrire un semplice intrattenimento ma di ispirare anche riflessioni e lasciare qualcosa di più profondo: ritieni di averlo raggiunto o credi si possa sempre andare avanti, avere una crescita continua? Mi riallaccio anche al discorso che faceva Zeus sull’evoluzione del blogger: c’è una dimensione a cui tendi?
M: Credo fermamente nel kaizen, il miglioramento continuo giapponese, che studiai anni e anni fa sui banchi di scuola!
A parte gli scherzi, non so proprio se sono minimamente riuscita a comunicare cosa sta sotto i post, non voglio essere troppo didascalica, preferisco che i concetti emergano in modo naturale, e poi il blog da raccolta di brevi testi erotici, si è trasformato anche in altro, per non rischiare di essere ripetitiva.
Ho provato a raccontare di me, a mixare testi scritti da altri con qualcosa di mio, a scrivere pseudo poesie, a recensire. Insomma, mi piace molto sperimentare, sempre in tono un pò scanzonato, senza mai prendermi troppo sul serio.
Trovo molto gratificante la collaborazione con altri blogger, scrivere qualcosa a quattro mani, mettersi in discussione, trovare spunti di riflessione, su cui soffermarsi. Lo chiamano il Web 2.0 alla fine si tratta di persone che condividono e partecipano a progetti comuni.

G: Ah, io mi baso molto sul kaizen, la mia vita procede proprio a kaizen di cane!
Ehm, lasciamo perdere.
L’interazione tra blogger è quindi per te importante. Ricevi anche messaggi del tipo “posta del cuore”, come ricordi nella tua presentazione? Non vogliamo sapere i dettagli, ovviamente, incuriosisce sapere che tipo di pubblico hai radunato intorno a te.
M: Devo dire che ne ho ricevuti parecchi e non solo di uomini! Questo è un grande motivo d’orgoglio: attrarre indistintamente entrambi i sessi.
In generale immagino che tutti siano accomunati dalla curiosità di sapere chi c’è dietro Mango. Una squilibrata oppure una persona pensante? Poi parlando di sesso alcuni ritengono (sbagliando!) che sia matematico che la dia via come un frisbee, ma devo ammettere che non mi dà fastidio, non ho mai trovato gente insistente.

G: Adesso però vogliamo sapere di più: sei una squilibrata o no?!
Scherzo! Ma com’è Mango nella vita reale (cose private escluse, ovviamente)? E per rispondere, ti chiedo di prender parte al gioco che ha fatto uscire di testa gli psichiatri di tutto il mondo: raccontati inserendo in frasi di senso compiuto queste parole: guepiere, cicisbeo, bacheca.
M: Ma tu, Gintoki sei curioso come un gatto cicisbeo!
Non posso fare a meno di citare un post spassoso dell’amico blogger Ali di velluto che immaginava chi potessi mai essere:
“A tutti appariva come un uomo disfatto, la pancia sformata dalle troppe bevute, la tuta sempre più lurida, la barba e i capelli incrostati”. (https://alidivelluto.wordpress.com/2015/12/18/il-post/)
Scherzava, ovviamente! Però in effetti scelsi un nick apparentemente maschile perché mi piaceva l’idea dell’ambiguità. Mi ritrovo però poi Avvocatolo, che fa sempre finta di non ricordarsi se sono uomo o donna.
Per rispondere alla tua domanda: sono una donna in guêpière (!) che non sa gestire gli imprevisti, con un lavoro gratificante, che ha voglia di giocare e divertirsi, ha una passione per i viaggi, che non sopporta le feste comandate, curiosa, senza il senso dell’orientamento, con notevoli problemi di memoria, introversa, ma che prova a mascherare bene, alla mano, che non ama essere messa in bacheca, ma strapazzata (mannaia a te, Gintoki che mi fai dire ‘ste cose zozze!).

G: Non è curiosità, lo faccio solo per il pubblico!


(applausi registrati)


Infatti, sempre a beneficio di chi ci segue: hai degli spunti che vorresti offrire loro su cui riflettere in materia di amore & sesso?
Ho detto spunti non a caso: i consigli siam bravi tutti, ma lo spunto (o lo spuntino se viene fame) è da fini divulgatori!
M: Colgo l’occasione per ringraziarti tanto, gatto Gintoki, perché è davvero una bella domanda la tua. Parlare al tuo meraviglioso pubblico è un onore. Però più che spunto, sul quale mi sento poco preparata, perché ognuno sull’amore & sul sesso deve trovare la propria strada, potrei suggerire di concentrarsi sulle spinte e sugli sputi, il resto verrà a… cascata!

G: Domanda per chiudere: se invece dovessi dare dei consigli in materia di cinema erotico, cosa suggeriresti a un pubblico “vergine” in materia (tra tanti aggettivi quale prendo!) per approcciarsi all’argomento?
M: 
L’elenco è interminabile! Quanti titoli potrei citare? Visto che mi piace fare l’originale ne citerò solo quattro: bellissimi, tutti francesi, molto raffinati, su quattro argomenti che mi stanno a cuore:
Jules e Jim, di François Truffaut (1962), sull’amore a tre
Une liaison pornographique (1999), sull’amore tra sconosciuti, su cui scrissi anche un post (link: https://m3mango.wordpress.com/2015/09/28/une-liaison-pornographique-liberamente-tratto/)
Incontri d’amore con Daniel Auteuil (2005) sullo scambismo
La vita di Adele (2013), sull’amore lesbico
Non posso però non ricordare il mitico Clercks (1994) e la citazione ormai passata alla storia su mister ‘palla di neve’. Dopo di che c’è tutta la filmografia del classico porno all’italiana dagli anni ’80 al duemila… ah, no, scusa tu hai parlato di erotico, allora mi fermo qui :).

Signore e Signori, era la divina m3mango!

The Gintoki Show: un’intervista da dio

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Il fulmine di Zeus nella sigla è interpretato da uno stuntman professionista, quindi don’t try this at home

Siamo giunti alla terza puntata – ebbene sì, qualcuno ha pagato per far proseguire questo show – del Gintoki Show. Potete rivedere le puntate precedenti qui e qui, ma guardatele dopo aver visto questa, perché sennò se andate subito poi rischiate di perdervi questa qui e non trovarla più.

Questa sera, dopo aver ospitato in precedenza un venerabile Faraone e una Venere del calcio, come potevamo far di meglio? Ma ospitando direttamente il Re degli Dei, è ovvio! Gente, ecco Zeus!

G: Per rompere il ghiaccio comincio così: innanzitutto ti ringrazio per aver concesso questa intervista. Immagino che essendo divinità tu sia molto oberato di impegni. Come riesci a conciliare con l’attività sul blog?
Z: Ti ringrazio a te per l’ospitalità e, vista la cortesia, uso un po’ del ghiaccio rotto per l’ambrosia. Hai ambrosia? Se no va bene anche una birra calda.
Per tornare alla tua domanda: ho la fortuna di essere un manager oculato. Truccando le pagliuzze ho sbolognato le rotture più grandi, acqua e inferi, a Poseidone e Ade. A me rimane solo il cielo e il tuono, non proprio un lavoro a tempo pieno.
Rendo breve ciò che è lungo: scrivo sul blog per noia.

G: Ho una Tuborg lasciata al sole, anche se credo tu non intenda ciò per birra calda…
Sono curioso: la noia incrementa la produttività scrittoria, quindi mi dici?…È molto leopardiano. E so quel che dico: di felini me ne intendo!
Z: Io intendevo una Ceres… ah ah ah *matte risate*. Questa mette KO tutto l’Olimpo ogni volta che la dico. Ridono se no li fulmino, ma tant’è.
La noia è uno stimolo potente, anche se non sembra. L’ispirazione è passeggera: che scrive vive del lampo di genio, sfruttando il momento buono fino allo stremo. E si finisce senza parole o idee.
Io no. Scrivo per noia e perciò con la costanza tipica dei Testimoni di Kingu, quelli che bussano al tempio alle 7 di mattina.

G: Questi Testimoni di Kingu mi ricordano qualcuno con la stessa abitudine.
Restando sulla scrittura (un gentile dono agli umani da parte di Prometeo, a proposito, l’hai perdonato per quella storia di averti fregato l’accendino?), ti sei concentrato spesso proprio sull’analisi del modo con cui il blogger vi si approccia. Sono spunti per una semplici riflessione o vogliono anche essere dei semi lanciati affinché germoglino in un qualche cambiamento in ciò che leggi?
Z: Guarda, so con certezza che,a Prometeo, il rimorso sta rodendo il fegato. Spero stia bene, veramente, certe situazioni ti mangiano vivo.
Sì, quando non sparo minchiate o anestetizzo il mondo con la mia musica, cerco di guardare il comportamento dei blogger. Sono una razza strana, interessante. Nuova, se vogliamo. Diversi dal popolo di facebook e, proprio grazie ad internet, possono ambire a più notorietà e influenza… che ne carbura l’ego.
Ecco il perché delle mie sono riflessioni, spesso scoordinate: vorrei è un cambiamento di rotta, un po’ di qualità&contenuti, e anche un pizzico di autoironia, in più.

G: Eppure, nonostante la diversità dal popolo di facebook, come hai fatto notare anche tu in un tuo post, sembra che il blogging a volte assuma connotati molto da social network. La stessa nuova impostazione grafica di WP sembra ricalcare tale dimensione 3.0. Per carità, io poi non me ne intendo, non sono un grafico (infatti in spiaggia non mi capita mai che una ragazza mi veda e si giri esclamando “Però, che grafico quello lì”). Mi piace però lo spirito che hai: sii il cambiamento che vuoi vedere nel blogging.
Z: Sto cercando di portare, nel mio piccolo, un cambiamento… e non vorrei essere scambiato per arrogante per il mio essere il Capo degli Dei. Sono ancora l’umile dio che ha sconfitto i Titani.
Le collaborazioni con il Faraone nei Grandi Antichi e con Cineclan sono la mia idea di nuovo blog/blogger: personale E comunitario. Le idee fluiscono.

G: Le iniziative “open source” sono molto interessanti: oltre a quella col faraone (qua il progetto Grandi Antichi) e quella con cineclan (qui l’inizio della serie), ne hai qualche altra in cantiere o che vorresti realizzare? Mi compiaccio comunque che la battaglia coi Titani non ti abbia dato alla testa. Ma c’è stata invece un’occasione in cui qualcosa invece ti ha dato alla testa (non vale l’alcool)? Quella volta magari che hai saputo che i Tool suonavano vicino e non ci hai capito più nulla dall’esaltazione, per dire?
Z: Al momento, oltre a questi progetti, sto portando avanti alcune iniziative personali (di cui mantengo il riserbo). Altre iniziative da realizzare? Ho già accennato una mia idea a qualcuno (no spoiler adesso), ma per il resto: chi ha idee è libero di contattarmi. Senza andare indietro fino a Ercole (il Chuck Norris dell’epoca), direi che il traguardo è il 13 giugno 2016 all’Arena di Verona: tour di addio dei Black Sabbath. Una cosa da far tremare le vene dei polsi.

G: Parlando di musica e concerti, il più bello cui hai assistito o quello che è stato proprio come un’esperienza mistica (anche se per la presenza di una divinità come te sono tutti mistici! )?
Z: Mi stai chiedendo di scegliere fra i miei figli con i concerti eheh. I concerti di Heaven & Hell e Ozzy Osbourne (o i Rotting Christ) sono stati grandiosi, intensi, li attendevo da anni.
Fra tutti i concerti dei Down che ho visto sceglierei quello del 2008: è stato liberatorio. Mi hanno stupito gli Anaal Nathrakh, un concerto così brutale e così cattivo da essere un calcio nei denti. Incredibile. Un grandissimo concerto, non metal, è stato quello di Bruce Springsteen: 3 ore di esaltazione e rock.

G: Mi rendo conto fosse una scelta molto difficile, ma ne sei uscito alla grande. A proposito proprio invece di calci nei denti e di Chuck Norris, visto che hai trattato a volte l’argomento, se dovessi fare una classifica di film “muscoli e sangue” (categoria che mi sono inventato ora), quale sarebbe la tua lista di preferenza?
Z: Diciamo che sull’Olimpo sono rinomato per dare un colpo alla botte ed uno alla ninfa ahaha. ‘Ste battute fanno tremare quei bifolchi perdenti dei Troiani.
“Lacrime e sangue”? Sarò scontato, ma un Terminator (il primo) mi da sempre gioia, come anche un film di guerra. Se voglio la poesia assoluta dell’ignoranza (detto con rispetto assoluto) i vecchi film anni ’80 di Bruce Willis o Kurt Russell o L’Armata delle Tenebre… o Machete… Troppi da elencare tutti.

G: Sapevo non mi avresti deluso, infatti mi hai piazzato lì un John McClane (il personaggio di Willis) taaac! Beninteso, dimenticherei l’ultimo Die Hard, se sei d’accordo.  A parte Machete, comunque, noto che non sono film recenti. Colgo l’occasione per farti allora questa domanda: ritieni che un certo tipo di cinema, così come anche per un certo tipo di musica, abbia perso qualcosa rispetto al passato? E, connessa a questa domanda butto lì quest’altra: sei  un rocker nostalgico, della serie “Era meglio un tempo” oppure rispetto al nuovo ti poni con interesse e curiosità?
Z: La delusione è un fattore fondamentale sul mio blog (Ysingrinus docet). L’ultimo Die Hard è scarso, perde il confronto con la poesia bolsa e dopata di Voltaren di The Expendables.
Il cinema sta producendo cose buone anche adesso (è innegabile), ma quell’ignoranza degli eighties (con le buone storie connesse) non è replicabile. Il troppo politically-correct sta distruggendo il cinema bruto e d’azione. Adesso, in un film, sentire “vaffanculo John” (detto al capo di Polizia) o altre volgarità assortite è impensabile in un film che non sia comico/demenziale di seconda fascia. Stessa cosa per la musica. Si è persa l’innocenza già negli anni 60/70… ma almeno negli anni passati c’era tanta qualità quanta merdazza fetida. Il rapporto, adesso, pende più per la seconda.
Sono sempre curioso delle nuove uscite, ma se voglio “andare sul sicuro” o l’album “vincente”, prendo un disco del passato.

G: E se dovessi mettere su una super band, chi sceglieresti come componenti tra i musicisti che stimi?…Altra domanda “scomoda”, qualche figlio subirà un torto!
Z: Mi stai chiedendo l’impossibile… fortunatamente sono un Dio.
Provo a fare una formazione standard:
– BATTERIA: Carter Beauford (Dave Matthews Band) / backup: Richard Christy (Death)
– BASSO: Geezer Butler (Black Sabbath) / backup: Steve DiGiorgio (Death To All / Testament / Sadus)
– CHITARRA: Tony Iommi (Black Sabbath) & Dimebag Darrell (ex-Pantera) / Ritchie Blackmore
– VOCE: Phil Anselmo (Down / ex-Pantera)

G: Mondogatta! Che supergruppo. Ancora una volta, impossible is nothing per te.
Ne verrebbe fuori un concerto da sogno…o da incubo per chi non apprezza il genere (blasfemi!) ehehe.
Com’è il tuo rapporto con gli incubi? Ricordo ne hai anche raccontato sul tuo blog…
Z: A parte il defunto Dimebag, sarebbe una lineup atomica. Secondo me molto più da incubo (blasfemissimi). Ma, a noi, l’incubo piace.
Non so se definire i miei sogni sei veri incubi o solo dei sogni inquietanti. C’è un particolare però: me li ricordo spesso e le trame, oh le trame!, sono incredibili. Devo ancora capire come ho fatto a sognare un gerarca nazista morto che veniva giù da una collina su una sedia a rotelle.
In ogni caso, gli incubi che do agli umani sono ben peggio! *ahahaha*

G: Sì ma gli umani in fondo se li meritano. Cioè prendi Poseidone, fu provocato da Ulisse e il minimo che potesse fare è farlo poi vagare 20 anni (che secondo il codice olimpico è la pena minima mi risulta) nel Mediterraneo.
Nei tuoi racconti trasferisci un po’ il contenuto di queste sequenze oniriche notturne? Oppure, quanto ci metti di “vissuto” nella tua fase creativa?
Z: Io avrei fatto venire gli incubi ad Enea… quel codardo è scappato facendo finire presto il mio epic-movie preferito. Speravo in più battaglie ma niente. E, comunque, Poseidone ha il senso dell’umorismo un po’ annacquato.
Nei racconti lunghi non ci metto molto dei sogni/incubi: il masterpiece Capra Diddio è al 90% opera creativa di Lord Baffon II… io mi limito ad aggiungere il 10% e lo scritto, mentre nei Grandi Antichi l’opera è un delirio condiviso fra il sottoscritto e Ysingrinus.
Dove metto qualcosa di “vissuto” – anche se talmente mascherato e distorto da non capirsi – è nei racconti brevi.

G: Enea era proprio un figlio della sua città!
E con questa direi proprio che siamo alle battute finali.
Comunque, vorrei che oltre a quanto già detto in questa intervista ci raccontassi chi è Zeus per chiudere il cerchio (o il quadrato, fai tu). E, visto che l’hanno affrontato anche i tuoi predecessori, tocca anche a te il giochino che vanta il peggior numero di imitazioni. Descriviti inserendo nel testo questi tre elementi: brodo di pollo, Babbo Natale, puritanesimo. Ci sarebbe anche un’altra cosa: ci vorrebbe un bel consiglio musicale non richiesto per i lettori, come la tua famosa rubrica. Il problema è che questa sarebbe una richiesta, quindi ne invaliderebbe il senso! Quindi facciamo che io te lo chiedo, poi dalla regia questa la tagliamo e tu allora dai il consiglio e io dico ma che bella idea!

Z: Enea era proprio un figlio della sua città. Anche se non riconosciuto, vista la tendenza della città ad aprire le porte ad un mirmidone qualunque.
Chi è Zeus? Zeus è IL dio dell’Olimpo, colui che regna e che, al contrario di Babbo Natale, non vi porterà doni o simpatia. Zeus guarda, ghigna (ma non ride) e si incattivisce di fronte alle cose più inutili. Quali? Rinunciare a grigliare il pollo e farne una gustosa mangiata per creare un brodo di pollo sciapo e inconsistente. La peggior bestemmia che si potrebbe immaginare in queste lande antiche; anche se, a dirla tutta, gli antichi greci non erano sostenitori del puritanesimo del New England, quindi la bestemmia non può essere annoverata come tale.
Visto che siamo alle battute finali, mi permetto di far scendere il già magro share che ho in questa intervista e, inoltre, di farti perdere adoranti lettori e seriosi follower: ecco perché un consiglio musicale ci sta sempre bene. Soprattutto se viene ascoltato da cima a fondo.
Voglio andare sul classico e non cercare qualcosa di estemporaneo, perciò ecco a voi… i ROTTING CHRIST – ZE NIGMAR (a quanto si dice è una parola aramaica e potrebbe significare “è finita”. La canzone fa riferimento ad una delle ultime parole di Cristo in croce).

Ma che bella idea…Ach! Mi ero scordato che eravamo in diretta! Ehm, grazie comunque! Signore e Signori, il grande Zeus!

The Gintoki Show: colpoditacco

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Le gambe sono di repertorio e non appartengono all’intervistata, mentre il gatto è una controfigura che uso per le scene pericolose come questa


Sottotitolo: non è che ti scomunichino se parteggi per il “Diavolo”.


Incredibile a dirsi, gli sponsor hanno pagato per una seconda puntata del talk show! E questa sera abbiamo come ospite popodinientemeno che colpoditacco!

G: Dacci una breve presentazione di te, inserendo, però, nella descrizione queste tre parole: fuorigioco, regista, tunnel. Ysingrinus mi perdonerà se con lui sono stato più cattivo!
C: Sono una donna che ama il calcio e sono entrata in questo tunnel grazie a mio padre, che fin da piccola mi portava allo stadio. Per questo ho deciso di aprire un blog dedicato al pallone, ma l’ho aperto soprattutto per far sapere al mondo che anche le donne sanno riconoscere un fuorigioco. Ma vi confesso che il calcio non è la mia unica passione: il cinema si piazza sullo stesso piano. Leonardo DiCaprio è il mio attore preferito e Martin Scorsese è un regista che adoro… è molto meglio di Pirlo 😀

G: Milanista, fan di DiCaprio…ha più probabilità lui di vincere l’Oscar o Mihalovic di finire la stagione?
C: Senza dubbio DiCaprio di vincere l’Oscar… quest’anno non ha rivali. Mihajlovic finirà la stagione ma non porterà a casa premi…

G: Parlando proprio di rivali, che tipo di tifosa sei? Avverti molto “l’ostilità” quando parli di calcio con amici e conoscenti che tifano altre squadre o ti fai scivolare la cosa addosso come un attaccante che scivola in area di rigore?
C: Dipende dai momenti e da chi ho davanti. Mi capita di innervosirmi se sento sciocchezze – e dico sciocchezze perché in fondo sono una lady – ma non è che mi metto a insultare o cose del genere… sono tranquilla di carattere e tendo a farmi scivolare le cose addosso…Sento e mi piace una sana competizione e gli sfottò ci stanno, è anche questo il bello del calcio. Mando e mi arrivano messaggi di prese in giro, è divertente!
Mi urto più quando, per pregiudizio, sento uomini che con arroganza sostengono che le donne, anche quelle che pensano di essere esperte, non capiranno mai il calcio.
Primo, se lo capiscono gli uomini per noi è una passeggiata (questo è sessismo al contrario ma ci sta);
Secondo, ho scritto di calcio per diverso tempo in un giornale e se me lo facevano fare qualcosa ne so;
Terzo, ieri sono uscita con un amico e abbiamo parlato di calcio come fossimo due maschi… ha voluto sapere la mia opinione sul Milan, sulle ultime partite e sul gioco… Sanza nessun pregiudizio. Questo mi capita con diversi amici uomini, ma in giro, nel web aleggia ancora il pregiudizio sessista… le donne non capiscono il fuorigioco, guardano solo i calciatori e tifano solo per la nazionale. Per me due di queste sono errate… chissà quali ?
Non so se sono andata fuori tema, mi sono fatta prendere dalla mano

G: Nel Gintoki Show non esiste tema! Comunque, è un quiz per me? Allora rispondo dicendo che ciò che è vero è che le donne un occhio ai calciatori lo buttano. È per questo che avete problemi col fuorigioco: non è che non lo capite, ma è che, con un occhio soltanto che tra l’altro guarda il calciatore, come fate poi ad accorgervi di un offside! A parte le stupidaggini, il sessismo è difficili da estirpare, ancor più in ambienti fallocentrici come possono essere quelli del calcio. C’è qualche sassolino che ti vuoi togliere? Quella volta che hai fatto rimangiare il pregiudizio a qualcuno o hai dato uno schiaffo morale (non valgono schiaffi fisici!)?
C: Vorrei specificare che non tutti i calciatori sono degni di nota e poi come i guardalinee insegnano si guarda solo il giocatore se è in linea e non la palla che parte. Per quella devi sentire il rumore…Comunque, scemate a parte, lo schiaffo morale l’ho dato al mio ex direttore quando ha visto che facevo le pagine di sport meglio di alcuni miei colleghi uomini, a un mio collega quando gli ho raccontato che intervistando Carlo Mazzone mi ha detto che ero brava…E lo do tutte le volte che vado a pranzo con alcuni miei amici, io unica donna, e parliamo di calcio… magari qui il calcio c’entra poco, mi chiamano per sono di compagnia…

G: No aspetta, non puoi cavartela così. Hai intervistato Sor Carletto? Dicci di più! Mi evochi una nostalgia che non hai idea, infatti sparo subito un’altra richiesta. Hai presente la pagina facebook “Serie A – Operazione Nostalgia“? Ecco, vorrei citassi dei nomi nostalgici che per un motivo o per l’altro ti ricordano qualcosa. Io butto lì un Condor Agostini, 1995 Napoli – Milan 1-0 😀
C:  Sì, l’ho intervistato circa 5 anni fa, ma ahimè solo per telefono. Mi rispose mentre era al mare con la moglie, è stato gentilissimo e disponibile, non come altri giocatori che se la tiravano alla grande… vedi un Materazzi che mi tratto pure male… va bè rischi del mestiere 😀
La tua citazione non è sicuramente fatta a caso… che gatto bricconcello.
Comunque potrei citare Alessandro Calori e il suo gol all’ultimo minuto in Perugia-Juve (io c’ero e la Juve perse lo scudetto), il rigore di Shevchenko contro la Juve nella finale di Champions del 2003, gol di Fabio Grosso nella semifinale mondiale (come non metterlo), Frey, su tutti, quando l’ho incontrato nel 2000. Milan-Juve 1994 la mia prima volta a San Siro; Perugia-Inter 2002 finito 4-1… e quando ricapita… Ecco queste sono le cose che mi son venute in mente senza pensarci troppo.

G: Sono dispettoso, del resto sono un gatto! Calori e la sua ciabattata ignorante nel pantano del Curi sono da antologia del nostalgismo, complimenti. …Materazzi invece come simpatia penso sia secondo solo a Ibrahimovic. Ti piacerebbe incontrare l’umile Zlatan o ti spaventa (a me sì ad esempio)?…Invece parlando di Nazionale, visto che l’hai citata, se tu fossi il Commissario Tecnico di WordPress e dovessi fare la formazione dei blogger, chi convocheresti. E in che ruoli? 😀
C: Il gol di Calori non lo dimenticherò mai… perché non ho mai preso tanta acqua in vita mia (finora) e ho visto il mare a Perugia… sono cose che restano per sempre! Ibra lo incontrerei volentieri, non mi spaventa, al massimo mi manda a quel paese e via… maglio da lui che da un cojone in mezzo al traffico, non che mi capiti di essere insultata alla guida… per essere una donna guido bene e so pure parcheggiare (altro luogo comune sfatato).
Se fossi il c.t. dei blogger, cosa che ho fatto nel calendario degli gnocchi se ricordi bene, ecco la mia formazione:
La Cippy in porta perché è affidabile.
Difesa: Il Pinza, Cix e Cineclan (sono d’esperienza)
Centrocampo: Te e Ivano mediani, La venere degli stracci e Alessialia sulle fasce a spingere.
Attacco a tre: Ysi, Minimalista e Carlo Galli (da sogno e fantasia).
Che dici, si vince?

G: Con quel trio delle meraviglie lì davanti si preannuncia estro e fantasia a volontà che manco il Barça!…Invece è un azzardo affidare a me il pallone: sono un gatto, finirei per nasconderlo sotto al divano o sotto al frigorifero per poi farlo ricomparire per caso quando me ne ricorderò.
Continuando a parlare di blogger, i calendari gnoccheschi hanno riscosso molto successo e in cantiere c’è un’altra iniziativa (Su la maschera!): quando hai esordito su WP  (tra l’altro il blog ha da poco compiuto due anni, auguri!) pensavi già di arrivare a forme di interazione coi lettori o è stato un progetto nato in corso d’opera?
C: Sì un trio meglio di messi-suarez-neymar… il bello è che loro tre non sanno nemmeno chi sono… che spreco di citazioni! No, tu a centrocampo ci stai bene, mi dai l’idea che sei affidabile e calmo, insomma adatto a impostare il gioco, a mettere ordine e a recuperare alacremente i palloni. Oh poi sono il c.t. metto chi voglio 😛
Il successo dei calendari è stato inaspettato (oddio parlo come quelli che diventano famosi. Ora dico anche che resterò me stessa e una ragazza semplice, anche se non lo sono). Comunque tornando ai calendari, non pensavo che ci fosse questa partecipazione… mi avete sorpresa.
Sono contenta di questa interazione con gli altri blogger perché è quello che volevo, diciamo che ci speravo, il mio obiettivo è creare un blog in stile “bar virtuale” dove si parla di calcio ma non solo.
Inoltre ho conosciuto virtualmente persone interessanti…

G: Ok Mister, non discuto! Farò il centromediano metodista!
Parlando di registi, invece, torniamo alla tua seconda passione, cioè il cinema, ma sempre unendola al mondo di Eupalla, come disse Gianni Brera (tra metodismo e Brera in questa domanda finiamo col capirci io, tu e qualcuno che passerà qui per caso): se dovessi girare un film utilizzando dei calciatori, chi sceglieresti? E che film verrebbe fuori? Ad esempio io Totti che ha una comicità innata lo metterei in una commedia…
C: Il fatto che tu conosca Brera mi illumina…Io farei un thriller con un tocco di Miami Vice con Ibra e Balotelli… sai che paura incontrarli insieme…

G: Stavo immaginando le battute clou del film: Cazo guardi e Non capisci niente.
Siamo arrivati all’ultima domanda e voglio che ora tu illumini me: l’abbiamo evitato sino a questo momento ma ora ti tocca fare un pronostico secco: chi è che vince il campionato…inglese (della Serie A non ci importa niente)? Sarà l’anno buono per Wenger o tifi per la favola degli azzurri del Leicester di Ranieri?
C: Nooooooooooo è finitoooo??? Ma la favola di Ranieri tutta la vita… sarebbe anche uno smacco alle mega squadre inglesi spendaccione… inoltre Ranieri, Claudio non Massimo, è un omino simpatico.

G: In realtà anche in questo caso ho mentito: ti chiedo di dire qualcosa per i tuoi lettori, la prima cosa che ti viene in mente. Un augurio, un aforisma, una gufata (sportiva)…Dai!
C: Auguro ai miei lettori (tifosi) di vedere prima di morire la loro squadra vincere una Champions League… perché tra romanisti, juventini, napoletani, laziali… non so se avranno mai questa fortuna… ahahah. Mentre ai lettori, non tifosi, auguro di avere una passione, per qualsiasi altra cosa, tanto grande e coinvolgente come lo è il calcio per un tifoso.

Era colpoditacco!
Un applauso!

The Gintoki Show: intervista coll’ysingrino

gintoki show


Sottotitolo: non è che il Faraone fedele abbia una dieta poco varia perché vuol solo la Faraona.


Ho deciso di inaugurare un talk show virtuale a periodicità casuale e che forse avrà solo questa puntata, dedicato alle interviste.

Il primo ospite è un personaggio che non saprei come introdurre: artista? Creativo? Faraone? Me lo son fatto dire direttamente da lui:

G: Chi è ysingrinus?
Y: «Ysingrinus è un semplice Faraone di periferia come chiunque altro, se solo esistessero altri Faraoni. Un genio misconosciuto che sostiene di essere un genio misconosciuto».

G: Non trovi che nella società odierna ci sia un abuso nell’utilizzo dell’etichetta di genio? Non temi il rischio di venir sottostimato a causa dell’aggettivo ormai così inflazionato?
Y: «C’è ovviamente un’insopportabile inflazione. Il desiderio di ridurre ed etichettare è una piaga della cultura di massa. Credo anche ci sia un desiderio di riconoscimento: ci vuole un genio per riconoscerne un altro. Per questo non accetto tale etichetta, se mi fai un complimento lo fai a me, non lo fai anche a te, un po’ di rispetto ed ordine!
Specifico, anche se non ce ne sarebbe bisogno, che definirsi in qualche modo genio non equivale ad etichettarsi, ovviamente»

G: La critica ragionata alla cultura di massa è un tema che ricorre nei tuoi post, non ultimo ad esempio quello su un noto cantante che si fa chiamare Fedez. Credi che l’esser Faraone di periferia abbia influito sullo sviluppo del tuo spirito osservatore e critico?
Y: «Credo di sí, perché vivendo in periferia ho avuto modo di frequentare ed osservare molte situazioni particolari, da un punto di vista privilegiato, essendo io Faraone. Ho avuto modo di mescolarmi tra la folla e di essere stato punto di riferimento per determinati contesti riconoscibili dalla massa.
Non apprezzo questi fenomeni commerciali perché ingannano e impediscono lo sviluppo della massa, per questo ne parlo molto».

G: Quindi non sei contro la massa a prescindere, ma contro un suo sviluppo amorfo e distorto.
Y: «Nella maniera piú assoluta. Io vivo nella massa, faccio parte della massa. Odio lo sviluppo amorfo e distorto, come lo chiami tu. La massa supporta gli artisti e le menti brillanti, ma se viene educata male, i brillanti e gli artisti faranno piú fatica ad essere riconosciuti e supportati e conseguentemente sarà per loro piú difficile migliorare il mondo»

G: La tua arte veicola quindi messaggi educativi per il pubblico?
Y: «È una domanda semplice che richiede una risposta complessa. Per ora posso dirti che non mi arrogo la volontà di educare, penso però di poter dare un’idea alternativa, sicuramente non visibile ai piú, ma solo a chi può essere interessato a vedere. C’è altro, questo è quello che dico. Non è necessariamente bello o piacevole, ma esiste».

G: Ed Euro Top come la vede, invece?…Qualcuno dice che siate la stessa persona, un alter ego per rappresentare istinti più primordiali!
Y: «Euro Top chiaramente non sono io, non è un mio alter ego. È però il desiderio di rappresentare gli istinti piú bassi, o migliori della vita, quello che spinge Euro Top a fare quello che fa».

G: Quale è il tuo rapporto invece con gli istinti più bassi o migliori della vita?
Y: «Molto sano. Vivo bene con me stesso»

G: Rimanendo in tema: la tua notorietà come artista e blogger credi abbia accresciuto, se mai fosse stato necessario, il tuo sex appeal?
Y: «Questo, mio malgrado, è stato inevitabile»

G: Se serve un aiuto per gestire la situazione….non conosco nessuno. I tuoi fan ti pressano di richieste (non sessuali, intendo. O forse sì)?
Y: «Questo mio corpaccione da Faraone ancora riesce a reggere i ritmi del successo. Vengo subissato sí, ma che vuoi farci? Questa è la fama!»

G: Come una popstar…a tal proposito: come accennavo, hai avuto di recente un dissidio – direi una querelle se io sapessi lo svedese – con Fedez. Ma quale è la musica che ascolta ysingrinus?
Y: «Con Fedez e con gli altri scrausi affabulatori, uso questo termine, anche impropriamente, perché Fedez non possa capire.
Ascolto una vasta gamma musicale che spazia piú o meno ovunque evitando fenomeni hip-hop e la cosiddetta musica “commerciale”. Ma è un argomento molto vasto che andrebbe approfondito in un altro momento»

G: Avremo altri momenti e anche qualche attimo e un secondo. Ultime due domande, le solite che, purtroppo, ti toccano (avverti se toccano troppo perché hanno già un’ordinanza restrittiva): hai progetti per il passato? C’è qualcosa che non vorresti dire al tuo pubblico?
Y: «Solo altre due domande?
Ho ovviamente dei progetti per il passato ed ovviamente, ancor di piú, ho diverse cose che non vorrei dire al mio pubblico!»

G: Fai il misterioso. Comunque ho mentito, c’è un’altra richiesta. Scegli un’immagine che ritieni rappresenti al meglio l’ysingrinus. E argomenta la scelta inserendo queste tre parole – non necessariamente in quest’ordine – nella risposta: carambola, simposio, tetraggine.
Y: «Una bella richiesta. Non esistono immagini fisse, posso dire quelle che mi piacciono di piú e conseguentemente quelle che ritengo a me piú affini. La tetraggine dei paesaggi notturni, come la “richiesta di notturno” che ho pubblicato qualche settimana fa, o il boschetto in bianco e nero piú recente. Mi farebbe piacere poter tenere un simposio sul mondo marino, alieno e no, cui sono strettamente legato, tanto che numerosi miei quadri e foto lo hanno come soggetto. Piú in generale direi che la mia persona si potrebbe descrivere in una carambola di paesaggi notturni o desolatamente diurni, marini e no»

Spettacolare.

Signori, l’unico, vero, originale ysingrinus!

Differenze tra Star Wars e la realtà: lì regnava Palpatine, qui palpatine regnano

L’altroieri una mia amica nell’arco di una sola giornata in giro per strada ha raccolto
– un apprezzamento spinto riguardo il proprio fondoschiena;
– una tastata del suddetto fondoschiena; evidentemente il palpatore avrà ascoltato l’apprezzamento precedente e avrà voluto sincerarsi con mano;
– un apprezzamento spinto riguardo il proprio petto; evidentemente il terzo soggetto avrà visto i primi due in azione e avrà pensato che la mia amica avrebbe cominciato a porsi dei dubbi sulla propria bellezza se tutti gli apprezzamenti si fossero concentrati sul di lei didietro. Il giuovine, dunque, ha pensato di rimediare a un possibile torto concentrandosi sul davanti.

Faccio dell’ironia per non appesantire il post con considerazioni sulla nausea che mi provocano certe cose, anche se da ridere non ve n’è affatto.

Leggendo i vari commenti sotto il post in cui lei esprimeva la propria rabbia, ne ho notati molti in cui le sue amiche rispondevano dicendo “anche a me è successo che…”.

E immagino che anche tra qualche blogger che legge ci sarà chi potrebbe dire che anche a lei è successo che.

Perché succede sempre che.
Succede che molte donne sono vittime di molestie, dove per molestia non ritengo si debba pensare subito a una toccata di culo. A mio modo di vedere è molesto qualunque atteggiamento che invade la nostra bolla privata che ci circonda quando ci troviamo nell’ambiente esterno, quel confine invisibile tra noi e gli estranei, la distanza di sicurezza o chiamatela come volete.

Se sul treno qualcuno ci fissa lo percepiamo come molesto, giustamente. Quindi perché non dovrebbe essere considerato molesto un uomo che nel vagone si piazza giusto davanti una mia amica per fissarla scrutandole l’interno della camicetta?

Eppure si tende a minimizzare, ci sono anche donne che dicono “a me fa piacere se mi guardano o mi fanno un complimento” (io credo andrebbe specificato in che contesto e da parte di chi) e uomini che dicono che “in fondo lo fanno tutte apposta”.

Ad esempio, sono andato a ripescare un video di un cortometraggio che non fa mai male andare a riguardare. Tra i commenti sui siti italiani che lo avevano pubblicato, spiccava questo:

le donne vogliono il potere poi si Lamentano…poi ci sono donne e Donne!Una VERA Donna non indossa i pantaloni, non fuma,non ubriaca,non parla in alta voce e non si comporta da Maschiaccio!!!Io non Sono misogino..ho sempre rispettato le Donne…infatti guardando questo cortometraggio non mi sono sorpreso…Oggi è una cosa comune qui nei paesi Occidentali!!QUI le donne perfino alla santa messa domenicale vanno seminude con pantaloncini corti..!!Vorrei rispondere anche ad xxxxx…LA donna ha sempre provocato l’Uomo…è così sarà fino alla fine della nostra Esistenza..e deve essere così.”PERò”!!Le donne di Oggi non sanno Provocare…pensano che la provocazione sta per mostrare il LORO corpo..girovagando nei centri commerciali con pantaloncini corti con magliettina stretta tutta scollata..!!!CI SONO BEN ALTRI MODI PER PROVOCARE L’UOMO…che ora non sto qui ad elencarmi!!

Al di là dell’abuso di punti esclamativi, che sono una costante del linguaggio social, così come le k lo erano in quello da sms, e delle violenze alla sintassi, costui non fa altro che esprimere concetti che sento ripetere molto spesso da molte persone.

Tra parentesi, se per assurdo volessimo ascoltare un secondo questi illuminati pensatori e le loro tesi sulle provocazioni, la mia amica cui toccano il sedere anche se mette gonne lunghe cosa dovrebbe allora fare: chiudersi in casa e non uscire più?

La signora indossa capi di lino. Ma come: mette vestiti di un maschio?

In allegato: consigli per essere perfetti conversatori

Puntata II della telenovela Io e la mia Pdc (vedasi post precedente).

Innanzitutto ringrazio l’artista trascendentale ysingrinus e il suo tutorial per la postura digitale, che mi ha aiutato ad assumere un’aria di autorevole saccenza.

Come avevo avuto modo di intuire dalle mail e dalla telefonata, PdC è molto esperta nella conversazione ampollosa e retorica, una tecnica in cui mi sto impratichendo anche se il mio scopo non è essere uno specialista ma un duttile giocoliere di qualsiasi tipo di conversazione, da quella con le ricche e aristocratiche signore PdC a quella col black blogger che minchia frate stai tranzollo perché cioè dobbiamo spaccare tutto perché cioè wordpress.

Consiglio I – Occorre elasticità mentale e flessibilità linguistica.

Amabili e ampollose conversazioni nel secolo decimonono

Per raggiungere PdC percorro una stradina immersa in tantissimo verde, arrivo in un residence presidiato da un custode che non ti lascia passare se prima, come fosse un perfetto maggiordomo, non ha provveduto ad annunciarti. Le megaville dei residenti all’interno del residence sono cinte da muri in mattoni rossi, alte siepi e/o alberi che creano delle bolle di verde in modo che nessuno possa vedere nel giardino dell’altro. Così si risolve l’annoso problema del confronto con l’erba del vicino: non c’è che dire, i ricchi ne sanno una più del diavolo.

A proposito di erba, mentre conversavamo io e Pdc un giardiniere era all’opera nella villa di fianco. Quando il rumore del tosaerba è cessato, Pdc ha tirato un sospiro di sollievo:
“Ah, finalmente. Sa, qui siamo abituati al canto degli uccellini tutto il giorno e quindi al minimo rumore uno pensa oddio ma che succede! Ah ah ah ah (risata finta)”.

Consiglio II – La risata finta è sempre un buono strumento, ma va usata con parsimonia e attenzione. Altrimenti si rischia di essere come quei pessimi comici che mentre recitano il loro sketch ridono da soli alle proprie battute per invogliare il pubblico alla risata.

Andiamo con ordine: all’ingresso nella villa sono stato accolto da questa donna dall’età intorno ai 55 anni, dai lunghi capelli d’argento, il fisico asciutto e vestita interamente di lino bianco: era la signora PdC in persona. Ho avuto l’impressione di ritrovarmi di fronte l’adepta di una setta parareligiosa. Non so perché ma i membri di una setta li immagino sempre magri, con la pelle liscia, vestiti di lino bianco.

Come dicevo, PdC è esperta della conversazione ampollosa e retorica:  una persona così per esprimere un concetto userà locuzioni articolate e complesse che impiegheranno il quintuplo del tempo normale.

Ma tutto ciò che mi ha detto era sintetizzabile semplicemente così: loro non vogliono esporsi a problemi fiscali o legali, vogliono un contratto ma non sanno da chi farlo scrivere perché il famoso avvocato che l’ha fatto a titolo di favore non è reperibile. Mi ha chiesto se avessi io contatti di fiducia, ho negato categoricamente.

Ho evitato di riportare parola per parola la conversazione perché avrei bisogno di fare altre tre puntate di questo post, dato che anche io mi ero adeguato ricorrendo alle locuzioni articolate.

Consiglio III – Sintonizzatevi sul registro linguistico dell’interlocutore, ma non copiatelo: siate simmetrici, siete artisti della conversazione, non scimmiottatori.

Così, per spiegare che io sarei anche pronto a fare le valigie e togliere le tende perché non voglio restare a certe condizioni, ho usato queste parole (non invento nulla, mi sono espresso proprio così):
Ecco, avevo premura di far presente a lei e la sua famiglia che onde evitare di porvi in uno stato di disagio con la reiterazione di pagamenti monitorabili ma non legalmente giustificabili, nel caso non si giungesse a una soluzione che sanasse la situazione mi dichiaro pronto a congedarmi in via anticipata.

Abbiamo concluso che parlerà con Marito sia riguardo il poter giungere a stilare un nuovo contratto sia riguardo quest’ultima cosa e mi farà sapere.

Detto ciò, si è concessa una decina di minuti a delle chiacchiere generiche. È buona norma, tra conversatori, dedicare infatti un po’ di attenzione alla chiacchiera generica. Dovendo evitare argomenti che possano creare conflitti o urtare la sensibilità, come politica, religione e via dicendo, in genere si discorre del tempo, ad esempio. Altro argomento molto in voga è “la situazione italiana odierna”. Che non va specificata aggiungendo chissà quale altro commento, basta buttare lì la frase e qualsiasi persona troverà qualcosa da dire al riguardo, sulle opportunità per i giovani, sulla ricerca, sulla burocrazia…ci sarà sempre qualcosa da dire sulla “situazione italiana”. Essendo PdC maestra della conversazione formale, mi ha anticipato e ha tentato tre volte di introdurre l’argomento accennando alla “situazione italiana”. Io non ho raccolto l’invito né la prima né la seconda volta e non mi sono agganciato al discorso. Ho atteso la terza per dar modo di far capire che non era lei a introdurre la chiacchiera generica, ma ero io che decidevo quando sarebbe stato il momento.

Consiglio IV – Abbiate sempre pronta la chiacchiera generica e non fatevela soffiare.

In conclusione, in trasferta su un campo difficile e con un avversario ostico non ho concluso granché riguardo la mia situazione abitativa (se non il far presente che sarei orientato ad andarmene al più presto) ma riguardo la conversazione ampollosa e retorica ho riportato un bel pareggio a reti inviolate.

Il mio mito resta comunque costui e spero un giorno di poter raggiungere tali vette artistiche.

Mood Music-ma-è-una-carica-di-elefanti-o-viene-dal-tuo-stereo Tag

La poliedrica ladykhorakhane mi ha nominato in questo gioco, il Mood Music Tag. In che consiste? Non l’ho ben capito quindi faccio copia-incolla e spero poi di indovinare bene le regole:

– Per partecipare devi essere stato taggato almeno una volta.
– Scegli almeno 5 tracce musicali (o più) che rispecchino alcune emozioni o stati d’animo al positivo.
– Tagga almeno 5 blogger (o anche di più ) e avvisali di averli taggati.
– Cita il mio blog all’interno del tuo articolo con link diretto o esteso: GHB Memories https://ghbmemories.wordpress.com, scrivendo che l’idea è partita da qui.
– Se vuoi spiega anche brevemente perché hai scelto alcune tracce piuttosto che altre.

Quindi senza indugio, senza tema e senza senso provvedo subito all’elenco delle canzoni, che sono più di 5 perché non sapevo quali scegliere.

1) Bon Jovi – Bad Name

Avevo 9-10 anni e un walkman con la radio incorporata, col quale mi ammazzavo di musica dalle varie emittenti radiofoniche. Questa canzone, pur essendo degli anni ’80, è un classicone e mi capitava spesso di ascoltarla. Mi metteva sempre una bella carica addosso. Non capivo nulla di ciò che diceva, infatti io canticchiavo “iuli-o-ohh, benny benny” (you give love a bad name).

2) Nirvana – Lounge act


C’è un momento nella vita di un adolescente in cui tocca passare ai Nirvana. Ecco, io per ricordare quei momenti dovrei mettere tutto Nevermind perché è l’intero album un simbolo dei ricordi, ma se devo pensare a momenti positivi penso a Lounge Act e al basso di Krist Novoselic: ricordo mettevo in loop l’intro per sentirlo fino allo sfinimento. Poi andavo in giro facendo con la voce tun-tututun tutututu tutu tutu-tun imitando il basso e a volte anche i miei amici facevano tun-tututun tutututu tutu tutu-tun quando uscivamo insieme il sabato sera, a volte eravamo in 3, a volte in 5, a volte in numero variabile ma sempre maschi senza donne e forse era perché facevamo troppi tun-tututun tutututu tutu tutu-tun difatti quando poi ho smesso le donne sono arrivate. Quindi la conclusione è che forse alla donna non piace l’uomo-basso.

3) The Rembrandts – I’ll be there for you

Mi chiedo sempre quanti ricordino gruppo e titolo della canzone e non la conoscano semplicemente come “la sigla di Friends”. Ebbene, in termini di positività, non posso fare altro che citare questa come la mia allegria assoluta, per ciò che identificava: sognavo un divano e un bar e un gruppo di amici eterni adolescenti, per me rappresentava l’ideale della felicità raccolta direttamente dalla pianta, confezionata e venduta in bustine da 10 grammi da fumare. Ah no, forse quella è un’altra cosa. Piccola chicca, dato che io sono un canticchiatore professionista tanto da aver suonato al conservatorio (ma non mi hanno mai aperto), la canzone era da me storpiata in “Il bidet for youuuu”.

4) Moi Dix Mois – Monophobia

Per la maggior parte delle persone credo che questa musica sia una trashata e basta, inascoltabile. Io invece presi una fissa per il visual kei, ancora oggi mi interesso un po’ (ci sono gruppi come i Dir En Grey che sono cazzutissimi e musicisti molto versatili e abili). Questa canzone mi ricorda la Micia. Lei per un periodo scriveva su un forum firmandosi Monophobia. Ah, i forum! Un tempo ero frequentatore assiduo.
Alla Micia piacevano il visual kei e il goth loli e il cosplay. Andammo anche a un Lucca Comics dove Lei partecipò alla sfilata Lolita. Ci ho messo un bel po’ a poter arrivare a considerare certi ricordi con un sorriso e non con dolore per la mancanza. Ecco, quindi visto che sorrido, oggi nella lista pubblico del visual kei, ripensando a un amore. O forse all’Amore.

5) Ska-p – Intifada

Ancora indietro con gli anni, tra i 18 e i 20, in cui il mio impegno politico (o più correttamente il mio presunto impegno politico) consisteva nell’ascoltare canzoni di protesta e urlare slogan alle manifestazioni. Un vero rivoluzionario, non c’è che dire, un Che Gattara de’ noantri. Peccato non ci fosse facebook, già mi vedevo altrimenti a pubblicare link: condividi! sveglia! resisti! ribellati! È così che si cambia il mondo. Come dite? Da quando avevo 20 anni non è poi cambiato? E mica posso far tutto io, scusate!

6) White Stripes – Seven Nation Army

Sì lo so cosa pensate. Mondiali del 2006, poo popopo po poo. Sbagliato. Io ascoltavo i White Stripes prima che diventassero famosi e conoscevo questa canzone da quando uscì, cioè nel 2003. Mi rendo conto di aver detto la classica frase dello stereotipo indie, ma è così. La ricordo perché fu la prima canzone che imparai a fare sulla chitarra (non è che ci voglia molto) e anche una delle poche che imparai prima di appendere le corde al chiodo. E sì, poi mettiamoci anche il 2006 perché fu un’estate divertente, anche se per me un po’ meno perché passai il periodo dei Mondiali chiuso in casa a causa della mononucleosi.

7) NIN – Copy of

Questa mi ricorda la primavera scorsa, per la precisione il Primavera Sound e un pogo spettacolare sui NIN, fatto partire da noi 4 scalmanati, mentre intorno c’era gente tutta composta e ingessata: ma si può? Li abbiamo fatti sgombrare a forza di pogo, attirando altre bestie da concerto. Quel festival è stato fantastico, Barcelona con la giusta compagnia una bella esperienza, tra serate alcoliche, figure di merda e tanta musica. E i panini del Cafe Viena poi sono un orgasmo culinario.

Ecco, ora dovrei nominare altri blogger: ma dato che questa cosa sta facendo il giro già da qualche giorno e tra quelli che conosco vedo già nomine e contronomine, facciamo che cedo a tutti coloro che vogliono un numero illimitato di biglietti con scritto “valevole per una nomina per il Mood Music-ma-è-una-carica-di-elefanti-o-viene-dal-tuo-stereo Tag” utilizzabile da oggi sino al 31 maggio 2015 (le promozioni mica son per sempre!).

Bidet for you!

Liebster Kitten Award

Innanzitutto ringrazio On Rainy Days e Maximwalker per avermi nominato (e non invano) come miglior gatto da compagnia emergente (al di sopra dell’Equatore) di questo mese.

E tu m’hai svegliato per dirmi ‘sta cats-ata?

Salterei preamboli, cappelli introduttivi e capitomboli e andrei subito a rispondere alle domande.

Perché hai aperto un blog?
Perché chiudere un blog altrui pareva brutto. Quindi ho aperto un blog mio nel 2006 per avere possibilità di chiuderlo, solo che poi l’attività ha iniziato a ingranare e ora mi pare brutto chiuderlo, quindi sto pensando di aprire un altro blog da chiudere poi successivamente.

Ci parli un po’ delle tue passioni?
No.
Scherzo, sì.
Mi piace leggere (le etichette al supermercato), andare a passeggio senza meta (sarei un pessimo rugbista), visitare i musei (anche se quando mi vedono auscultarne le pareti con uno stetofonendoscopio chiamano la sicurezza), viaggiare sia fisicamente che con la fantasia (quest’ultimo caso quando non ci sono soldi), guardare film.

Quanto pensi che i commenti e le interazioni siano utili per un blogger e in che modo?
Commentare, interagire sono modi per creare una comunanza d’interessi, per dire “Ehi, anch’io!”. Almeno per la tipologia di blog che ho impostato io e per i blog di altri che leggo. Siamo persone diverse, con attività diverse e vite diverse: ma ci riscopriamo in quel “Ehi, anch’io!”.
Quindi in base al numero di “Ehi, anch’io” si può decidere di creare una propria setta, nel mio caso ambisco, come ho accennato in passato, a creare un movimento per l’instaurazione di una Gattocrazia.

Di cosa parli nel blog?
Faccio prima a dire ciò di cui non ho parlato: perché poi credo nel blog di aver attraversato (senza neanche guardare se sopraggiungessero auto) vari argomenti, uscendone sempre indenne o al massimo con qualche ciuffo di peli in meno. Ecco, mi rammarico di non aver parlato mai di giroscopi o di sincrotroni e nemmeno di ricette di cucina a base di insetti, il che è frustrante perché rende questo blog ancora abbastanza incompleto.

Hai creato un rapporto di amicizia con altri blogger? Vi siete mai conosciuti personalmente?
Loro mi lasciano una ciotola con l’acqua e i croccantini fuori la porta e quando si allontanano io arrivo. Però a volte mi fermo anche a giochicchiare coi gomitoli oppure mi metto a pancia all’aria fingendo di far la lotta.

Come immagini il tuo blog tra due anni? Vorresti vederlo crescere/cambiare e in che modo?
Tra due anni questo blog sarà quotato in borsa e anche in borsetta (nel portafogli no perché non entra), quindi diventerà una S.p.a. con tanto di bagni termali, cioè toilettes con gabinetti e bidet funzionanti ad acqua sulfurea a 80°.

La cosa che sai fare meglio?
Domande di riserva? Ah, ecco: mi riesce bene svicolare dalle domande. Il tempo di girarti e -puff- sparisco.

Quanto tempo dedichi al tuo blog?
Se fosse un lavoro direi una prestazione autonoma occasionale e continuativa.

Come nascono i tuoi post?
Ah, sapevo che sarebbe arrivata questa domanda, prima o poi. Eh, la curiosità. Ok, nascono così: li porta la cicogna e me li fa trovare sotto un cavolo.

La trascurabile importanza del condividere

Ho appreso che fosse cominciato Sanremo aprendo la home di Facebook. Non è per fare finto snobismo che affermo che non lo sapessi. È ovvio che sono a conoscenza del fatto che ci sia in televisione questo momento aggregatore nazionalpopolare che è una via di mezzo tra il giorno della marmotta negli Stati Uniti e il discorso della Regina Elisabetta nel Regno Unito. Non ero a conoscenza dell’inizio effettivo e l’ho scoperto dagli aggiornamenti dei miei contatti su Fb, divisi, nell’ordine, in:
– commenti sul Festival di Sanremo
– commenti su quanto faccia schifo il Festival di Sanremo
– commenti sprezzanti su quelli che dicono quanto faccia schifo il Festival di Sanremo
– commenti di quelli che dicono di non guardare il Festival di Sanremo
– tette, culi, frasi retoriche e ridondanti sull’amore, link che vorrebbero essere spiritosi ma avevano già smesso di far ridere quando furono creati, rivelazioni a caso su complotti in corso del NWO e tanto altro da parte dei più irriducibili che ci tengono a seguire una linea editoriale costante.

Ormai quando piove corro a verificare su Facebook per esserne certo, perché la finestra potrebbe ingannarmi.  Io sto scherzando, ovviamente, ma ho come l’impressione che per alcune persone il vero risieda nel condiviso.

Coincidenza, ieri sera sono andato a vedere Birdman (O l’imprevedibile virtù dell’ignoranza). Due parole: finalmente credo di aver visto un film che (probabilmente) vincerà l’Oscar e che mi piace. Accadde anche col Signore degli Anelli, ma lì è scontato, come avrebbe fatto a non piacere?!

Ci sono due cose che mi eccitano in senso artistico: il cinema quando parla di cinema (penso a tal proposito di essere uno dei pochi estimatori di Holy Motors) e il piano sequenza. Nel film ci sono entrambe le cose, anche se l’ultima è posticcia: nel senso, le scene sono in piano sequenza, fuse insieme per poi dare l’impressione che tutta la pellicola sia interamente un piano sequenza.

C’è un passaggio significativo – tra i tanti – in tutto il film, o meglio, in realtà più che un passaggio è una sottotrama che viene a galla nei momenti salienti: la notorietà e l’essere qualcuno. Riggan Thomson (Michael Keaton) è un uomo vecchio. Odia i blogger, Twitter, non ha una pagina Facebook, non compare su Youtube (come la figlia, con la quale è in pieno conflitto generazionale – cliché sul quale non mi soffermerei – gli urla contro): in poche parole non esiste (tra l’altro, “non esisto” è la battuta che dice il personaggio che R. T. interpreta a teatro nella rappresentazione basata su What we talk about when we talk about love di Raymond Carver). I suoi sforzi di costruirsi una identità artistica sono vani, basti pensare che il picco di fama che raggiunge lo deve a una passeggiata in mutande in Times Square, il cui video raggiunge centinaia di migliaia di visualizzazioni in rete. Non svelo il finale, ma il gesto sul palco, oltre a essere l’azione di un uomo preda dei propri deliri schizoidi, è anche la risposta definitiva al pubblico: se è ciò che bramate, ve lo darò.

Illuminante il commento dell’arcigna e severa critica teatrale di fronte allo sfogo del povero Riggan: “Voi non siete attori, siete celebrità”.

Sono uscito dal multisala (a proposito, vorrei esprimere tutto il mio odio per i multisala: supermercati dell’intrattenimento, dove sono costretto a condividere la fila con coloro che sgomitano per l’ultimo film di Siani, il quale non mi ha mai fatto ridere così come non mi fanno ridere gli odierni comici by Zelig, Colorado, Made in Sud e compagnia, contornato da una puzza di pop corn acido e dal rumore delle mascelle di quelli che li mangiano durante la proiezione) riflettendo sulla schiavitù numerica della condivisione e sul rapporto che hanno la fama e la notorietà coi contenuti, un rapporto che vede questi ultimi a mio avviso – ahimé – spesso soccombere.

Ho in passato pubblicizzato la mini serie Black Mirror: l’episodio che mi ha inquietato di più, perché è quello che percepisco come più icastico, è The Waldo Moment. Invito a vedere tutta la serie (sono sei episodi + uno special uscito due mesi fa) ma in particolare questo qui che, pur essendo qualitativamente inferiore agli altri, lascia riflettere sulle dinamiche che si creano tra opinione pubblica e la realtà che si replica e diffonde in rete.

 

Ferie per Chiusi

Sembra che sia d’uopo annunciare quando il blogger si assenta per vacanze dal proprio blog, quindi farò anche io altrettanto.

Il 15 agosto parto col Polacco per Bruxelles, tre giorni a tutta birra (!!) per poi prendere il treno, destinazione Parigi, dove un nostro amico ci ospiterà un paio di giorni. Una cosa molto barbona e magari anche un po’ couchsurfing.

L’11, però, io parto per conto mio in treno verso l’ubertosa provincia senese per un viaggetto molto low cost. Starò a Chiusi sino al 14. Lì ho intenzione di noleggiare una mtb per andarmene un po’ a zonzo nei dintorni. Ho già raccontato in qualche post che sono fatto così, amo ogni tanto prendermi pause solitarie in cui andare in giro per conto mio. Mi aiuta a riflettere e a ricaricare le batterie.

Ho parlato di questa cosa a un campione di riferimento abbastanza vario: cioè, R. (amica), A. (amico), CdL (colleghi di lavoro). Ho avuto feedback diversi.
Partiamo da R.. Un giorno dovrò dedicarle un post intero perché è un personaggio veramente particolare. Come descriverla in due parole? Allora, fa parte della schiera delle amiche ubriacone, è una di quelle donne che quando ha i picchi di esaurimento comincia a fare cose su cose su cose, poi avendo amicizie sparse un po’ ovunque ogni tanto prende uno zaino e se ne va un w/e di qua e uno di là, ha un bagaglio di storie incasinate finite a bicchieri in faccia…Questo per sommi capi. E io le voglio un sacco bene.
Il suo feedback:
– “Bello! Fai bene! Io una volta me ne sono andata su un’isola sperduta in mezzo a un lago, se vuoi ti dico dove!”

Passiamo ad A., grande amico. È un tipo un po’ casereccio e pure casa e chiesa. Lui è stato subito pragmatico:
– “Fai bene, ci sono belle cose da vedere. E poi lì si mangia molto bene“.

Infine, i CdL, che, con facce tra lo stupito e lo scioccato, hanno esclamato:
– “Ma veramente? Ma come mai? Ma perché?”
Manco se stessi partendo per il Nepal. Ecco, se un giorno andrò mai in Nepal, spero di avere ancora i loro contatti per comunicarglielo e scoprirne le reazioni.

Detto tutto ciò, vi lascio con alcune interessanti perle che ho trovato nelle statistiche di accesso al mio blog. Questi sono i termini di ricerca tramite i quali qualche internauta è arrivato su questo lido. Non chiedetemi cosa c’entrino con me perché giuro che lo ignoro.

sedili water con aerei incorporati
E pensare che da bambino mi limitavo a sognare il lettino a forma di shuttle. Io me lo immagino questo qui invece con un Boeing 747 incastrato nel bagno. Il Guttalax ti mette le aaaaali!

cremina per scalpellare il pene
Perché usare una cremina, prendi direttamente martello e scalpello. Me lo vedo il novello Michelangelo che, terminato il lavoro, guarda ed esclama “Perché non parli?”.

materia religione e condotta fanno media punteggio per graduatorie d’istituto e di circolo docenti 2014/17
Ok, questa è una domanda seria. Ma come diavolo ci è finita qui?!

nuvola nera figa
Augh! Grande Capo Nuvola Nera dire sì: è figa.

il piu bel di dietro statua
Quel che si dice avere un sedere di marmo.

cerca visione di donne nude in grembiule
Questo vuole una visione. Non so, prova con la mescalina, ma non garantisco sulla bontà delle visioni. Se appare Giuliano Ferrara che balla in costume da bagno, fatti tuoi.

La sezione ginecologica

che fica
Dove?!

una figa che viene
per una che viene, c’è una figa che va

figa di donna
È sempre meglio precisare, non sia mai Google proponesse immagini di una figa di uomo.

tubetto lubrificante nella figa
Lo stai usando nel modo sbagliato. Devi prenderne il contenuto, non l’intero contenitore!

palo nella fica
Il tubetto si è rivelato insoddisfacente. Ma vie di mezzo, niente?

I conflitti:
figa rasata
fica rasata
donne con la figa rasata
solo fica con peli
Decidetevi.

Saluti!

Gintoki
timthumb

Se parli di me, io ti bloggo

Ho di recente superato il traguardo dei 300 followers. Un numero importante, che mi mette addosso anche una certa pressione e ansia da prestazione: riuscirò a soddisfarli tutti o no?

Ho pensato, per sfoltire un po’ il numero di lettori, quale trovata migliore di un bel post in cui mi rendo antipatico? No, scherzo. Ma ho constatato che nella mia liste di categorie sociali non ho ancora analizzato quella più rilevante: il blogger. Pertanto, eccoci qui.

Premessa: le categorie, come tutti i miei scritti, sono frutto di ironiche estremizzazioni e non aderenti esattamente alla realtà, quindi non riferite a nessuna persona specifica.
Nessun blogger è stato maltrattato per la produzione di questo post e per i test e gli esperimenti sono stati usati solo blogger i cui corpi sono stati volontariamente donati alla scienza.
Per eventuali reclami, l’URB (Ufficio per le Relazioni con i Blogger) è aperto il 31 settembre, il 31 novembre e il 30 febbraio. Munirsi di numero. Le blogger carine e intelligenti dovranno lasciarlo, invece.

I blogger (questi sconosciuti)

Casa Vianello – Ovvero, la blogger (ma spesso è anche un maschio) che racconta la propria vita tra le mura domestiche, tra sveglie a orari impossibili, gatti che vomitano sui tappeti, coniugi con strane fisime e pranzi bruciati nel forno. La vita è sempre movimentata da assurdi contrattempi ed esilaranti scenette, come in una sit-com. Nei periodi di maggiore frustrazione e soprattutto se ci sono figli in casa può tramutarsi in una Casalinga disperata, che troverà nel blog l’unico momento di relax, dopo una giornata passata ad ascoltare i capricci dei figli, le lamentele dell’insegnante e, dulcis in fundo, i capricci e le lamentele del marito.

Bridget Jones – La sua domanda esistenziale è: “Solo a me capitano gli uomini sbagliati?”. Nel proprio blog racconta le disavventure sentimentali di cui è costantemente vittima a causa di incontri sfortunati. In genere i suoi uomini rientrano in una di queste specie:
– è bello ma noioso, a cena non fa altro che parlare di quando ha vinto il torneo di calcetto condominiale segnando il gol decisivo in finale e della crescita dell’azienda di spurghi & clisteri che dirige;
– è carino e simpatico ma una frana a letto;
– è bravo a letto ma ha i modi garbati di un Neanderthal, terminata la prestazione la caccia via con un calcio, un rutto e una bestemmia (ai più abili riesce di bestemmiare ruttando);
– è bello e bravo ma poi si scopre che è uno che cercava soltanto un’amante (perché ovviamente non aveva detto di essere sposato).

Fabio Volo – Il nome dice tutto. Poeta (secondo lui) e seduttore (sempre secondo lui), ci racconta di quando ha incontrato lei e l’ha conquistata dicendole “Io sono un uomo. Tu sei una donna” e così via tra ovvietà e aforismi che fanno presa sul pubblico femminile e anche su quello maschile, che lo identifica come maestro di saggezza e ne assimila le perle.

L’Enigmista – Sottotitolo: “Ma che minchia dice?”. È quello che scrive post criptici, ermetici e oscuri, narrando di “Squarci che liberano la pressione costretta lasciando a terra le nostre velleità…” mentre chi legge penserà “Wow, che bello”. In realtà sta descrivendo di quando ha forato con la bicicletta ed è rimasto a piedi.*

Il confuso – Quello che non sa perché mai abbia aperto un blog, perché mai continui a scriverci e perché mai non si decida a chiuderlo. Ogni tanto pone questa domanda anche ai lettori, che dovranno rispondere “nooo, non smettere” perché sennò fa brutto.

Una fashion blogger

La fashion blogger – La mutazione genetica frutto degli scarti della società moderna sversati nella blogosfera, il Godzilla emerso da acque di colonia radioattive. Ogni giorno c’è una donna che si sveglia e all’improvviso decide che lei dovrà fare tendenza e orientare la moda della stagione (come altre centinaia di migliaia di proprie simili: quante mode escono all’anno, quindi?). Il primo passo dopo il risveglio è l’invasione: facebook, twitter, instagram, pinterest, tumblr, le piattaforme sulle quali sbarca con lo stesso impeto delle truppe Alleate in Normandia. La sua giornata tipo inizia su Instagram, dove pubblica la foto della colazione su un tavolino con vista mare, perché lei non è come i comuni mortali che a casa si fanno un caffè e due fette biscottate, no, lei prende cappuccino (con la cremina e il cacao che formano un cuore), ciambelle e torta, che viene da chiedersi a quanto abbia la glicemia se ogni giorno comincia così. Il dubbio è che vada in realtà a importunare le persone al bar e a fotografare le colazioni altrui. Ci sono poi due scuole di pensiero per ciò che concerne i vestiti da indossare, pardon, per l’outfit: la foto di tutto l’armamentario disposto con cura sul letto e la foto di lei con i vestiti addosso davanti allo specchio. La data dello scisma tra queste due chiese non è ben precisa. Le fotografie sono molto importanti, purché fatte con stile, cioè basta che ci sia una smorfia. Parafrasando Lo Stato Sociale:
Sono così fashion che devo comunque fare una smorfia quando mi fotografo e se non faccio una smorfia allora faccio la smorfia come se non mi accorgessi che mi sto fotografando.
Ogni anno molti fashion blog muoiono di morte naturale per consunzione dell’autrice, nell’indifferenza generale.

La cavia da laboratorio – Una fashion blogger che ha seguito un percorso evolutivo diverso, magari per povertà; convinta del messianico compito di portare luce nel mondo del make up, è la tester per eccellenza di prodotti cosmetici e altre sostanze sconosciute da recensire sul proprio blog. Vista la propria indigenza perenne, si nutre o di campioncini gratuiti che raccatta stando tutto il giorno su internet o di prodotti che scrocc…fa acquistare alle amiche.

Benedetta Parodi – Così come sembra ci sia più gente che scrive che gente che legge libri, ci son più blog di ricette di piatti che di gente che ne mangia. Il mondo dei blog di cucina è lo youporn del cibo, una volta entrati in questa dimensione se ne diventa dipendenti, ci si perde in mezzo a tutti i generi, vegan, slow, bio, fusion, asian, sembrano etichette di video porno invece sono categorie di ricette. La blogger in cucina è la pornografa della tavola, ti mostra piatti che credi di poter replicare anche tu a casa: povero illuso, perché non verranno mai uguali.

Adam Kadmon – È parente di Quello delle verità nascoste che agisce sui social, a volte è la stessa persona. Anche lui si sente investito del ruolo – conferito non si sa da chi – di portatore di luce nelle coscienze ottenebrate degli esseri umani. Il suo blog vi darà la vaga impressione di entrare in un negozietto cinese Tutto a 1 euro, dove non ne uscirete se prima non vi sarete fatti convincere da qualcosa. Non usa mai lo stesso colore consecutivamente per sottolineare una frase chiave, perché non sia mai che cali l’attenzione del lettore. Tutto ciò che racconta è INCREDIBILE, SCANDALOSO e VERGOGNOSO, questi tre aggettivi sono necessari per la certificazione D.o.c. (delirio occulto complottista). La tattica di approccio col lettore è aggressiva come quella di un venditore di Folletto col cliente: se non compri la merce, sei un povero fesso che si lascia sfuggire l’occasione.

Amélie – Quella che si piace e si compiace della propria stramberia, di essere uscita di casa con i calzini di colori diversi, di aver comprato un paio di scarpe Lelly Kelly e di amare abbinamenti alimentari inusuali che sarebbero classificati dalla CIA come armi chimiche. Tutte cose di cui poi racconterà nei propri post. Ama scattare foto artistiche di altalene appese agli alberi e biciclette appoggiate ai muri. Attenzione: lei in realtà non ama affatto la fotografia, ma ama sé stessa che scatta le foto. Sempre con la testa fra le nuvole e i piedi nelle pozzanghere, perché dovrà poi raccontare sul blog di essersi schizzata i jeans, può avere diversi sviluppi evolutivi una volta adulta, da una Casa Vianello a una perenne incazzata col mondo, ma talune si bloccano a questo stadio di eterna pupa e non sfarfallano. Ne esistono anche versioni maschili che a volte sconfinano nel nerdismo, dove nei casi più gravi dalla crisalide si può assistere allo sviluppo di un tremendo Sheldon Cooper.

Sheldon Cooper – Il saccente nerdone che conosce tutto e il contrario di tutto, o almeno ne è convinto. Odia l’umanità con la quale purtroppo è costretto a relazionarsi e, a differenza della Amélie, pur essendo uno stramboide non è conscio di esserlo, al contrario sono gli altri a risultargli anormali mentre lui si piace e si compiace della propria presunta “normalità”. Può essere una creatura placida e tranquilla, ma è anche in grado di scatenare i propri peggiori istinti quando vede toccate le proprie passioni, potrebbe invocare la pena di morte per chi ha sbagliato la pronuncia di un nome di Game of Thrones, tanto per dirne una.**

Poi ce ne sarebbero tante altre ancora, c’è l’Ulisse, quello che è sempre in viaggio e regala ai lettori reportage fantastici che però gli attirano tante bestemmie per invidia, c’è lo Scrooge che ha sempre qualcosa da lamentarsi e ce l’ha con tutti, c’è la neomamma che fa tenerezza anche se sente la necessità di raccontare con orgoglio della produzione intestinale del proprio figlio, c’è quello che scrive guide su qualsiasi cosa, anche su come si scrive una guida su un blog, c’è il Marchese de Sade e la Lady Godiva coi loro blog a luci rosse, c’è il poeta maledetto/cimiteriale…e poi c’è quello che sfotte gli altri perché non sa che altro scrivere!

* Faccio outing: I did it.
** Secondo outing: mentre ne scrivevo, mi sono accorto di riconoscermi in parte. Però non chiedo la pena di morte, anche perché sono il primo ad avere un problema coi nomi e poi in GOT ce ne sono troppi. ” A morteee!”.

Dopo questo articolo ti senti:
=) Felice
=( Triste
>=( Arrabbiato
=D Segnati le ossa che ora vengo a mischiartele