Non è che in Argentina si scansino perché “Evita” per loro è importante

Ho un amico che ultimamente sembra non parlarmi più.


“Sembra” è un modo per dire che non mi parla ma non so se non mi parli per caso o per desiderio.


 

Non mi scrive, non mi cerca, se ne va ai concerti da solo. Potrei aver fatto qualcosa e in effetti sto facendo qualcosa in questo periodo, ma non capisco in che modo questo qualcosa possa influire su di lui e sul suo comportamento.

Potrei chiedere chiarimenti. Purtroppo chiarire è una delle cose che mi mette più a disagio in questo mondo. Seconda solo a quando busso alla porta di un bagno e nessuno risponde e poi entro e dentro c’è qualcuno intento a mingere.


Tra parentesi dovrebbe sentirsi lui a disagio ma chissà perché il disagio lo provo io. Il che mi induce a pensare che ci siano persone che non rispondono alla bussata proprio per mettere a disagio il prossimo.


Non sono bravo in questi frangenti.


Chiedere chiarimenti, intendo.


Allora taccio, mi eclisso, mi raccolgo nella mia propria intimità perché penso che se qualcuno vuol evitarmi io poco posso farci.

È la soluzione più comoda assumere un comportamento simile ed evitare il confronto. Io evito. Sempre.

Evito le persone per strada. Mi scanso assumendo pose matrixiane. Anche perché molti ormai non sanno più come si passeggia. Fissano il cellulare, parlano con qualcuno senza guardare avanti, guidano i passeggini come se fossero dei panzer tedeschi che invadono la Francia. Oggi una signora mi è passata sul piede col passeggino, mi ha chiesto scusa ritraendolo indietro e ripassandomi sul piede. Così, perché non aveva altro da fare.

Evito il traffico stradale introducendomi in vie laterali e infilandomi in giri tortuosi che mi fanno allungare il percorso. Vuoi mettere però l’aver evitato lo star fermo imbottigliato?

Evito autostrade e superstrade se posso percorrere una via piacevole da guidare. Ultimamente però il navigatore mi ha una volta portato in una zona che neanche i peggiori bar di Caracas e in un’altra mi ha condotto in una selva oscura. C’erano anche tre bestie ad aspettarmi. O forse erano degli abitanti autoctoni.

Evito di telefonare se posso scrivere.

Evito i farmaci se posso risolvere con un tè+miele+propoli+goccio di alcool. Evito questa brodaglia se posso riempirmi di paracetamolo.

Evito di toccare qualsiasi cosa una volta tornato a casa se prima non ho lavato le mani.

Evito di proseguire questo post.

I tossici ammirano estasiati i buchi dell’asfalto delle nostre strade

Il cielo grigio di oggi è un’effusione delle tue strade, consumate da sole, piogge e pneumatici. Le lastre di ghiaccio, in attesa del sale che le sciolga, si estendono fuori dal mio petto. Combatteremo questa mia freddezza comprando una stufa alimentata con il pellet del Lidl.

Approfitteremo delle occasioni sul volantino per frugare nel cestone delle offerte. Guarda questi calzini di cotone sintetico esausto a 2 euro al chilo, come ti starebbero bene.
I centri commerciali di provincia mi incutono timore. Eppur di notte tra autostrade e statali mi oriento con le loro luci, a guisa di un marinaio con le stelle.

Ho difficoltà a mantenere una via, figuriamoci scegliere un percorso.
Ho camminato ubriaco in equilibrio su un muretto. Ho centrato da sobrio una buca con la ruota.

Ci sentiremo abbandonati dall’Anas e smetteremo di inginocchiarci alle colonnine SOS aspettando che piangano per gridare al miracolo. Immote come Madonne, coi reggiseni a punta come Madonna.

Ma-donne?

Una è sparita nei corridoi di una metropolitana sconosciuta, una si è venduta al freddo.
Una ha perso le illusioni insieme ai vestiti scivolati via, una è rimasta appoggiata a un muro dopo tre birre.
Una si è persa nella propria confusione senza una bussola, una si è ascoltata due volte e si è ri-sentita una volta per tutte.
Una dopo le tre birre è andata a curare i disturbi gastrointermentali all’estero con il terzomondismo e i locali jazz, una è uscita dalla finestra di confusione per rientrarvi dalla porta sul retro, scordandosi fuori le pillole di saggezza per smetter di vivere la sofferenza. Una riflette e si riflette nell’iride speranza di un telefono, una è al telefono con una foglia speranza di lattuga.

Con un mese di anticipo, addio voi 2014. Buon duemilaquidditch come direbbero a Hogwarts.