Orgasmo.
Che strana parola. Sembra una patologia. Oddio ho l’orgasmo!
Oppure potrebbe essere il termine per indicare una reazione corporea tipo il vomito: Bleah, adesso sento che orgasmo.
L’orgasmo è una cosa che invidio molto nelle donne.
Questa roba ad esempio di poter continuare anche dopo non è mica giusta. La natura ha invece detto agli uomini una volta fatto vi fermate un turno ai box prima di poter riprendere. Ma perché?
L’altra cosa che trovo meravigliosa nelle donne è la varietà.
Non ho conoscenza diretta di orgasmi maschili altrui – né credo di voler approfondire – ma mi sento di dire che, grossomodo, per gli uomini sia sempre più o meno la stessa roba. Al massimo può variare l’intensità, passando da effetto “confezione dello shampoo vuota che viene spremuta e fa piiifff” alla sensazione geyser islandese.
Per le donne c’è un campionario più ampio, almeno per quanto ho visto nella mia modestissima esperienza.
Sottolineo modestissima non per essere paraculo, ma è perché davvero non vorrei millantare chissà quale esperienza o prodigiose arti amatorie.
C’è l’orgasmo normale. Poco da aggiungere.
C’è l’orgasmo Trenitalia: pensavi non arrivasse più e invece.
C’è l’orgasmo con le lacrime. Lascio a sessuologi e medici le dissertazioni sul perché ci si commuova o pianga. A me piace ricordare le parole di un’amica, invece, con la quale parlavo della cosa e mi disse «Tientele strette quelle lacrime, valgono più di tante parole».
C’è l’orgasmo epilettico: convulsioni e occhi girati all’indietro che manco l’Esorcista.
C’è l’orgasmo marino: arriva a ondate e c’è sempre quell’ultima ondata che ti sorprende perché non pensavi arrivasse.
C’è l’orgasmo comizio: lungo e non sai quando finisce.
C’è l’orgasmo Muhammad Ali: stende lasciando stramazzate senza energie.
E sicuramente me ne sono persi altri ancora.
Insomma, io non posso che rimanere semplicemente affascinato da tutto ciò.
Mi sento dichiaratamente orgasmosessuale. Ne sono attratto e mi piace vederli. Al punto che, per quanto mi riguarda, il discorso che riguarda il lato mio del piacere può diventare del tutto relativo. Perché, per prima cosa, devo ammirare, vedere, conoscere, questa cosa che ogni volta mi fa un effetto che mi fa restare estasiato.
Però a me la parola continua a far ridere.