Non è che un batterista ci sappia fare in cucina solo perché è bravo coi piatti

Oggi vorrei parlare un po’ di cucina, dato che mi ci sto dedicando in questi giorni. Probabilmente i piatti che presento già li conoscerete e certo non ho la pretesa di fornire insegnamenti, è giusto per scambiarsi magari anche qualche parere e consiglio.

Prima di cucinare in genere mi preparo a livello fisico e mentale. Per cominciare, corro su e giù per le scale per fare una bella sudata ed espellere le tossine dal corpo. Mi consulto poi con il mio Consiglio di Amministrazione:

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Infine mi aspergo con una soluzione di succo di limone e bicarbonato, che anche se la cosiddetta “scienza ufficiale” non ce lo dicono io invece ve lo dico.

Fatta queste operazioni, sono pronto per proporre delikatessen come queste:

ARIA FRITTA
L’aria è fritta è un piatto semplice e veloce, utile quando si vuole qualcosa di gustoso e pratico. Va detto che io spesso sono un po’ pigro e l’aria fritta me la prendo già bella e fatta da qualche programma televisivo di dibattito&opinione. L’altro giorno però me la sono preparata io, è bastato:
– Un abbondante discorso vacuo e fumoso
– Tutta farina del mio sacco
– Olio per friggere, di solito prendo quello dei capelli di Mickey Rourke
Gettare il discorso nella farina e poi nell’olio bollente. Mio piccolo segreto, faccio una doppia frittura: dopo una prima scottata nell’olio bollente tolgo e poi ributto dentro, in questo modo la panatura dell’aria viene bella croccante.

CARPACCIO DI FICA
Un piatto tenero e delicato che però necessita di alcune attenzioni.
1) La fica dev’essere bella fresca appena colta.
2) Prima di consumarla, dato che è un piatto crudo, va abbattuta. Quindi consiglio di raccontarle delle cose noiosissime, tipo di quel record di trofei che avete fatto alla PlayStation, della cervicale di vostra zia, dei calciatori sconosciuti degli anni ’90 eccetera.
3) A questo punto potete fare la fica a fettine sottili e condirla con due cucchiai d’olio, del succo di limone e, se gradite, del pepe verde. Oppure del pepe rosso. Oppure del pepe nero. Oppure del pepe bianco. Oppure tutti insieme per ricreare la bandiera del Kenya.

RISVOLTINI PRIMAVERA
Qui è questione di gusti, io preferisco il risvoltino di jeans perché il rotolino è bello spesso, c’è chi invece preferisce il risvoltino di cotone o stoffa, più leggero e sottile. In ogni caso, l’importante è il ripieno del risvoltino:
– un po’ di raccapriccio e inestetismo tagliati a listarelle e saltati in padella
– unite la carne di polpaccio tagliata fine
– aggiungete dei germogli di mortacci soia
Riempite il risvoltino e friggetelo. Per dargli più sapore lascio un po’ la gamba ancora dentro il pantalone.

GRIGLIATA DI COGLIONI
Qui sono gusti per quanto riguarda il taglio: in genere a me i coglioni piace farmeli a fette belle grosse. Per farlo vado a leggere i commenti online alle notizie, garantisco che vengono delle belle fette di coglioni spesse che poi butto sulla brace con un po’ di rosmarino. La cottura è questione di gusti, anche se secondo me dev’essere fatta rigorosamente al sangue, quindi sgozzo personalmente un hater.

FREGNACCE DOLCI AL CIOCCOLATO
Questa è una variante delle fregnacce alla sabinese, un tipico primo dell’alto Lazio (fatto vero): queste che propongo sono invece uno sfizioso fine pasto o snack per la merenda.
Per le fregnacce mi rifornisco anche qui in televisione e le butto nell’olio bollente: quando si fanno croccanti e formano sulla superficie delle bolle, le tolgo e le asciugo nella carta igienica per asciugare un po’ il retrogusto di stronzate. Mentre si raffreddano faccio sciogliere il cioccolato con qualche frase carina. Una volta che è bello fuso per me, lo cospargo sulle fregnacce.

Buon appetito!

Non è che ti serva un trapano per far un buco nell’acqua

Sono giornate convulse e di convulsioni giornaliere qui alla Spurghi&Clisteri dove lavoro. Dopo aver fatto Questo&Quello ora devo anche reinventarmi in falegname/elettricista/manutentore, giacché gli altri non possono farlo: sono stati infatti segnalati casi di gomiti che fanno contatto col piede oltre che di violenti attacchi di culopeso.

Il culopeso è una sindrome da non sottovalutare: all’improvviso senza segnali di avvertimento le terga si fanno pesanti e anche alzarsi per rispondere al citofono può risultare difficile, stancante, di grande dispendio energetico.

– Se iniziate a procrastinare gli impegni, anche quelli di rilevanza personale;
– Se iniziate a chiedere agli altri di prendervi qualcosa, perché “tu sei più vicino”;
– Se iniziate a diventare abili come Lebron James nei tiri da 3 punti pur di non alzarvi e arrivare alla pattumiera;
– Se non cambiate canale perché il telecomando è lontano e preferite sorbirvi Barbara d’Urso;

allora è probabile che soffriate di culopeso.


A chi si chiede che lavoro io faccia mai per ritrovarmi coinvolto in mansioni varie anche non conformi al mio profilo contrattuale rispondo che non lo so neanche io più: giacché fin dal primo giorno nella S&C summenzionata mi è parso chiaro che si andasse avanti all’insegna dell’improvvisazione quotidiana e del dadaismo.


Per aiutarci o per complicarci la vita nella sistemazione degli ambienti è giunta in soccorso da noi anche un’esperta e nell’allestimento di aria fritta e nella scienza della fuffa da interni. Costei, ascrivibile al genere M.I.L.F. (Magistrale Improvvisata Leziosa Fuffologa), mi ha subito inquadrato come colui che avrebbe fatto al caso suo. Io cercavo di farmi i cacchi miei fingendo di strapparmi pellicine dai pollici con grande realismo e vero sanguinamento, ma la mia propensione a mettere poi il becco dappertutto per fare il saccente mi si è ritorta contro. Dopo una mia osservazione su un’angolo a 90° la M.I.L.F. si è rivolta a me al suon “Ok parlo con te che mi pare di capire te ne intenda” e, senza manco chiedere, mi ha intimato “Ascolta, là mi devi montare e qui mi devi trapanare”.

Al che io ho acconsentito giacché non è da me rifiutare richieste così perentorie; a dire il vero mi sono però sentito un po’ in imbarazzo e in ansia perché ho sì trapanato in vita mia ma non so se la mia esperienza possa esser ciò che faccia al caso di una tal navigata fuffologa. Mi seccherebbe deludere le sue aspettative.

È un duro lavoro ma qualcuno deve pur farlo, però.

Comunque mi sono licenziato. Ciò non mi darà l’esonero dalle operazioni di montaggio&trapanamento per la signora, ma la mia fuoriuscita è stata accolta dall’alto con un “Ah beh comunque abbiamo intenzione di chiudere i rubinetti giù da voi”.

Spero non intendesse dire che mi toccherà fare pure l’idraulico prima del mio ultimo giorno di lavoro!