Ogni esponente di una generazione pensa che quelli della successiva vivano in condizioni migliori. Certo, se come i nonni si è vissuti la guerra, hai una carta bella pesante da giocarti. “Eh, la guerra” e tutti zitti.
Certo, viviamo nel più lungo periodo di pace che la storia ricordi. Certo, oggi non moriamo di tisi e non ci curiamo con i salassi e le sanguisughe. Certo, oggi posso aprire Youtube e guardare un tizio che spiega come diventare miliardario.
Così generoso da condividerlo con noi. Io invece mi ritirerei a vita privata lontano da tutto, forse è per questo che non sono miliardario: non me lo merito.
Il problema è che tutte queste cose sono esterne all’individuo. Di interiorità e salute mentale di una generazione non se ne parla quasi mai.
Io, ad esempio, non so se vorrei avere 20 anni di meno ed essere un adolescente di oggi. Due anni tra DAD, non DAD e Sugar DAD credo avrebbero compromesso il mio equilibrio mentale. E credo stiano mettendo a dura prova quello dei ragazzi di oggi.
Anche senza pandemia non credo che le cose sarebbero migliori. Chat di genitori e registro elettronico sono due cose che sono contento di non aver mai vissuto. In particolar modo il registro elettronico è ai miei occhi uno strumento del male. È assolutamente giusto che si possa essere informati e ci sia un controllo e sulle attività svolte e sul rendimento, eliminando (credo) assenze ingiustificate e cattivo studio, ma a mio avviso toglie anche responsabilità e senso dell’organizzazione allo studente. Ne ho presi di 4 a scuola e a casa non lo dicevo mai: non è un vanto, però mi adoperavo per recuperare (e lo facevo), in autonomia e senza pressione, riorganizzando il mio lavoro di studio.
Mi immagino invece nel mondo di oggi: in tempo reale il mio 4 che viene notificato tramite app a mia madre, che mi aspetta a casa per rimproverarmi, per poi riferire il tutto a mio padre quando ritorna a casa, che mi rimprovererà ed entrambi mi metteranno sotto sorveglianza affinché io studi per recuperare, dandomi loro una scadenza entro la quale farmi interrogare, trasformando lo studio in un momento performativo e nient’altro, con conseguenti aumenti di stress.
Qualcuno troverà che sia giusto così, non discuto. Credo che però controllo e sorveglianza costanti non preparino alla vita ma semplicemente a essere entità robotiche.
La DAD potrebbe avere un effetto positivo: io avrei pagato per non vedere dal vivo i miei compagni di classe, alcuni di loro sono stati la probabile causa di una serie di complessi ed esaurimenti che mi sono trascinato per diversi anni dopo la fine della scuola. E oggi forse riuscirei a colmare qualche lacuna grazie a internet.
Per il resto, sono d’accordo che oggi ci siano troppe rotture di scatole per uno studente e non so se queste aiutino a ottenere risultati migliori come si pensa…
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Ah beh questo sì, io mi concentravo sull’aspetto didattico, ma il non vedere dal vivo e aver a che fare con certi individui è un vantaggio indubbio.
O forse sempre uno svantaggio? Magari le brutte esperienze ci hanno formato, chissà
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Nel mio caso, mi hanno deformato 😂
In linea di massima, ha senso studiare in presenza per imparare ad avere a che fare con gli altri esseri umani, ma se la lotteria di formazione della classe ti dà solo gente con cui non hai affinità e gente sgradevole, è un problema pure quello 😅
Forse dovrebbero considerare di fare anche test psicologici per stabilire classi con individui che abbiano un po’ di affinità reciproche.
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Per ora la mia Little pare sana di mente… o dici che quando apre e chiude la porta di casa dieci volte prima di uscire dovrei preoccuparmi?
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Nah, magari è solo distratta e mentre sta uscendo si ricorda di aver dimenticato qualcosa 😀
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