Non è che devi differenziare i “No” perché sono dei rifiuti

Di cose non richieste.

Ho sempre avuto delle difficoltà con l’esternare il mio sentimento di gentile rifiuto. Capita di dire di no anche quando si tratta di una cosa che viene offerta. Non si tratta di fare il sostenuto o non dare una soddisfazione all’altro ma semplicemente di appellarsi al presupposto di partenza che, se si tratta di un’offerta e non un obbligo, io non devo sentirmi vincolato ad accettare perché sennò l’altro la prende a male.

In questo mia zia era era abilissima a crearti sensi di colpa.

Tu le andavi a far visita, giusto per il piacere di farlo, e lei cominciava a volerti offrire qualunque cosa, anche un cinghiale al ragù all’ora del tè perché dovevi per forza prendere qualcosa, anche se avevi lo stomaco chiuso o se i dolci alla crema lontano dai pasti ti facevano imboccare dritto la via della grande tazza bianca. Tu rifiutavi una volta, rifiutavi due, al terzo rifiuto ti rispondeva con “Allora vaffanculo non ti do proprio niente”.

Ecco, se ho questo rapporto complicato con quelli che sono doni, figuriamoci con che sentimenti io possa reagire quando si tratta di cose che proprio non vorrei vedere o sentire.

Ad esempio la Signora Non Disturbo 2 che sulle scale ci tiene a mostrarmi i testicoli del suo cane, perché ce ne è uno che si trova all’interno dell’addome. Non so se ero più a disagio io o il cane che non sembrava contento di vedersi alzare in aria e sballottare il pipino davanti uno sconosciuto.

Non lo avevo chiesto.

Oppure la guardia all’ingresso al lavoro, che è il tipo di persona – ne avevo già parlato, è sempre il tipo che ci tiene a farti sapere gli effetti che ha il ventilatore sul suo intestino – che quando ti attacca a parlare va avanti anche se tu stai uscendo, seguendoti fuori e sulle scale per continuare il discorso. L’altro ieri ci ha tenuto a dirmi che, zona arancione o no, lui e la sua amica particolare – cito testualmente – continueranno a vedersi. Perché lui ha un’amica particolare, mi ha precisato ancora un altro paio di volte.

Non lo avevo chiesto.

Ci sono poi onori non richiesti.

Ero andato dai Carabinieri per presentare una denuncia, visto che qualcuno mi ha, con molta simpatia, aperto un pacco lasciatomi dal corriere portandosi via la sim che conteneva – anche il corriere, molto simpatico, giacché non trovandomi in casa l’ha lasciato sulla cassetta delle lettere.

A raccogliere la denuncia c’è un giovane agente appena uscito dall’Accademia. A un certo punto chiede un consulto telefonico al Maresciallo, il quale mi fa l’onore di ricevermi di persona.

A me bastava solo fare una denuncia, non chiedevo un colloquio con Sua Eminenza.

Dopo avermi posto tre volte la stessa domanda, cioè “Ma quindi tu il pacco dove l’hai trovato?” alla fine sono uscito da lì senza denuncia, tanto, a detta sua, era inutile.

Ma io non avevo chiesto se fosse utile o meno.

12 Pensieri su &Idquo;Non è che devi differenziare i “No” perché sono dei rifiuti

  1. Quanto ti capisco! Io poi non riesco a dire di no, non ce la faccio proprio. Hai presente gli indiani che ti offrono le rose al ristorante? Magari mettendole in mano alla tua bella? Quelle povere rose sfatte dopo una giornata di passaggi di mano, che non vedrebbero l’ora di andare a dormire. Ecco, neanche a loro riesco mai a dire di no

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  2. A me volevano convincermi che avevo lasciato la porta aperta quando mi sono entrati a rubare in casa. Non capisco che differenza ci fosse, perché uno non può lasciare la porta aperta se vuole? Ma poi il testicolo del cane è andato a posto?

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Si accettano miagolii

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