La felicità ha una forma liquida. Scorre e fluisce in diversi modi. Si accumula in recipienti che poi ognuno vede come vuole: mezzi pieni, mezzi vuoti, pieni di piscio.
Delle volte ho la sensazione che della felicità che ho davanti non mi abbevero abbastanza e di non godere del bicchiere che ho appena sorseggiato.
È accaduto che posso finalmente dire di avere, per la prima volta in vita mia, un contratto a tempo indeterminato.
Dopo 10 anni di sacrifici, spostamenti, colloqui, rinunce, speranze a vuoto. Chi non ha fatto questa vita delle volte non se ne rende conto. Ho incontrato persone che non hanno mai inviato un CV in vita loro. Neanche sanno cosa vada scritto in un CV. O, soprattutto, cosa non vada scritto. No, dalla mia modestissima esperienza, mi sento di dire che il trofeo per il torneo di sputo del nocciolo di ciliegia non è una competenza significativa.
Il mondo dei colloqui è qualcosa di allucinante. Stesso discorso: ci sono persone che non hanno mai sostenuto un iter di selezione e che, anzi, quando incontrano qualcuno che fa i colloqui per trovare lavoro lo guardano con una strana meraviglia come se avessero di fronte uno che a una festa informale si presenta con panciotto, monocolo e cilindro.
Dicevo, del bicchiere di felicità.
Dovrei essere contento, eppur non riesco a esserlo appieno perché la mia contentezza è stata smorzata da un qualcosa di simile a una visita proctologica.
Mi era stato garantito un aumento di livello. Venerdì, ultimo giorno lavorativo di Gennaio e ultimo giorno del vecchio contratto, mi comunicano sì del passaggio ma che, purtroppo, non è possibile procedere ora con l’aumento di livello per delle vaghe e non precisate procedure procedurali che procedono in questo modo. Bisogna aspettare 6 mesi e “Poi si vedrà”.
Udito ciò ho subito parlato con Capon’ de’ Caperoni per chiedere delucidazioni e lui mi ha detto che, sì, era dispiaciuto, non sapeva di queste procedure e procedimenti e non poteva farci molto, ma tra 6 mesi è sicuro che l’aumento ci sarà. Risorse Umane parla in modo formale e non si sbilancia, ma io devo stare tranquillo, lui su questo “ci mette la faccia”.
Io allora mi fido e lo prendo in parola. Quindi se tra 6 mesi non sarà cambiato nulla, mi sentirò in diritto di far uso come meglio credo della faccia che lui mette a disposizione.
Chi non ha mai fatto un colloquio o scritto un cv dev’essere una creatura mitologica, altrimenti non si spiega
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Io me lo immagino come un eremita sul cocuzzolo di una montagna
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Io ho bevuto il piscio. Sa di piscio. Felice.
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Chi ha bevuto il piscio sa dove risiede la vera felicità. Gli altri preferiscono godere di piaceri effimeri, ne sono un esempio cazzo e fica che per la loro caducità non danno vera felicità.
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Pensa poi a quanti evitano il piscio nel cazzo o nella fica! Pazzesco!
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Ma come fanno a vivere? Non si vergognano?!
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Io non ho piú parole…
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Per esempio “esperto arrotolatore di fettuccine” ce lo metteresti nel CV?
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Io punterei però sulla specializzazione: fettuccine all’uovo? Condite al ragù d’anatra? Alla carbonara? La specializzazione fa la differenza tra l’esperto e il quaquaraquà
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guarda che vincere un trofeo per lo sputo del nocciolo di ciliegia indica comunque una certa precisione e costanza… mica da buttare via di questi tempi
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Ma in questi tempi in cui l’attività sportiva è negata può ancora valere qualcosa?!
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Eccomi, ask me anything! Non ho mai compilato un CV e ho fatto esattamente due colloqui di lavoro. Il secondo è andato a buon fine e saranno trent’anni a marzo. Non oso pensare come me la caverei nel mondo di oggi 🤦
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