Al lavoro abbiamo diversi portali per gestire più o meno la stessa cosa. Quindi capita di dover ricavare informazioni da una parte, inserirle nell’altra, fare una somma, fare una giravolta e aver poi compreso di aver sbagliato tutto il procedimento e ripartire da capo.
Ora si sta lavorando per far convergere la maggior parte delle cose almeno in un’unica piattaforma, già esistente. Una cosa logica che andava fatta già da tempo. Sembra che però constatarlo sia come lamentarsi del cibo con chi ha vissuto la carestia durante la Guerra.
Chi è lì da più tempo infatti ti dice che quando all’epoca lui è arrivato doveva arrangiarsi con fogli Excel che venivano compilati e scambiati a distanza.
Chi è lì da ancora più tempo dice che quando è arrivato si compilavano fogli da inserire in faldoni.
Poi il viaggio a ritroso termina perché prima ancora non esisteva la Spurghi&Clisteri Inc. per cui lavoro. Pensavo quindi di uscire in strada e chiedere in giro se ci fosse qualcuno che si ricorda prima ancora dei faldoni come fosse la vita, magari arrangiandosi con l’abaco, per mandarlo a rimproverare quello dei faldoni che si lamenta che rimprovera quello dell’Excel che si lamenta che rimprovera me che mi lamento delle multipiattaforme che un giorno rimprovererò quello che si lamenterà della monopiattaforma perché se vedi bene è tutta una grande ruota che gira vorticosamente, oltre a qualcos’altro.
Abaco. Che parola particolare. Ricordo di averne avuto uno da piccolissimo. Ricordo anche che abaco era la prima parola dell’abbecedario che avevo.
Anche abbecedario è una parola curiosa. Sembra un’affermazione di sufficienza verso la presenza di una persona di nome Dario:
– Quindi chi c’è? Marco viene?
– No
– Ah beh c’è Dario…
Manco a farlo apposta l’altroieri avevo in mente questo post e il giorno dopo è uscita la notizia che nella seduta del Consiglio della Regione Lombardia hanno portato come scherno in dono a Fontana un abaco per aiutarlo coi conti. Che stolti! Come se poi fosse certo sappia utilizzarlo!
Probabilmente, prima dei faldoni c’era davvero l’abaco, prima ancora si facevano nodi con le corde seguendo un rigido ordine iniziatico, quindi le pitture rupestri.
Prima ancora, gli Annunaki copilavano le informazioni della Spurghi&Clisteri nel DNA dei loro servitori ominidi, ne sono quasi certo.
E prima ancora non lo so… forse un’entità compilava l’Atziluth!
La Clisteri&Spurghi ha una storia aziendale metafisica e lunghissima.
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In effetti certe volte sento che le bestemmie dei miei colleghi trascendono tempo e spazio. Credo ci sia un tutto cosmico che risale ai tempi in cui Cthulhu compilava le fatture a mano.
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Che vuole signora mia, una volta qui era tutto abaco.
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Pazzesco!
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Questa è magia!
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Infatti pare che quando gli hanno consegnato il dono, abbia esclamato “oh che bello, tutte queste palline colorate, ci possiamo giocare a biglia?”
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E non c’è manco più Gallera che poteva invece spiegargli che servono due di quelli per giocare a biglie.
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Ma come, nessuno che abbia ricordato che quando non c’erano le penne di usava il calamaio? E prima ancora la pittura su pietra?
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Ho pensato alle pitture rupestri, ma non alla penna d’oca 😛
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