La parola degli anni ’10 di questi millennio è sicuramente resilienza. Tanto da superare nei tatuaggi banali e inflazionati il tribale o la scritta MOM che è ancora precedente.
Resilienza è un termine comparso all’improvviso. Voglio dire, è sempre esistito, ma a un certo punto è diventato pop, sia nel linguaggio quotidiano che in quello giornalistico.
Tal che, per l’appunto, alcuni hanno iniziato a farselo inchiostrare addosso.
Vorrei quindi prendere spunto da questo fenomeno per lanciare un’impresa. Uno studio di tatuaggi di parole poco usate nel linguaggio comune. Lo scopo è ridare alla parola scritta poco diffusa una vitalità che non conosceva o non conosce più e contrastare le scritte banali con l’ambizione di diventare banali.
Chi non vorrebbe un bel ETEROCLITO scritto in corsivo?
Ed ENTALPICO?
MISONEISTA in font da iscrizione Romana?
E non vi sentireste meglio nell’esternare al mondo la vostra passione per l’AGATOLOGIA?
A me piace tanto PENTACOSIOMEDIMNI. Che non significherebbe proprio niente al giorno d’oggi – a meno che qualcuno non possa provare di avere un reddito di 500 medimni di cereali e che, per l’appunto, lo misuri in medimni – ma, tanto, avrebbe meno senso di un simbolo Maori su Gigetto il Sozzo della panetteria all’angolo? Sfido a contestare!
Il tatuaggio della parola desueta è il futuro del tatuaggio pop. E quando il desueto sarà pop, quello che oggi è pop sarà desueto e avremo ottenuto il nostro scopo.
E quando sarete tutti pieni di scritte sarà il massimo non averne… è il ciclo della vita.
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Quello sarà infatti il business successivo. Aprire uno studio di tatuaggi che non ti tatua. Entri normale ed esci veri cool perché sai di esserlo senza scritte.
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Anche tatuarsi un bel Vergingetorige non sarebbe male
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Sì beh lì siamo un po’ sulle star, come scriversi “Jim Morrison”, quella potrebbe essere una sottocategoria del business, cioè al posto dei personaggi famosi mettersi un bel “FEDERICO II” così, a caso
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A me fa sempre ridere la parola CAPROLATTAME che però suona un po’ come un insulto e tatuarsi un insulto potrebbe non sembrare sensato. Tuttavia potrebbe diventare la nuova moda. “Insulta anche tu le persone che incontri lasciando a loro il piacere di leggere le maleparole!”
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È un po’ borderline in effetti, cioè ce lo vedo uno gridare un “Va là che caprolattame!”
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In effetti nei lontani anni Novanta il termine resilienza lo incontravi solo al corso di tecnologia dei materiali e chimica applicata. Potrebbe essere una grande fonte di ispirazione, anche INCRUDIMENTO o DISLOCAZIONE fanno il loro porco effetto.
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Incrudimento mi sa molto di truce, lo vedo su qualche appartenente a una gang: INCRUDITO, non scherzate con lui
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È vero, rende bene l’idea.
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Io opterei per una bella batracomiomachia senza discussione alcuna
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Bello. Tragironico. Con una morale. Nessuno potrebbe dir niente contro.
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