Non è che devi essere un sovrano per fare esperienze Reali

Ho condiviso esperienze, per di più lavorative, con diverse persone nella mia vita. Ho spesso constatato un forte spirito di attaccamento in quei frangenti, il cosiddetto fare gruppo che motivatori pagati un metalmeccanico l’ora mirano a costruire con le loro consulenze, proiettando slide e organizzando giochini aperitivi degni di un animatore Alpitour degli anni ’90.


Quando invece ho avuto esperienze con motivatori ho ricevuto l’effetto contrario desiderando di fare come Jack Frusciante.


Abbiamo riso – spesso anche pasta in qualche pranzo – ci siamo abbracciati, toccati, scambiati fluidi.


L’ultima cosa forse è avvenuta solo in qualche strano sogno erotico che ho fatto.


Quando l’avventura termina ci si lascia con rammarico. Non sparire, Restiamo in contatto.

Dopo un po’, qualche messaggio di meno, una conversazione che si fa silente, argomenti che scarseggiano perché esaurito il campo de Ti ricordi quella volta?, i contatti si fanno sempre più sporadici e brevi senza altro da dire.

Perché in realtà non abbiamo mai detto nulla. Abbiamo sempre tenuto le rispettive vite private al di fuori di qualsiasi spazio di condivisione. Esauriti i discorsi con al centro il lavoro o i docenti, non abbiamo altro da dirci perché altro non conosciamo gli uni degli altri.

Spesso mi interrogo sulla concretezza di queste esperienze. Mi chiedo se siano reali o meno. Se lo sono, com’è che si volatilizzano velocemente come 10€ nel mio portafogli? Se non lo sono, perché sono sempre così intense?

Ma soprattutto: chi motiva i motivatori?

11 Pensieri su &Idquo;Non è che devi essere un sovrano per fare esperienze Reali

  1. Amicizie che vanno e che vengono. Se poi amicizie si posso o chiamare. Sono davvero pochi quelli che riescono a fare il ‘salto si qualità”, che ti fanno parlare di te stesso senza che te ne accorgi.

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  2. Citerei Giovenale se sapessi come si dice motivare/motivatore in latino e quindi non lo faccio.
    Devo dire che il libro di Brizzi mi fa schifo, ma anche il film non scherza mica con quel patetico Accorsi a rovinare una cosa già brutta di suo.
    Penso che tutto abbia una suo tempo, ed una sua ciclicità, cioè come dire che ovunque torno indietro, per capirci, e che quindi con il giusto passare del tempo un rapporto inesistente, forse mai esistito possa continuare a non esistere.

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    • Il libro non l’ho mai letto, è utile come meme offline. Accorsi non lo capisco. Letteralmente: non capisco cosa dica quando recita o finge di farlo. Ma in generale ho un problema con molti attori italiani, in particolari quelli che conoscono solo le modalità sussurrato e incazzato per i loro discorsi. Giovenale avrebbe avuto tanto da dire se avesse saputo dire attore italiano nella sua lingua. Sapere che qualcosa di mai esistito possa continuare a non esistere mi rassicura.

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Si accettano miagolii

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