Il mio PDC-C (Padrone di casa-coinquilino) è un tipo tranquillo. Ogni tanto sente il bisogno di sfogarsi e parte a parlarmi senza preamboli. Magari io mi trovo a passare in cucina per sciacquare una mela e lui appare sulla porta iniziando a dire “Guarda mi viene una tristezza e una depressione oggi a pensare che gente che c’è in giro veramente una cosa da mettersi le mani nei capelli….”.
All’inizio provavo a seguire il discorso e a interagire in modo costruttivo, poi mi sono reso conto che i miei interventi fossero per lui solo interruzioni. Ogni volta infatti che dico qualcosa, lui fa “Sì.” e poi riattacca a parlare da dove si era fermato. Il suo, quindi, non è un tentativo di conversazione ma un esercizio di monologo, se non un flusso di coscienza.
I suoi discorsi, infatti, partono da un punto A fino a toccare vari punti B-C-D….Z che non hanno intrinseco collegamento col punto A ma che alla fine di tutto il monologo ricollega a esso.
Esempio: l’altra sera è partito a parlarmi di un episodio accadutogli mentre era in edicola. Una signora davanti a lui ha visto sul giornale in prima pagina Greta Thunberg e e lo ha rifiutato sdegnosamente, al grido di “No quest’oggi questo giornale no, questa ragazzina manipolata non la voglio”. Al che PDC-C è intervenuto dicendo che, va bene, sarà pure non simpatica ma non dice cose sbagliate. La signora ha replicato “Lei scommetto che è un comunista”.
Da qui PDC-C è poi passato a riflettere sulla cultura dell’odio che c’è oggigiorno, un po’ come lo sdoganamento dei fascismi, mentre in Germania parlare di nazismo è tabù. Ha proseguito dicendomi che è originario di Ferrara (sarà soltanto la quinta volta che me lo dice), città con molte famiglie ebree. Di Ferrara è anche Vittorio Sgarbi, un completo idiota, ha detto, lui l’ha anche conosciuto (io non l’ho conosciuto ma non ho mai avuto dubbi sulla sua idiozia). Mentre la sorella di Vittorio è invece una persona in gamba, tutta la famiglia lo è, ha proseguito, tranne lui, che è un completo pazzo. Eppure in tv è sempre presente, lui si guadagna da vivere così con le ospitate in tv, è incredibile. Pensare che lui (non Sgarbi, lui il PDC-C) ha cominciato a insegnare quando c’erano ancora le scuole “speciali”, dove poi ci finivano i bambini meridionali accusati di ritardo mentale soltanto perché non capivano l’italiano, non essendo abituati a parlarlo in famiglia. Questi bambini venivano discriminati e oggi di nuovo discriminiamo la gente. E dove stiamo andando a finire con tutto questo odio, quella signora oggi veramente ma come si fa?.
Questo è un esempio di “conversazione”, il tutto mentre io sto con la mia mela sgocciolante in mano in attesa che finisca di parlare.
È tutta una vita che mi capitano situazioni del genere, in cui la gente mi parla per il semplice bisogno di parlare. Credo di avere un dono considerato raro, quello dell’ascolto.
In realtà ho il dono di farmi i cazzi miei, non chiedo, non faccio l’indiscreto, mi tengo i fatti per me (per me nel senso di a mio uso e consumo per avere materiale per questo blog) e inoltre non mi mostrerei mai scocciato o insofferente, giacché in fondo non mi ci ritrovo a esserlo quasi mai. Anche perché molte volte smetto di seguire il discorso e ne approfitto per pensare ai fatti miei e ragionare su cose che devo fare e/o risolvere.
Sono giunto alla scoperta che pensare mentre fingo di ascoltare qualcuno mi fa venire un sacco di idee, un po’ come riflettere sotto la doccia o impegnarsi in soliloqui al volante.
Tutto questo potrà non sembrare carino nei confronti dell’altra persona, ma io lo considero uno scambio equivalente: l’altra persona in realtà non è interessata a conversare ma solo a recitare un monologo, io non sono interessato ad ascoltare ma solo a fare esercizi di pensiero laterale. Chi può mai aver da ridire?!
Aut tace aut loquere meliora silentio. Per pochi, non per tutti.
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Ma essenzialmente parlare è sopravvalutato. Non è necessario riempire per forza i silenzi. Anche perché ci pensano gli altri a farlo.
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di base, credo che la causa sia l’averne paura (del silenzio). da lì all’arrivare all’horror vacui della parola il passo è breve.
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Più che la paura del silenzio io credo sia il disagio di dover performare: “Oddio devo riempire questo vuoto sennò sembrerò a mia volta vuoto”
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Premettendo che io più o meno ringhio con le persone che non conosco bene e che mi danno a parlare, magari lui si sente solo.
Ha tutti questi pensieri in testa e per non incrociare i flussi li vomita su di te.
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Ah quindi sono per lui un vomitoio
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Avrei detto Pensatoio, ma il concetto è lo stesso.
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