Non è che per Sherlock Holmes la scuola fosse elementare

«L’insegnante è un vero eroe!» firmato, Paperino&Paperoga. Così si chiudeva una vecchia storia su Topolino in cui i due cugini venivano inviati, quali cronisti del Papersera, a fare un servizio sull’attività da insegnante calandosi per un giorno in queste vesti. Dopo essere stati calciati (letteralmente) via da Università, Licei, scuole medie, una scuola elementare li accoglieva e i risultati erano, com’è prevedibile, disastrosi e massacranti per i due.

L’insegnante è un vero eroe. L’ho sempre pensato. Ora che però sto toccando con mano la realtà, occupandomi, come raccontavo in un altro post, di far delle lezioni tematiche in giro per scuole, ne ho compreso il senso appieno.

Dopo l’esperienza traumatica in un ITC devo dire che bambini e ragazzini di elementari e medie che ho successivamente incontrato sono stati molto bravi ed educati, interessati e curiosi. Sarà stato perché la figura mia di estraneo incuteva un po’ di timore reverenziale il che li teneva buoni.

Ciò nonostante, dopo 5 ore se ne esce provati e io mi chiedevo: come fanno le insegnanti tutti i giorni?


La spiegazione «tanto fanno tre mesi di vacanza all’anno» non è contemplabile, ma se non siete convinti provate a dirla a un docente e poi, se vi restano integre le dita, scrivetemi.


Quando questa esperienza finirà la inserirò nella lista delle “Cose divertenti che non farò mai più”.

Alcune cose che ho imparato:

– La lavagna interattiva è fantastica, finché funziona. E se funziona, a non funzionare bene è il pc a essa collegato;
– Se il pc funzionava bene è stato poi sicuramente rubato;
– Quando un insegnante vede avvicinarsi un genitore teme sempre che questi abbia qualche rimostranza sul perché suo figlio è stato richiamato o ha preso un brutto voto. E l’insegnante non l’ammetterà mai, ma vorrebbe replicare «Perché suo figlio è un imbecille, caga il cazzo e non studia»;
– I ragazzini di oggi sono fortunati. Ora in classe fanno il “progetto merenda” e insieme studiano un menù settimanale bilanciato per l’intervallo. Ai miei tempi nessuno se ne fregava che facevi merenda con le merendine riciclate del discount, asciutte come il Sahara e dalla densità di un stella di neutroni, che ti si piantavano nell’esofago e là restavano per le ore successive;
– Ogni classe di età ha il suo puzzo tipico tal che in un paio di giorni riesci anche a distinguerli e puoi trovare le classi a fiuto;
– Fuori le scuole ci sono volontari della Protezione Civile o vigili o chi altri che all’ingresso e all’uscita regolano afflussi/deflussi e fermano il traffico. Sempre ai famosi miei tempi, ci si gettava nelle strade come mandrie di bufali d’acqua che entrano nei fiumi, tra automobilisti che smadonnavano e altri che sudavano freddo perché arrotare un bambino non è una cosa carina per la propria fedina penale.

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Si accettano miagolii

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