Non è che a Venezia ti serva un telecomando per orientarti tra i canali

A febbraio dovrò trascorrere qualche giorno a Venezia. Non per turismo ma per motivi professionali.

Non sono mai stato in questa città. Non so se esista una classifica dello stupore, ma, se ci fosse, di sicuro tra le prime posizioni ci sarebbe Nooo! Non sei mai stato a Venezia? che molte persone amano dire.

Il motivo per cui non ci sono mai stato è che, come tutti sanno, la gente dice che «Venezia è bella ma non ci vivrei».

Io invece penso che a Venezia ci vivrei ma non ci andrei. Questa risposta lascia perplesso per qualche secondo l’interlocutore, attimi in cui posso approfittare per andarmene via.

In ogni caso, come dicevo ci trascorrerò qualche giorno e, per quelli come me che non sono mai stati a Venezia, ho scritto una breve guida, una serie di indicazioni o di fun facts che dir si voglia, che possono aiutare a capirne qualcosa in più.


Il fatto che io non sia mai stato a Venezia mi rende più autorevole di tutti i “professoroni” che ci sono stati e chissà quanti errori hanno fatto nello scrivere le loro guide! Nel mio cv invece posso vantare di avere commesso 0 errori nel parlare di questa città. E se sbaglierò…beh, pensate prima agli errori che hanno commesso quelli che mi hanno preceduto.


COSE SU VENEZIA CHE NON SAPEVI DI VOLER SAPERE
– Venezia è nota per il fenomeno dell’acqua alta, che favorisce l’evasione dei pesci rossi che amano saltare fuori dalle bocce.
– I primi insediamenti nelle lagune risalgono al V secolo d.C., quando gli abitanti della terraferma si trasferirono sugli isolotti per sfuggire alle invasioni degli Unni che, in quanto barbari, non amavano fare il bagno e che quindi se ne tornarono indietro.
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– Molto nota è la storica cerimonia dello Sposalizio del mare, in cui il Doge gettava un anello nelle acque. Il Doge Frodo una volta perse una falange del dito nel farlo.
– Le strade veneziane si chiamano calli: un tempo gli acciottolati erano piuttosto scomodi e ancora non era nato il Dr Scholl.
– A Venezia esiste un ponte denominato Ponte dei Pugni. Il buffo nome deriva da una storica rivalità tra due famiglie veneziane, i Castellani e i Nicolotti, che si davano appuntamento sul ponte per scontrarsi. L’abitudine diede vita alla Guerra dei pugni. Poco nota era un’altra sfida, minore, tra i ragazzini delle due famiglie: la guerra delle pugnette.
– C’è un vicolo di Venezia (calletta Varisco) che è largo solo 53 cm. E tu pensi sia libero ma è occupato da una Smart.
– Il Ponte del Diavolo è stato chiamato così per via dei suoi gradini molto ripidi e pericolosi, che facevano appunto pensare a chi lo attraversava all’opera del signore degli Inferi. Il recente Ponte di Calatrava, invece, noto per essere molto scivoloso e causare cadute, è stato confidenzialmente soprannominato “Ponte della Madonna” perché ne fa pensare molte.
– Credenza popolare fornisce un’interpretazione delle differenti versioni del Leone di San Marco, emblema della città: una, col leone col Vangelo aperto, starebbe a significare che la Serenissima era in pace; una, col Vangelo chiuso, avrebbe indicato lo stato di guerra. Una terza versione, col vangelo chiuso sotto la zampa, indicava che il leone era zoppo e andava pareggiato.

Spero con queste note di aver offerto un quadro più chiaro a chi si approccerà a questa città!


Questo post non ha alcuna intenzione di offendere Venezia e i suoi abitanti. Per qualunque reclamo, comunque, sarò a disposizione con un apposito sportello online per tutta la giornata del 31 di aprile 2019. Si accettano prenotazioni.


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Si accettano miagolii

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