Non è che il buffet sia un legger schiaf sul vis

Sono andato a una mostra ma solo perché pensavo fosse gratis, poi arrivato all’ingresso ho scoperto che era a pagamento ma non volevo sfigurare davanti agli altri e quindi sono entrato lo stesso.

Si scherza.

In un’altra ala del palazzo delle esposizioni c’era un evento. Una presentazione. Un vernissage. Un non so bene cosa.

C’era anche un piccolo buffet con vini e dolci. Le persone entravano avendo adocchiato il tavolo ma ostentando la noncuranza di chi non è interessato. Davano un’occhiata  veloce e distratta all’esposizione/presentazione/vernissage/quel che era e poi, con malcelato stupore, fingevano di inciampare nel buffet dal quale, dato che oramai erano lì, si rifornivano di rinfresco gratis.

Debbo dire era un’utenza abbastanza educata. Sarà stato per l’evento di un certo livello intellettuale: il libro che si accompagnava all’esposizione di fotografie sembrava di un certo spessore, almeno tre dita di altezza.

Sarà stato per la presenza di una sorta di maître dietro il tavolo del buffet, a servire; una figura che incuteva imbarazzo nel mostrarsi troppo avidi, un gentleman che si è rivolto a me dicendomi Per lei, monsieur?. Pensavo non fosse di queste parti, poi l’ho sentito indicare a un altro tizio il cestino dei rifiuti al suon di L’addereto ‘a stell ‘e Natal. Strano francese.

Sarà stato perché il buffet a parte il vino, servito appunto dal francese di cui sopra, non era tanto ricco e vario.

Sto partecipando a un piccolo cineforum. Al termine della proiezione, ci si trasferisce in un’enoteca per un ‘terzo tempo’, con vino e buffet offerto dagli organizzatori. Gli intrattenimenti a base di tarallini, patatine, bruschette e olive non infiammano gli animi. Alcuni mostrano anche di disdegnare. Poi chissà com’è che non restano nemmeno le briciole.

Appena arriva la pirofila di pasta non si capisce più niente. In pochi attimi è necessario guadagnare una buona posizione per essere serviti, stare attenti a mani che sbucano ovunque per afferrare il piatto, conquistare l’ambito trofeo e poi portarlo in salvo uscendo dalla calca che non cederà di un millimetro per farti passare per la paura di di perdere la posizione. Neanche una mischia di rugby è così compatta e resistente.

A tal proposito. Ricordo a un altro evento cui ho partecipato, l’inaugurazione di una mostra d’arte, l’arrivo del rinfresco a base di sushi scatenò una lotta senza quartiere. E dire che l’utenza sembrava essere di una certa estrazione che si direbbe “bene”. In effetti era “bene” ma non benissimo.

Non dimenticherò mai la spallata che una nonnetta ingioiellata come un Faraone mi diede per accaparrarsi un nigiri. Probabilmente da giovane sarà stata una rugbista.

Io per ristabilire il karma e non rimanere a secco, non conoscendo il rugby e avendo praticato fino a quel tempo solo il calcio come sport amatoriale, a parte l’onanismo anch’esso dedicato a materiale amatoriale, mi vendicai su un’altra signora dapprima marcandola stretta come un difensore mentre lei si avventava sul buffet e poi entrandole avanti in anticipo beffandola come un grande attaccante. Nel mezzo ci abbiamo messo una bella ginocchiata come un medianaccio di quelli che pensano solo a picchiare.

Ma quale odio sui social, ma quali manifestazioni di rabbia contro gli altri, ma quali feic nius: l’umanità rivela da sempre i propri lati peggiori ai buffet:

cenacolo-parlante

Si chiede scusa per l’arte dissacrante.

21 Pensieri su &Idquo;Non è che il buffet sia un legger schiaf sul vis

  1. Mamma quanto vero! Ricordo a scuola quando si festeggiavano i compleanni con salatini e bignè… Una lotta, ragazzi e ragazze che si sdraiavano sulla cattedra pur di accaparrarsi l’ultima pizzetta, rischiando di travolgere gli stessi vassoi e il professore 😂

    "Mi piace"

Si accettano miagolii

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.