Non è che serva un compositore per una sigla sindacale

Ho un cuscino all’aloe.

Ho un cuscino all’aloe e non lo sapevo. Me ne serviva soltanto uno che mi facesse dormire più comodo.

Ho sempre pensato che a forza di infilare aloe e ginseng ovunque come panacee di qualsiasi problema, della gastrite all’alluce valgo, alla fine ce li saremmo ritrovati anche nel letto. Ecco fatto.

Viviamo in tempi orribili. Ero a Milano e ho visto una paninoteca che serviva sandwich all’avocado e mango. Va contro ogni logica mettere frutta in panino. Ma io sono un conservatore.

Eppure quando parlo con i nostalgici dei tempi andati (che per inciso, questi bei tempi andati non sono altro che gli anni ’80-’90) penso alla fine che oggi tutto sommato non ce la passiamo mica tanto male.

Se siete tra quelli che pensano invece che questi anni per la cultura la musica il disegno tecnico siano il peggio e che tutto fosse meglio una volta, penso che ve la stiate vivendo male.


Detto da uno che i concerti che di recente ha visto sono di gruppi nati negli anni ’90 o ’80.


È ora di finirla con questo nostalgismo drammatico alimentato da vecchie sigle dei cartoni animati e mandato giù con il succo di frutta Mangiaebevi; la maggior parte delle cose che si rimpiangono erano come una cascata di prosciutto su un buffet al matrimonio del cugino Sampirisio: volgarmente kitsch e da vergognarsi di esserci.

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L’altra sera parlavo con degli amici e ricordavamo i tempi in cui avevamo un Walkman. Un altro orrore di quegli anni: la stanghetta di ferro delle cuffie ti faceva un male cane, senza contare i capelli che vi si impigliavano dentro e che ti strappava via ogni volta che la rimuovevi. Quell’affare inoltre pesava un accidente ed era scomodissimo da portare in giro: in tasca non entrava, se lo appendevi alla cintura o ti faceva cascare i pantaloni o cascava lui perché il fermaglio era una merda. Ah poi quando riavvolgevi il nastro con la BIC…Eh, che gran divertimento!

Parlando di penne, un altro incubo erano quelle a inchiostro cancellabile con la gommina presente sul tappo. Peccato che cancellassi prima tu il tutto con la mano: la cosa strana era che l’inchiostro veniva via dalla carta ma non dalla pelle, così trascorrevi l’anno scolastico di una bella tonalità blu Puffo perenne sul taglio della mano.

Gli Uniposca. Li odiavo perché non ne ho mai avuto uno, visto che costavano un botto di soldi e per quello che dovevi farci – gli scarabocchi sul banco – per i miei genitori bastava un anonimo pennarello comprato in saldo in stock da 50 all’hard discount.

Una volta, ero alle medie, la ragazzina che mi piaceva mi chiese un pennarello:
– Ma è Uniposca?
– È un pennarello…

Mi guardò perplessa. Deve avermi giudicato un pària.

I cartoni animati sono stati la più grande fonte di rincoglionimento di massa dai tempi dell’invenzione del celibato ecclesiastico. La violenza emotiva della mia generazione passò attraverso:

– Tragedie familiari (Candy Candy)
– Tragedie storiche (Lady Oscar)
– Incubi post atomici (Ken il Guerriero)
– Violenza così de botto senza senso (L’uomo Tigre)

Perché gli anime, in Giappone, sono divisi per il target di riferimento: bambini, adolescenti, adulti, maschi, femmine. Le nostre reti invece buttavano tutto insieme nel pastone pomeridiano/preserale, salvo rimaneggiare le opere con doppiaggi improponibili e censure inopportune per render il tutto fruibile agli under 14.

Non parliamo della tortura musicale delle sigle di Cristina D’Avena: testi scritti da chi il cartone ovviamente non l’aveva mai visto e con una base degna della peggio eurodance italiana riarrangiata in chiave bottiglia di minerale sfiatata perché va bene i traumi emotivi ma che almeno gli spettatori non comincino a impasticcarsi prima del liceo.

FINE PRIMA PARTE

(Il che non vuol dire che ce ne sarà per forza una seconda)

45 Pensieri su &Idquo;Non è che serva un compositore per una sigla sindacale

  1. Scusa è partito il commento 😂 Dicevo, non sono degli anni 90 ma a volte sono un po’ nostalgica anch’io, soprattutto quando si parla di musica… di quello che citi ho vissuto solo le penne cancellabili con il gommino blu e gli uniposca, che non ho avuto nemmeno io ed ero per questo guardata come un’aliena 😅

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    • Sì, in Giappone i prodotti di animazione non sono esclusivamente “per bambini” ma vengono realizzati in base al tipo di pubblico che è più adatto a fruirne. Anche i palinsesti televisivi sono modulati secondo questo principio. E la cosa ha anche un senso, perché esistono anime che non sono adatti a un pubblico di bambini: ma non necessariamente per le scene di violenza o di sesso ma anche solo perché per le tematiche trattate sarebbero di difficile comprensione ad un pubblico infantile.

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  2. La cascata di prosciutto è brutta forte ( non ricordavo la sua esistenza!) ma non puoi metterla sullo stesso piatto con Cristina D’avena. Lei è una portata a sè, dovrebbe metter d’accordo tutti! Fai il bravo 💔 😂

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  3. Per la musica non commento. Per il resto, un tempo c’era veramente della fogna che girava: i walkman erano imbarazzanti, se riuscivi a metterli sulla cintura e chiudevi la giacca, sembravi in costante “momento simpatia”, tanto che la gente ti guardava un po’ così.
    Abbiamo già avuto modo di discutere su tutte le pietanze chimiche (e parlo, ovvio, del Crystal Ball e tutte le mani appiccicose, lo Slime, il putridume assurdo prodotto dalla Morte&Distruzione Srl) che abbiamo mangiato, assaggiato, spalmato sul corpo etc.
    Praticamente siamo dei relitti umani, adesso si lamentano se trovano un po’ di plastica intorno all’insalata. Un tempo mi spaventavo se trovavo del cibo vero nelle merendine XXXX (metti marca a caso)

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    • Condivido su tutto tranne sull’essere relitti umani, a mio avviso essere sopravvissuti a tutto ciò è un chiaro esempio di darwinismo, siamo i più forti rimasti, selezione naturale. Oggigiorno chi vuoi selezionare, quello che scarta la buccia dell’orzo nell’insalata con la quinoa? Suvvia!

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  4. … e quando l’Uniposca si seccava, allora estraevi la punta per girarla ma quella era inchiodata ( e io ero già sprovvista di unghie dato il rosicchiamento) allora usavi i denti. Ingurgitando litri di inchiostro che sniffare CrystalBall a confronto era camminare in alta montagna!
    Scrivendo questo capisco un paio di cose. Di me intendo.

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  5. Non ricordo il nome ma erano robot giganti pilotati nella testa e lei lanciava le tette e lui un altra cosa, credo l abbiano censurato poi c era Georgie l australiana e tantissimi altri io la mattina guardo spank, brontolone, non ho mai imbrattato con i pennarelli un muro, alla stazione misero un poster e scrissero lascia qui un tuo messaggio per non far rovinare i muri”………..a me piaceva quel ferretto che voi ragazzi usavate per cravattino a volte era un aquila, e il dopobarba che sapeva di chewingum, di do quello che vuoi se ricordi il nome.

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