Un’associazione animalista, di cui non farò il nome, in calce alle proprie domande di lavoro scrive che seleziona i collaboratori “esclusivamente sulla base delle competenze professionali, indipendentemente da elementi relativi a provenienza culturale, genere, orientamento sessuale.”.
Nello stesso annuncio però c’è scritto: “A parità di competenze costituisce titolo preferenziale la scelta vegana”.
Beninteso, trovo del tutto logico che un ente o un’associazione a vocazione fortemente etica ricerchi una certa coerenza tra la propria mission e la visione morale della persona.
Insomma, sarebbe credibile Valentino Rossi testimonial del club “Tutti a piedi spegniamo i motori”?
Detto questo vorrei capire come si concilia la scelta alimentare con la selezione “esclusivamente professionale” e da quando il cibo rappresenta una competenza professionale.
Ma dato che l’associazione non è mia, non discuto e più che altro mi chiedo come facciano poi ad appurare questa scelta.
Così ho pensato a Metodi per identificare a tradimento un falso vegano in un colloquio di lavoro (partendo dall’assunto che magari qualcuno potrebbe a parole dirsi votato al veganesimo totale per avere il posto di lavoro):
– Durante il colloquio di gruppo viene lanciata sul tavolo una bistecca alla fiorentina: chi la afferra è fuori;
– Il candidato potrebbe tradirsi utilizzando espressioni come “Tutto fumo e niente arrosto”, “Mettere troppa carne sul fuoco”, “Gallina vecchia fa buon brodo”;
– Al candidato verrà porto un foglio facendo in modo che si tagli con la carta: se sugge il sangue dalla ferita è scartato;
– Il candidato verrà invitato a un colloquio a pranzo nell’hamburgheria di Giorgione lo scuoiapelli;
– Il candidato dovrà visionare e poi commentare, con la dovuta proprietà di analisi, Hannibal o, in alternativa a scelta, Bambola di Bigas Luna con focus sulle “scene alimentari” della grande attrice mondiale Valeria Marini;
– Controllare se il candidato fa abbastanza di frequente notare, gratuitamente e non richiesto, di essere vegano;
– Fargli la battuta “E perché allora la lattuga non soffre???”: se sbuffa è vegano, se ride è eliminato;
– Mandarlo al supermercato a fare la spesa e controllare se legge le etichette alla ricerca di un fantomatico colorante ricavato dalle coccinelle.
Assolutamente da evitare anche l’espressione “non c’è trippa per gatti”
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Giusto! Prendo nota!
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Mettere in sottofondo: “va’, c’è sul radar la flotta di Vega…” e vedere se comincia a cantare o se si alza indignato
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Tra l’altro può esser pure un modo per capire se è Vegano nel senso di alieno…
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Le ultime tre sono top 😂
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Personalmente ho scoperto di essere un’assidua crudista. Amo gli insaccati, quindi i salami, i capicollo, le salsicce stagionate, i salamini, la pancetta e chi più ne ha più ne metta… Non si conservano a crudo questi?
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Ma certo! Anche io sono un po’ crudista anche se ultimamente ho scoperto la bontà della mortadella arrostita. Dici sto deviando dalla mia dieta?
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Ehm…. si. Mi spiace.
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