Non è che il professore di matematica non possa soffrire i calcoli

È da qualche mese che la signora che assisteva mio nonno se ne è tornata nel suo Paese d’origine. Confesso un po’ mi manca: non so perché m’avesse preso molto in simpatia, quando mi vedeva mi abbracciava sempre soffocandomi nel suo prominente petto e mi chiedeva un sacco di cose su di me. La nuova signora che ha preso il suo posto invece a stento mi saluta e mi guarda con sospetto.

Gli entusiasmi e la cortesia sono sempre o eccessivi o scarsi.

Ho avuto un esempio di entusiasmo eccessivo l’altro giorno.

Ho una ex che da 3/4 anni a questa parte, cioè da quando è entrata nel cimitero (allegorico) delle ex, mi scrive a puntuale cadenza semestrale per chiedermi Come va?. In genere la conversazione si conclude – o la lascio cadere io – dopo qualche breve scambio di frasi. L’altro giorno invece in occasione del suo contatto ormai calendarizzato mi son trovato a chiederle se conoscesse una buona piscina – una volta lei gareggiava – , visto che quella dove vado ha chiuso in anticipo per lavori.

– Io ne conosco solo una, che fa gli ingressi liberi, di fronte a dove mi sono trasferita, dove vado in palestra
– Ah
– Se vuoi t’accompagno a vedere
– …Ok

Ci troviamo lì, dopo un paio di saluti formali mi presenta alla tizia delle reception, la quale sul foglio con il programma dei corsi mi scrive un problema di trigonometria che sto ancora cercando di risolvere:

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Non ho capito nulla delle opzioni che mi ha descritto, anche perché non mi interessavano: volevo soltanto sapere se potessi avere 6 ingressi da qui a fine mese.

Espletata questa pratica, Ex poi mi fa:

– Ci pigliamo un caffè, aperitivo, qualcosa?
– Beh se
– Sennò anzi il caffè ce lo pigliamo sopra tanto io abito qua, ti faccio vedere casa

Non mi aveva dato tempo di rispondere. Comunque salgo da lei, mi fa fare il giro turistico della casa e a ogni cosa che mi mostra io fingo meraviglia e ammirazione anche se guardare case altrui mi annoia.

Poi mi fa accomodare, mi offre da bere, chiacchieriamo. Ogni tanto guardo l’orologio ma sembra non cogliere questi miei segnali non verbali. Così a un certo punto dico:

– Dai, ora ti tolgo l’ingombro

Che è la formula che uso sempre per dire che me ne voglio andare via ma per non sembrare maleducato nel desiderare di andare via allora mostro che sono molto educato nel non voler essere d’impiccio.

– Ma no dai figurati, non ti preoccupare, anzi possiamo pure andare a cena al pub qua vicino, oppure puoi cenare qua andiamo al supermercato a fare la spesa oppure guardiamo in frigo e vediamo cosa c’è

Il passaggio ceniamo fuori->usciamo a comprare da mangiare->non usciamo proprio e restiamo chiusi qui mi ha fatto colare delle gocce di sudore dalla nuca, dove finiscono i capelli, al collo, raccoltesi sul cordino del ciondolo e colate poi sul davanti seguendo il medesimo cordino fino a confluire verso lo sterno dove mi si è formata una pozzetta di disagio liquido.

Mi sono ricordato di essere arrivato lì con l’auto del lavoro e ho pensato di usarla come scusa.

– Eh sai com’è sto con l’auto aziendale…non voglio tenerla in giro la sera…poi se la vedono…oppure magari succede qualcosa…sai com’è
– Se vuoi puoi andare a posarla e poi tornare qua con la tua ti aspetto
– Devo scappare mi dispiace comunque l’invito lo ritengo valido per un’altra volta ciao.

Così sono fuggito perché francamente quella sorta di frenesia che avvertivo in lei nell’avermi a casa sua mi procurava una vaga sensazione di soffocamento, oltre che di trappola.

E poi avevo un problema di trigonometria da risolvere che mi aspettava!

19 Pensieri su &Idquo;Non è che il professore di matematica non possa soffrire i calcoli

  1. Adesso sei fottuto, ti scriverà a cadenza settimanale anziché semestrale. E ti inviterà tutte le volte che andrai in piscina. Un metodo infallibile per conquistare gli uomini, braccarli fino a togliere ossigeno 😆 Scappa più forte che puoiiii

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  2. non è che se rido da reception in poi io non abbia calcolato che ogni tuffo ti costerà 5 euro e non potrai avere metà mese per 30 senza scollarti la povera defunta.
    Mi sei sembrato Hugh Grant in 4 matrimoni e un funerale quando siede al tavolo con le ex a cui ha raccontato aneddoti l’ una dell’ altra, e poi finirà per arrivare all’ altare con faccia di c….. attento !

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  3. Hai frainteso tutto… probabilmente, lei, la cena non la volena neanche 😀
    Che belle situazioni di disagio. Fortuna che avevi l’auto di servizio, se no dovevi fare in questo modo:

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    • Ti dirò in certe situazioni ho dovuto infatti imparare a padroneggiare le arti magiche. In particolare quella di scansare le incombenze, sembra che io sia lì per farmi assegnare un compito e invece in quel momento ho materializzato dal nulla un’altra cosa da fare che mi impedisce di darti ascolto.

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      • Sto affinando anche io questa capacità… mi vuoi scaricare la patata bollente? Io, stranamente, sono già ricolmo di lavoro.
        Ps: vorrei comunque dire che la patata bollente, in un modo o nell’altro, mi arriva comunque con la scusa del giocoliere.

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  4. Ah ah l’educazione a volte è un bell’ingombro! Per fortuna avevi la macchina aziendale, se usavi i mezzi pubblici eri fregato. Un bello spot contro i mezzi pubblici, peraltro! La tua ex e’ pervicace. Chiamare ogni sei mesi sembra quasi chiamare la vecchia zia al paese, però. Non si capacita ancora? Hai lasciato un bel ricordo, bravo!

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  5. scusa eh, ma questa è come la volta del messaggio la sera tardi: se l’ex ti invita a casa per un caffè, non è MAI solo il caffè.

    mille ragazze possono invitarti a prendere il caffè e non è detto che abbiano un doppio significato, ma questo non vale per gli ex.
    MAI.

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Si accettano miagolii

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