Non è che ti ammazzi di SEGA perché non hai manco un’Amiga

Non sono un videogiocatore incallito, per quanto ami concedermi momenti di puro piacere solitario con una PlayStation.

È per questo che mi capita di non essere tanto informato su alcune novità del mondo videoludico che a occhi altrui possono essere comuni e scontate quanto l’acqua calda.

Una delle ultime scoperte che ho fatto è che esistono canali di streaming dove c’è gente che guarda altra gente che gioca in tempo reale.

Il menù della mia PlayStation ha una sezione che raccoglie tutte le trasmissioni live.

La mia domanda è: perché mai dovrei guardare altra gente che gioca? Senza giocare a mia volta ma giusto per il piacere magari di commentare.

È come guardare un porno per il gusto di dare i voti alle prestazioni!

Non lo capisco. Sarà un mio limite o forse un trauma di gioventù.

Mi ricorda di quando mi trovavo a casa di qualcuno che aveva i videogiochi – all’epoca Commodore 64 o l’Amiga 600 o tutt’al più al massimo un sistema SEGA – e io potevo al massimo fare da spettatore.

– Posso fare una partita?
– No, lo rompi.

Disse una volta il tale mentre intanto stava dando uno strattone al joystick come se stesse tirando il collo a una gallina.

Certo capisco che ognuno sappia come trattare le proprie galline e quali siano le manovre giuste ma dal suono che usciva dal joystick quella gallina non sembrava contenta.

Pollame a parte, il più interessante fu quello che disse “No. Lo consumi”. In che senso? 10 minuti di partita comportano un’usura del materiale eccessiva? L’omino all’interno del videogioco chiede il prepensionamento per troppo lavoro?

La più classica risposta di diniego era comunque

– Tanto non sai giocare
– Se non provo mai è ovvio che non so giocare
– Appunto

Considerato quindi che ho già guardato abbastanza altre persone giocare non potendolo fare a mia volta, non credo quindi di aver tutto questo interesse alla mia età di osservare gli streaming di questi individui che, magari, erano proprio persone che nell’infanzia non lasciavano partecipare gli altri!

Com’è come non è, comunque, di guardare i porno invece non mi son stancato.

Ma lo faccio solo per dare i voti alle prestazioni.

19 Pensieri su &Idquo;Non è che ti ammazzi di SEGA perché non hai manco un’Amiga

  1. io te lo dico: tu avevi brutti amici!
    Il Principe guarda quella roba lì per scoprire i segreti, per superare un qualcosa che gli riesce ostico.
    E gioca online facendo squadra con altri… è un modo per fare amicizia anche questo.

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  2. La SEGA è un’attività tradizionalmente solitaria; sarà forse per questo che la si condivide difficilmente? Oltretutto, sentirsi dire cose tipo “spariamoci il SEGA insieme” potrebbe spaventare i meno aperti di mente, e comunque non tutti sono interessati a quel tipo di situazioni

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  3. Davvero gustoso questo tuo post! Io sono una vecchia cariatide dei videogiochi, alla veneranda età di 49 ancora sperpero tempo (sempre meno) e soldi in questi trastulli che sono comunque evoluti in qualcosa di più, alcuni sono esperienze immersive, altri piccoli capolavori d’espressione digitale, non tutti chiaramente, ma ci sono segnali di maturazione del medium. D’altronde anche il Cinema è cambiato dalla locomotiva dei fratelli Lumiere e dalla comicità muta di quei grandi come Keaton e Chaplin. Me lo sono davvero gustato e sono d’accordo con il Principe che avevi brutte conoscenze 😉
    L’umatell videoludico è un po’ atipico come voyeur (indubbio il piacere che ne ricava da questa passiva attività). Da bimbo, finite le monete o gettoni, guardavo anche io i più bravi ai cabinati: imparavo e sbirciavo un po’ di quel mondo alternativo che mi era precluso data la mia scarsa abilità. Con l’avvento delle console, nei giochi dove non era previsto il gioco in split-screen o in contemporanea, mio fratello e io ci scambiavamo il joypad alla dipartita dell’avatar perché di giochi non ne avevamo molti. Insomma l’umarell videoludico di una volta era spinto da necessità; oggi negli MMO il voyeur è probabilmente lo stesso che si sorbisce lo youtuber di turno che si dimena davanti a una telecamera (questa io davvero non la capisco, ci ho provato, mi sembra la fiera degli sfigati…ma sarà sicuramente l’età)
    Perdona la lunghezza del commento (ma mi viene così)

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    • No anzi ho apprezzato l’esperienza di vita vissuta!…Concordo, una volta eri costretto a guardare per forza di cose: oggi nessuno ti costringe e allora perché mai farlo? Sembra che la libertà sia diventata quella di far cose che un tempo ti avrebbe rotto le palle fare.

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      • Ti senti parte di una comunità.Involontariamente ho assistito a un (goffo) approccio di un bimbetto sui 12-13 anni (lui corpulento) e una coetanea (lei prometteva bene): si vantava di conoscere non so quale youtuber di successo (?!?) e che gliel’avrebbe presentato. Ha iniziato a raccontarle una serie di ardite frottole condite da aneddotiche improbabili tali che mi attendevo un veloce benservito. E invece la dolce creaturella gli teneva dietro con domande e interesse. Ti giuro che ho capito la metà di quello che dicevano. Lungi da me avere giudizi generazionali (che mi vedrebbero perdente e patetico) ma credo che certe cose noi non le potremo mai capire veramente (come già è successo a noi con i nostri genitori)

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Si accettano miagolii

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