L’anno scorso, durante le pulizie decennali, misi in vendita alcuni manga. Un tizio che prese contatto con me, dopo aver concordato la transazione, mi scrisse poi
– Spero che tu non sia un truffatore
Faccia triste compresa. Al che ero molto tentato di rispondergli
– Oh no! Pensavo di essere riuscito a gabbarti, invece sei troppo furbo per me!.
Mi ricorda quelle signore che dal salumiere o dal macellaio dicono
– Mi dia un etto di…Ma è buono?
E io vorrei che un commerciante, in nome di tutti gli operatori alimentari che se lo sentono chiedere, rispondesse, per una volta:
– Guardi signora, è proprio una merda, speravo di sbolognarglielo.
Ho un rapporto ostile con le ovvietà, le domande retoriche e/o banali. Il sarcasmo becero è la prima reazione istintiva che provo.
Mi ricordo poi quando mi avviavo verso la porta di casa, abbigliato non certo in modo casalingo, e Madre chiedeva
– Esci?
– No, Madre, questa è la mia tenuta da giardinaggio. Dicono che alle piante bisogna parlare, ma credo sia necessario anche un abbigliamento adeguato, non trovi?
Che dire di quelli che, quando su un treno a lunga percorrenza in prossimità della tua fermata tu ti alzi e ti avvicini alla porta, ti arrivano da dietro chiedendo
– Scende?
– No, guardi, mi piace contemplare la porta che si apre e si chiude. Mi ricorda la caducità dell’esistenza.
Ma l’esperienza in realtà insegna che non bisogna mai, mai porre limiti con le persone.
L’esempio che porterò sempre con me è quello fornito da un aneddoto che, a distanza di anni, ancora raccontano i miei e i loro amici, riguardante un loro amico noto per esser astuto come un cervo.
Una sera, incontrandosi in piazza come sempre, costui chiese ai miei:
– E il piccolo Gintoki (allora avevo 3 anni) dove lo avete lasciato?
Padre, per far lo spiritoso, disse
– L’abbiamo mandato al cinema
– Ah, c’era qualche film della Disney?
E allora mi ricorderò sempre di non dar mai per scontato fin dove possano spingersi le domande altrui.
Fai bene a non dar per scontato ora. Tra un mese è tempo di saldi e vengon via con poco!
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Ottimo! Allora…si saldi chi può!
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All’arrembaggio! 😁
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Io rispondo sempre cosi alle domande ovvie di mia madre ❤
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Anche “come va?” “male grazie e e tu?” mi piace un sacco!
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O la variante “Non c’è bene, grazie”
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Stupendaaaaaaaaa
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E la variante: “a parte la vita, tutto ok?”
Come ti sembra?
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Volevo scrivere… a parte la vita, tutto ok!
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Ma anche come domanda andava bene! Anzi, meglio!
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In effetti sì. Funziona bene in entrambe i modi
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Io vorrei solo dire: ovvio per ovvio, sessantaquavvio.
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Era la mia ipotesi di titolo numero due. Traine le conclusioni…
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😀
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E il “sei a casa?” Quando ti chiamavano sul telefono fisso 😕
Mio padre a volte diceva che eravamo fuori ma avevamo un filo lungo
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Ahahahah!
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AHAHAHAH idolo!
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pensa….tra 9 anni ti tocca ripulire….😱
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Non mi ci far pensare!
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🙏levami dallo spam!!!!
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A me fa troppo incazzare quando ti chiedono: “come va?” Che te devo di se non il classico “bene”? Se posso, gli rispondo: “ma una merda come al solito”.
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Oppure: che hai fatto oggi? Allora se posso rispondo: “schifo, come al solito”
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Sì che poi ci sarebbero due “come va?”: il primo quello interessato a far conversazione (molto raro), il secondo che è “non so che dire quindi chiedo come va un po’ come dire Bella giornata oggi”. Ecco, la tua risposta ci sta bene coi secondi casi.
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Quando avevo la libreria con una mia amica, all’ennesima che è entrata dicendo “mah, cercavo un libro.” La risposta è stata ” pensavo due etti di prosciutto!”
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AHAHAHAHAH
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Sì, era un locale da cabaret… infatti abbiamo chiuso
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Dovevate fare il contrario, aprire un locale da cabaret che però vendeva il libri!
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Ci abbiamo pensato ma era troppo tardi ormai…
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Quello dei manga è un furbologo secondo me.
Gli altri, invece, alludono.
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E se quello dei manga stesse rialludendo?
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Furbologa anche lei!
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EMPFTH
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Sob!
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ecco, ma la domanda “sei venuta?” (specifica di certe situazioni) è da considerarsi scontata?
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– Sei venuta?
– Sì ma avrei fatto meglio a non venire e restare a casa.
La imprevedibile reazione a una scontata domanda.
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Avevo letto tanga e per un attimo ho pensato che tu fossi davvero un truffatore
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Potrei truffarti facendoti credere di aver tanga da venderti.
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Potevi mandarli al tizio dei manga! Poi gli dicevi che c’era stato un errore di battitura.
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Ma eri davvero al cinema?
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Certo! Solo che ero arrivato a proiezione iniziata perché non trovavo parcheggio…
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Ti presto il mio fidanzato. Riesce a fare almeno una decina di domande scontate al giorno. Ormai sono diventata esperta di risposte in cui sviluppare al meglio la mia inventiva. Giusto ieri, eravamo al mare, mentre mi stavo mettendo la crema doposole, con tubetto davanti agli occhi, mi ha chiesto “ti stai mettendo la crema doposole?”

“No, spalmo guano di gabbiano, dicono faccia bene per le scottature”
(faccino triste)
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Io avrei detto “No, è senape, ora mi metto anche dei rametti di rosmarino e poi mi impano nella sabbia prima di cuocermi” 😀
Comunque vedila così, come giustamente sottolinei stimola la tua creatività!
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Infatti… a volte quasi divertente! 😉
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