Non è che devi dire alla gente di scansarsi prima di lanciare un prodotto sul mercato

Il marketing è tra le cose che mi affascinano di più.

La genialità sta nell’andare sempre incontro ai bisogni della gente, di prevederli o anche, come sosteneva Stefano Lavoro, di crearli laddove non ce ne sono.

Così, quando qualcuno ha iniziato a diventare oliodipalmafobico, sono iniziati a comparire prodotti senza tal ingrediente.

Quando ha preso piede la follia collettiva del mangiare senza glutine pur non essendo celiaci, i supermercati hanno raddoppiato gli scaffali di prodotti gluten free.


Almeno questo è un bene per i veri celiaci, ovviamente: 15 anni fa ricordo che una mia compagna di classe, celiaca, doveva andare a comprare il cibo a 20 km di distanza. Su ordinazione.


Il cibo gourmet. Passi quello preparato da uno chef stellato, ma che il pub di Giggino il zozzoso serva un panino 5 piani hamburger, bacon fritto, anelli nuziali di cipolla, cheddar esausto (il famoso cheddar una volta…) funghi tribolati (hanno subìto maltrattamenti) con soppalco (abusivo ma poi condonato) di parmigiana di melanzane con totale di 1500 calorie – contorno di patate fritte nell’Agip Sint 2000 escluse – e me lo faccia pagare 13 euro perché “è gourmet” mi sembra un po’ una truffa.

La guerra dichiarata da alcuni anni alle taglie 40 e ai modelli di fisico troppo distanti dalla realtà ha indotto molte case di moda a utilizzare modelle di taglie superiori e/o non ritoccate con Photoshop.

Anche in questo caso, può essere visto come un bene e un piccolo passo di civiltà. Io non posso fare a meno di vederlo come un semplice tentativo di crearsi e/o esplorare altre fette di mercato, con buona pace della civiltà.

Non voglio comunque entrare nel merito di ciò, anche perché c’è già tanta gente che dibatte su quale utilizzo fare del corpo femminile. E quelli che dibattono, tipo me, non hanno neanche un corpo femminile. Alcuni non hanno neanche un corpo ma solo una testa di cazzo.

Tutti gli esempi che ho fatto sono soltanto propedeutici alle mie riflessioni su come entrare nel mondo del marketing, in quanto prima o poi debbo decidere cosa fare da grande.

Ho pensato quindi a delle idee che, forse, in futuro potrebbero ispirare nuove linee di prodotti appositi dopo una adeguata campagna di sensibilizzazione sociale.

Il gluteo-free: secondo uno studio dell’Università di Baden-Baden, nel Baden-Württemberg (Baden-Germania, Baden-Europa Centrale) la costrizione continua dei muscoli delle natiche ad opera dei capi di abbigliamento (in particolare i jeans) sarebbe collegata all’insorgenza di patologie. A prescindere da quali esse siano, se c’è una patologia e si indossano dei pantaloni, il collegamento è immediato anche se i grandi marchi di abbigliamento tendono a negare.

Sarebbe quindi consigliabile indossare capi che lasciano le natiche scoperte. Tra le star questo stile di vita è già noto e tra le prime a proporre il vestiario salutista fu, in tempi non sospetti, Christina Aguilera, qui in una diapositiva durante una convention gluteo-free:

Il gluteo-free è una filosofia perfettamente compatibile con la propria vita, come dimostra questo distinto signore che si reca al lavoro in scooter:

– Un altro studio, comparso sulla rivista di divulgazione scientifica Confidenze (che confida nel fatto che tu non lo dica ai Poteri Forti), ha invece illustrato i vantaggi della dieta Vegana.

Il corpo umano, infatti, seppur celebrato come macchina perfetta, si presenta alquanto debole e fragile.

Ne sa qualcosa Actarus, che per difendere i Terrestri dai forti nemici guidati dal Re Vega, deve ricorrere a un’astronave-robot. Che cosa mangiavano mai i Vegani per essere così grossi e temibili?

Vegani soddisfatti dei loro fisici possenti frutto di una corretta alimentazione.

D’altro canto, Goldrake sconfiggeva i Vegani mangiando libri di cibernetica e insalate di matematica, quindi secondo alcuni dissidenti il segreto di longevità sarebbe una dieta contro-Vegana!

– Il Professor Vlad dell’Università Carpatica della Transilvania, infine, ha illustrato il suo punto di vista sulla dieta del gruppo sanguigno.

Secondo il Professore, una dieta ben bilanciata deve contenere la giusta alternanza tra A, B, AB e 0.

Non d’accordo con lui il Professor Van Helsing, ma quest’ultimo è pagato dalla lobby dei venditori di aglio.


Questo post non intende offendere o deridere coloro che, per scelta o obbligo di salute, seguono un regime alimentare particolare. Ha invece l’intento di offendere e deridere coloro che si auto-prescrivono regimi alimentari secondo gli orientamenti del webbe.


Se non sono riuscito nell’intento di offendere e deridere coloro che si auto-prescrivono ecc. mi emendo.


15 Pensieri su &Idquo;Non è che devi dire alla gente di scansarsi prima di lanciare un prodotto sul mercato

  1. A me ‘sta storia dell’olio di palma mi ha rotto le palle. E’ il classico esempio di cattiva informazione.
    Comunque i titoli che dai ai tuoi post sono un ottima mossa di marketing, genio!

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  2. I tuoi articoli sul marketing sono sempre illuminanti e, questo, è sintomo del fatto che sei stato pagato da qualche società elettrica per parlare dell’argomento.
    Brutto brutto brutto.
    Sono convinto che ogni minchiata nutrizionale debba essere supportata da studi di matrice nordica: nell’università di Hakkijkkakalalajaj in Finlandia, i ricercatori hanno scoperto le proprietà organolettiche della tazza di letame. O, i ricercatori dell’Istituto di igiene metale di Tromboe in Svezia hanno capito, per primi, che mangiar sassi non è da scemi. Infatti si dice: o sei scemo o mangi sassi.

    La moda gluteo-free la adottavano anche i Manowar nei tempi che furono. Evito le foto per non sollevare ulteriori polemiche alimentari (nel senso che ti passa la fame).

    Il Prof. Vlad, oltre ad aver capito la dieta del gruppo sanguigno, aveva anche detto quella famosa frase: L’importante è IMPALARE.
    Sagge cose.

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  3. Avrei qualche remora sul gluteo-free. In motocicletta la sella col sole si scalda, non so quanto sia pratico. Per il resto sei riuscito ad offendere e deridere a dovere, non credo tu debba emendarti.

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  4. Beh, un pò come i fissati dei prodotti Bio. I supermercati ne sono pieni e 4 pomodorini di provenienza bio puoi anche arrivare a pagarli oltre le 3 euro. Dico 3 piccadilly. Idem per la frutta e tutti i derivati, salvo poi renderti conto che dopo un mese quei pomodorini bio sono ancora lì sullo scaffale, rimasti invenduti e comunque intatti.
    Il vero bio posso dire di averlo assaggiato. Un pomodori bio (concimato con feci di pecora come si faceva una volta e senza un pesticida) termine di tre giorni dalla raccolta si deteriora. Se non si deteriora comincia a fare delle macchie che indicano il raggiungimento della maturazione. Anche le rape sono la stessa cosa. una volta cotte devi pulirle entro la giornata (se sono davvero biologiche) altrimenti fioriscono l’indomani, soprattutto se sono ancora bagnate dalla pioggia. Le ciliegie bio non sono quei minuscoli puntini sbattuti a 5 euro all’etto, ma roba che sembrano assimilabili a delle mele e ti giuro che hanno un sapore che non ti dimentichi. Stessa cosa per il pollo allevato a terra: prova a fare un brodo con il pollo che ti regala tua nonna (allevato dietro casa, in giardino, con mollichine di pane e semini) e vedi che sapore!

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    • I miei il pollo lo comprano in fattoria. La cosa che salta all’occhio è che a parte che la carne è scura e non color bianco sanitari da bagno come quella da supermercato, la coscia è lunga e muscolosa e la carne non viene via appena la tocchi e una volta cotta non si rimpicciolisce fino a diventare la gambetta di un chihuahua.

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