Non è che quando sei stufo vai dal barbiere per darci un taglio

Ho tagliato i capelli perché speravo di non riconoscermi.

Per un po’ ci sono cascato, finché non sono arrivato a casa e, guardandomi allo specchio, mi sono chiesto Chi sei? Vattene da casa mia prima che chiami la polizia. Allora ho gettato la maschera. Nel bidone della latta, perché era una faccia di tolla.

Si trattava di un bluff perché in realtà non saprei come chiamare la polizia ungherese. Conosco il numero ma non so se chiamandola in altre lingue sappia rispondermi. E, inoltre, “polizia ungherese” è troppo lungo da dire: il tempo di esclamarlo e il malintenzionato è già scappato (Troisi docet).

Di cattivi soggetti a parte il sottoscritto comunque non ne ho visti mai nella mia zona.

Il caso più interessante – per rendere l’idea – si è verificato la settimana scorsa, verso mezzanotte. Un semplice ubriaco che cantava giusto sotto la mia finestra. O forse era uno sobrio che cantava canzoni di un ubriacone (tipo Vászko Rószi, noto artista magiaro).

Volevo omaggiarlo della performance con qualche frase apotropaica dialettale ad ampio spettro geografico (cioè coprendo un ventaglio di improperi Nord-Sud), solo che ha smesso dopo poco. Mi sono sentito molto triste. Un essere umano dovrebbe pur aver diritto di sfogarsi col primo ubriaco di passaggio. Tanto lui beve per dimenticare, quindi non avrà memoria dell’accaduto.

Quando abitavo a Blaha, una zona un po’ più borderline, qualcuno è stato da me apostrofato male ma credo fosse troppo ciucco per rendersene conto. Erano comunque ubriaconi a modo, mettevano le lattine di birra nel cestino.

Il riciclaggio è importante. Vorrei darmi a quello del denaro.

Ho imparato da molto tempo a separare i rifiuti.

I due di picche, ad esempio, vanno nell’organico. Perché in fondo tutto si riduce a una questione di organi.

I feedback negativi al CV vanno nel vetro, perché sono speranze in frantumi.

Gli intenti positivi bloccati sul nascere, nella carta, perché sono castelli di tal materiale.

I Non lo so, nell’indifferenziato.

Potrei aggiungere altro ma temo di non riconoscermi più. Già ho avuto problemi a identificare collutorio e shampoo, causa flaconi simili.

Almeno, comunque, ora il mio taglio di capelli non perderà lo smalto di un tempo.

14 Pensieri su &Idquo;Non è che quando sei stufo vai dal barbiere per darci un taglio

  1. Bisogna anche ricordarsi di tenere un barattolo per i bei pensieri e le opportunità da costruire nella scatola dei lego.
    ( Io, causa flaconi identicimapropriouguali cambiava solo la scritta, mi son messa il gel spray in faccia e ho tentato di aggiustare i capelli con il tonico per il viso… lo so…sono idiota)

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  2. – I silenzi opprimenti, caro Gin, vanno nei rifiuti ingombrati (per ovvie ragioni).
    – Le risposte piccate, a mio vedere, vanno nei rifiuti chimici e nei prodotti che distruggono l’ambiente a causa dell’alto contenuto di veleno.
    – Le pillole di saggezza non richieste vanno, ovvio, nei medicinali.

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  3. Il colluttorio al tè verde mi ha ricordato il buon Mao Ze Dong che invece di lavarsi i denti se li sciacquava con detto infuso. Non fecero una bella fine.

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Si accettano miagolii

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