Non è che nell’appartamento ci sia chiacchiericcio solo perché ci sono stanze comunicanti

Ho un blog perché non sono bravo a comunicare.

Il che può sembrare un controsenso. Il blog è uno strumento di comunicazione. E credo che un minimo, tramite i testi, io riesca a trasmettere dei pensieri.

Non è direttamente consequenziale, però, che riuscire a mettere due parole in croce su una pagina equivalga a saperlo fare nel relazionarsi con le persone. Anzi.

Non so se io sia nato incapace a comunicare o se abbia perso la capacità nel corso della vita. Forse è stato nel Vietgatt. Forse in Bolivia con Che Gattara.

A 15 anni comunque già pensavo che io e il resto del Mondo parlassimo lingue diverse. Ma a 15 anni già è tanto sapersi allacciare le scarpe senza dover fare il triplo nodo per non farlo sciogliere, figurarsi mettere due concetti in fila indiana.

A casa forse a livello di ascolto/comprensione/comunicazione ho avuto segnali fuorvianti.

Madre è il tipo di persona che se le muovi una critica o le dici qualcosa che la urta si rinchiude nel mutismo e, come un’inglese, tiene il brunch.

Con Padre invece le conversazioni hanno sempre seguito due princìpi semplici:
– Hai ragione se gli dai ragione. Quindi non c’è motivo di discutere se lui ha ragione.
– Hai torto se gli dai torto. Quindi non c’è motivo di discutere se hai torto.

Se insisti è perché forse non hai afferrato il concetto, quindi affinché possa entrarti in testa alza la voce per superare la barriera del timpano.

Al di là di queste note di colore familiare, ho da tempo maturato la rassegnata convinzione che sono io a non essere in grado di esprimermi. Se non riesco a trasmettere i miei concetti questo non è un problema dovuto agli altri. Accade con più persone, in più contesti.

Ci sono occasioni comunque in cui fatico a tenere salda questa mia convinzione.

La mia collega, CR, ad esempio delle volte mi sembra proprio una vera tonta.

È una persona che stimo per le tante belle qualità che ha ed è una grande amica, ma mi lesiona il sacco scrotale tutte le volte che le dico una cosa e siccome non l’ha capita mi guarda con l’espressione della gallina che osserva una foglia di lattuga in mano al fattore.

Inoltre ho notato che lo stesso atteggiamento lo ha anche la sorella. Quindi è proprio un tratto genetico.


Ma anche queste sono note di colore.
Come disse l’imbianchino al figlio: Un giorno questo colore ti sarà utile.


A volte mi vien da rinunciare a provarci. A dire qualcosa che sia un qualcosa, intendo.

A quelli che obiettano e contraddicono prima che tu abbia terminato di esprimere il concetto.

A quelli che interpretano a modo loro ciò che hai detto, in base a un’idea precostituita nella loro mente.

A quelli che danno una connotazione negativa a ciò che dici, perché pensano tu l’abbia detto per offendere o criticare o giudicare.

A quelli che devono stravolgere o estremizzare i concetti per invalidarli ed evitare un confronto su base razionale.


Il cosiddetto argomento fantoccio o argomento uomo di paglia o straw man argument.


Io rinuncio.

Evidentemente non sono in grado di far pervenire un messaggio al prossimo. Mi esprimo male o, ancora, sono fraintendibile. Ammetto poi di non aver pazienza e diplomazia e questo non giova al mio intento. Ho la calma di Vittorio Sgarbi sotto effetto di caffeina.

Comunicare non fa per me e persistere è un gioco inutile.

È come se mi incaponissi a voler infilare triple come Stephen Curry.

Non sono in grado, perché andare avanti? Troverò altro da fare, un’altra attività. Comunicare non è mia abilità. Si può stare in mezzo alle altre persone lo stesso tenendosi sul generico.

L’alternativa sarebbe quella di rispondere e argomentare soltanto in forma scritta. Certo i tempi sarebbero dilatati in modo abnorme, ma forse potrei lanciare una moda.

Potrei anche offrire un servizio a pagamento. La risposta posticipata, su qualunque argomento.

Vi sentite a disagio nel dare una risposta a chi vi ha chiesto di uscire? Dovreste far presente a qualcuno che il suo comportamento non è stato appropriato in una determinata situazione? Non sapete come argomentare la vostra posizione in una discussione? La risposta posticipata è quel che fa per voi!

Si offre consegna telematica, postale e, in futuro, non escludo anche di persona!

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No perditempo, no ore pasti e pisolini vari.

31 Pensieri su &Idquo;Non è che nell’appartamento ci sia chiacchiericcio solo perché ci sono stanze comunicanti

  1. Ohibò, non l’avrei detto!
    Sul blog sei bravo a comunicare ed hai una vena ironica non indifferente, molte volte sei addirittura spiazzante. A me non sarebbe mai venuta in mente l’idea della risposta posticipata.
    Ti sei meritato una bella ciotola di croccantini di pesce! 🙂

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  2. La risposta posticipata!… le mie risposte migliori. Certo, il fatto che mi arrivino in piena notte e che decida al mattino di tenerle tutte per me, questo è un altro discorso… ma mi arrivano in testa delle risposte posticipate ME RA VI GLIO SE!

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  3. Questo è la continuazione del post sulla stanchezza dell’altro giorno? Stanchezza posticipata? Bell’affresco di comunicazione familiare, capita spesso… se la collega ha altre qualità sfrutta quelle, e anche quelle della sorella se è il caso. L’altra sera ho visto Vittorio Sgarbi dormire. L’avevano sedato evidentemente, faceva tenerezza. Non ridurti così, mi raccomando!

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  4. Ti volevo fare i complimenti (in privato perché mi imbarazzo a fare ‘ste robe) perché il tuo è uno dei pochi blog che leggo volentieri, in quanto scritto benissimo e molto comunicativo, ma visto che non sai comunicare me li tengo per me, magari non sei tu che scrivi… ahahah 😀

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  5. Ho il tuo stesso problema, capisco il dramma amico. Ho fatto milioni di autoanalisi, ho provato a raccontarlo agli altri, ho provato a chiudermi, ad aprirmi e poi convincermi che non fa per me. Ogni strada esplorata non ha portato una soluzione. Frustrante.
    Non avendo mai abbandonato del tutto la speranza di risolvere questo problema di incomunicabilità con il genere umano, sto ancora in fase di sperimentazione. La via di pensiero sulla quale mi muovo ora è: può essere probabile che non riesca a farmi capire perché fondamentalmente non ascolto? Non empatizzando con quello che mi dicono, forse non riesco nemmeno ad arrivare perché ho chiuso il canale connessione.
    Ci hai mai pensato?

    (Hai per caso vaghi ricordi di una sorella? Perché i tuoi Padre e Madre sono esattamente i miei Padre e Madre)

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    • Mah in realtà mi ritengo un buon ascoltatore e la gente mi parla spesso e si trova bene. Posso dire anzi che mi sento più abituato ad ascoltare che a parlare. Il che sarebbe comunque una spiegazione: potrebbe essere ‘mancanza di allenamento’.

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  6. Secondo me son gli altri che son scemi.
    O non ascoltano.
    A tal proposito, avrai notato che molti non leggono quindi non so se la risposta posticipata possa avere un futuro.
    Comunque al lavoro ci hanno fatto fare un corso sulla comunicazione. Ora riconosco molto meglio i problemi aziendali di comunicazione.

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