La bravura di un capo si vede dalla sua prontezza di riflessi.
Anche a distanza – essendo tornato in Terra Stantìa approfittando del 15 festivo in Ungheria – non si può esser in salvo e così, in occasione della visita alle piantagioni da parte dell’Uomo del Monte, mi è stato chiesto di partecipare a una riunione via Skype.
Ho passato la serata precedente a pensare a dove girare il computer, dato che la mia vecchia stanza ha una parete che sembra quello di un 15enne. Ci sono poster dei tempi del liceo. I segni del tempo ci sono tutti. C’è una Suicide Girl che credo ormai sia nonna. Tra l’altro con l’ingiallimento della pagina ora sembra affetta da ittero.
L’altra parete ospita dei libri e sarebbe più seria se non spuntassero qua e là dei gatti, sotto varie forme.
Alla fine per fortuna la conversazione si è tenuta solo in audio. Mi sono chiesto come avrei potuto approfittare della cosa. Guardare serie tv su Netflix coi sottotitoli. Mettermi le dita nel naso. Fare bolle di sapone.
Parliamoci chiaro, l’intera civiltà umana si basa sul non chiedersi cosa facciano le altre persone mentre sono al telefono con noi.
Ma sto divagando. E non mi è concesso farlo, perché non sono a capo di un’azienda.
L’Uomo del Monte, dicevo, dopo essere stato silente per i primi 10 minuti ed aver ascoltato cosa dicessimo noi Inferiori e cosa dicesse il Tacchino, nostro amministratore, appena ha avvertito che il discorso si stava spostando su cose francamente scomode da giustificare (perché se continuano a ripeterci che le società di Budapest e Bruxelles sono sorelle, sono la medesima cosa, tanto che noi abbiamo anche cambiato denominazione e ora ciò che ci differenzia è soltanto un Hungary nel nome, non abbiamo accesso al loro database?) ha iniziato un monologo durato mezz’ora in cui ha rampognato noi Inferiori.
Aspettandosi poi un atto di emendazione da parte nostra.
Che non c’è stato e, quando ho rifatto presente le criticità – che non sono mere giustificazioni – è partito con un altro monologo. Aspettando nuovamente che poi ci emendassimo.
Al che ho capito che alle mie categorie di animali da ufficio che avevo descritto in questo post vada aggiunto il Capo a gettone. Gli si lancia la monetina – in questo caso le rimostranze – e lui parte.
Il Capo a gettone è economico, non spreca risorse e non sporca. Al limite ha l’alito da lavoro – quel misto di fondo di caffè marcio e discorsi ritriti fermentati – che stende i cammelli, ma per il resto è efficiente.
Siete stanchi di discutere col vostro partner? Avete un coinquilino di cui vi volete liberare? C’è coda e vorreste far sparire le persone davanti? Il Capo a gettone è ciò che far per voi! Basta un innesco e il Capo a gettone partirà con un lungo vaniloquio che prenderà per noia anche il più agguerrito degli interlocutori!