Ho conosciuto il padre di CR.
Sono stato invitato fuori a cena con famiglia CR (padre, le due figlie e l’Ingrugnito) e amici in due occasioni, tra sabato e martedì: il compleanno di lui – da qui in avanti denominato Zèzo – cadeva ieri, ma in pratica è gestito come se fosse il Carnevale di Rio. Si festeggia infatti per una settimana: giovedì sera è prevista ancora un’altra serata.
In napoletano ‘o zèz è l’uomo che fa il cascamorto, si profonde in smancerie e complimenti, molto spesso per il solo gusto di apparire. Il zèzo, infatti, spesso agisce per colmare un insanabile egocentrismo, tanto che esercita il proprio carisma con chiunque, donne e uomini, vecchi e bambini, per attirare l’attenzione.
Esiste anche la versione femminile, ‘a zèza, che, allo stesso modo della controparte maschile, è tutta moine e vezzi e non chiude la bocca mai.
Le origini etimologiche sembra risalgano al teatro napoletano, da Zeza, diminutivo di Lucrezia, moglie di Pulcinella, che abbindolava il marito con smancerie e atteggiamenti falsi.
Il Zèzo che ho visto all’opera in queste serate è un arzillo 70enne che si è esibito in baciamano e canzoni all’indirizzo delle cameriere, oltre che nel fare conoscenza con giovani donne nei tavoli di fianco.
Ha anche illustrato a noi maschi presenti le tecniche valide per un approccio, accompagnate da aneddoti di quando sono state applicate in giro per il mondo per fare conquiste.
Una di queste tecniche è particolarmente interessante, per quanto non originale.
Il Zèzo sostiene che, quando al tavolo di fianco c’è una donna che reputiamo interessante, per rompere il ghiaccio e far conoscenza non bisogna partire all’attacco bruscamente.
Basta attendere il momento in cui lei prende in mano un bicchiere per bere e, guardandola negli occhi, alzare il proprio bicchiere in contemporanea ammiccando per un brindisi virtuale. In tal modo si crea un contatto e, cito, “poi è fatta, ce l’hai già lì, devi solo chiedere il numero”.
Ha raccontato che, una volta, mentre era seduto a un tavolino a Piazza del Plebiscito, per non farsi sfuggire l’occasione giusta ha atteso mezz’ora col bicchiere in mano aspettando il momento in cui una donna che aveva adocchiato si decidesse a bere.
Alla luce di questo aneddoto ho pensato allora di migliorare la sua tecnica, che è sì efficace ma alquanto statica. Infatti occorre star fermi e seduti a un tavolo in attesa dell’attimo propizio. Inoltre non è detto che si sia sempre così fortunati da avere di fianco qualcuna con cui far conoscenza o che beva.
Si potrebbe allora uscire di casa già con un bicchiere in mano, andando in giro a cercare occasioni da cogliere e brindisi cui ammiccare girando di bar in bar, di bistrot in bistrot, di bettola in bettola.
D’inverno magari potrebbe essere un po’ difficoltoso stare tutto il tempo per strada con la mano che regge un bicchiere, ma in ogni caso non andrebbero indossati i guanti. Avete mai visto uno che brinda coi guanti di lana? Non è elegante, suvvia.
Le bevande da portare dietro andrebbero diversificate a seconda delle fasi della giornata.
Al mattino: tazzina di caffè
Prima del pranzo: un bicchiere di Spritz
All’ora di pranzo: calice di vino
Nel pomeriggio: tazza di tè
La sera: calice di Prosecco
Dopo cena: un boccale di birra
Le bevande sopra esposte sono a titolo puramente esemplificativo. Nulla vieta di utilizzarne delle altre.
Chi volesse dunque sperimentare la tecnica e fornirmi dei feedback è ben accetto. Dimostriamo che possiamo essere zèzi migliori delle vecchie generazioni!
Rottamiamo i vecchi zezi! Io ho spesso in mano una birra in lattina o birra e brindo alle signore con quella risultando al tempo stesso classj e rudemente sexsy, non immagini quante conquiste
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Immagino, immagino! L’uomo moderno deve essere classy e sexy con quel tocco di rudità che gli dà note decise e articolate, come una grappa barriccata.
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Propongo di andare in giro con quel porta bicchieri che si mette al collo quando si va a Cantine aperte… così da evitare di tenere sempre il bicchiere in mano e tirarlo fuori solo all’occorrenza…
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Ahahah! Tu sei un genio.
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Lo so, me lo dico in molti 😉
ahhaha
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È un’idea, sai!
È pratica ed efficace.
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Embè… ma che pensi, che suggerisco cose a caso… ahahah
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Non si può mai dire, voi milanisti suggerite cose strane, come far tirare i rigori a chi non sa farlo! 😀
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No, è che aveva portato lui il pallone…
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Ci sono anche i bicchierini da campeggio che si allungano. In genere l’effetto accrescimento stupisce positivamente un po’ tutti.
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Ce l’avevo!…Doveva risalire agli anni ’70, era fatto di quella plastica che sapeva di anni ’70, ora non saprei descrivere a parole le caratteristiche della plastica anni ’70 ma non era come quella di oggi.
Comunque, sì, è un’idea, anche se devi essere sempre pronto per poderlo sfoderare e non perdere l’occasione. Cioè quello è un attimo, come ha insegnato il Maestro di cui parlo nel post. La cosa migliore sarebbe quindi allenarsi negli sfoderamenti, come un pistolero.
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Eh si, ci vuole tanta pratica…
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Se leggi solo la seconda parte del commento sembra una cosa zozza
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Lo è, lo è!
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Barney!! Barneyyy!!! ;D
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Ecco spiegato come fa Leo DiCaprio ad essere sempre in compagnia di qualche supermodel 😀
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Bravo, esatto! È la dimostrazione della teoria.
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Quando ero solito andare al pub, alzavo anche io la pinta in aria per un allegro saluto e una scintilla negli occhi.
Spesso e volentieri chi lo riceveva era la colonna del locale.
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E ci poteva anche scappare il complimento: sei la colonna portante di questo posto…
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Ahahahahahahaha
O, se eri di brutta, ti sei un po’ inquartata… 😀
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stai trascurando un dettaglio: devi anche fare in modo che la donna in questione ti guardi, quando alza il bicchiere…
Per l’inverno puoi usare un guanto di pelle, più elegante ed ammesso se fa parecchio freddo.
Se posso dare un consiglio: se capiti dalle mie parti (che qua lo spritz l’hanno inventato) attento a cosa prendi come aperitivo, perchè fanno spritz con campari e credo anche gin…
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Beh in genere se uno ti guarda te ne accorgi, nel momento in cui alzi gli occhi dal piatto, prendi il bicchiere, sollevi un po’ la testa per bere, noti se qualcuno ti fissa.
Certo, non sempre puoi essere notato: ho osservato il Maestro all’opera e a un’analisi empirica posso dire che 9 volte su dieci si nota. Quella volta che non si nota lui interviene a voce con un “salute!” per richiamare l’attenzione.
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una tecnica infallibile!
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zezi da tutte le partiiii !!!
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Anche Buzz e Woody li hanno notati: https://imgflip.com/s/meme/X-Everywhere.jpg !
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Hahahaha che facce !!!
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Ah, ah, bellissima! Ma secondo me far balenare l’American Express Platinum da un angolo del taschino fa ancora più effetto!
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Noo, rovini tutta la magia del Zèzo!
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Hai ragione! Ma è che io non riesco a stare tanto con un bicchiere in mano… tendo a vuotarlo subito…
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A parte sostituire il té con una cioccolata calda, il resto del tuo elenco di bevande mi aggrada assai! cin cin a te!
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Brindiamo!
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zezomania dilagante.
ce ne fossero!
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Ce ne son già troppi!
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o ver! ce ne son pochi di quelli che vorrei io! 🙂
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Urgono corsi di zezizzazione, allora! Potrei interpellare il Maestro e vedere se è disponibile.
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secondo me si scialerebbe a fare un corso del genere! per l’anno nuovo ti proporrei una rubrica together. Sul nostro dialetto!!!
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Sai che sarebbe una bella idea?…A me tra l’altro appassiona sempre investigare sulle origini etimologiche di parole e modi di dire in dialetto.
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Allora iniziamo a pensare come chiamarla, come strutturarla e tutto il resto? Son strafelice che l’idea ti piaccia. Dopo quel tuo articolo sul Zèzo, mi è balenata questa idea.
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Ci vorrebbe un bel titolo!…qualcosa di originale che poi faccia capire subito che sia un “vocaboletano”, cioè un vocabolario napoletano…
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già l’hai trovato!!!
comunque ti lascio il mio indirizzo di posta intanto.
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