Non è che a dicembre nel monastero addobbino l’abate

È più forte di me.
Cerco di stare lontano da determinati argomenti, per quieto vivere.
A volte ci riesco, altre volte no.
Finisco per sentire qualcosa dentro che mi rode e mi spinge verso quell’argomento.

Ho deciso quindi di parlare dell’evento principale di questo dicembre.

Il Natale.

Il Natale è come le Olimpiadi.
Si attende con trepidazione e grande entusiasmo.
Salvo poi lamentarsi perché la sua organizzazione crea tanto traffico per le strade, sperpero di soldi e, alla fine, diciamocelo, finisce sempre tutto in un magna magna.

Uno dei temi scottanti intorno al Natale riguarda il presepe.
Non si è ancora capito se non bisogna esporlo pubblicamente per evitare di attirare il terrorismo dell’ISIS oppure se bisogna invece farlo per evitare di attirare Matteo Salvini.

Per evitare problemi, Padre costruisce presepi nudi che, all’occorrenza, possono essere benissimo spacciati per modellini medioevali.

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Buonasera, buonasera, questa sera in studio avremo Caterina Sforza, Federico da Montefeltro e Lorenzo de’ Medici per discutere della riforma sul Consiglio dei Settanta, di cui avremo un plastico in studio.
[Bruno della Vespa]

Riguardo al cibo, premesso che non so bene quali siano le usanze in altre zone d’Italia, a Napoli è cosa buona e giusta fare il cenone il 24 sera, il pranzone il 25 e, poi, un pranzo anche il 26 con gli avanzi del giorno prima.

Purtroppo capita sempre che non restino avanzi dal giorno prima, quindi si cucina daccapo un pranzone per il 26 per onorare la tradizione perché sennò poi fa brutto e dicono che siamo provinciali, siamo tirati.

Negli ultimi anni una corrente riformatrice vorrebbe si riducesse il numero dei gozzovigliamenti, per dare un taglio agli sprechi alimentari e alle spese correlate.

Tale spinta riformatrice incontra l’opposizione di chi sostiene che abbiamo il Natale più bello del mondo e che vada bene così com’è.

Al coro dei difensori della tradizione ci siamo uniti anche noi non credenti/non osservanti, sostenendo che se venisse abolito il Natale non avremmo poi nulla da criticare.

Certo, rimarrebbe la Pasqua, ma quella se la filano in pochi.
Serve solo per capire in che giorno dell’anno organizzare una gita sotto la pioggia.

Perfino la celebre pastiera, dolce tipico pasquale, si è ormai votata al Natale per acquisir più notorietà.

Comunque la si pensi, al termine di ogni Natale ci si sente così:

52 Pensieri su &Idquo;Non è che a dicembre nel monastero addobbino l’abate

  1. Io vivo in climi più nordici quindi, si crede, meno legati alla tradizione della tavola. Ebbene, fino ad alcuni anni fa, il Natale si articolava così: 23 sera precena con parenti che non si sarebbero potuti vedere il 24 o il 25.
    24: pranzo di attesa; 24 sera: cena con i miei; 25 pranzo: dai suoceri; 25 sera: cena dai miei perché il 24 si era dovuto fare in fretta che a mezzanotte c’era la messa cantata e mia sorella doveva andarsene presto.
    26: pranzo da nonna che anche lei voleva fare il suo.
    Morale: mi sentivo come un tacchino all’ingrasso.
    Risultato: idiosincrasia per i pranzi e le cene comandati, a 360•

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  2. Anni fa da me in Friuli ma con metà famiglia francese si festeggiava sia il 24 (sera) che il 25 (tutto il giorno). Il 26 ci si spaccava di pop corn al cinema. Devo ammettere di essere una di quelle odiose personcine che ama il Natale o meglio, amo tutto ciò che lo precede, in questo periodo infatti mi faccio schifo da sola : D Però il presepe non lo facciamo più, ma per pigrizia e poi non se lo cagava nessuno, tutti preferivano l’albero. Ora non facciamo manco più l’albero ma decoriamo le scale a mò di albero di Natal. Tutte le polemiche che girano in questo periodo contro al Natale fanno parte dell’atmosfera natalizia e quindi mi piacciono.

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  3. Belli i plastici di tuo Padre! Qui siamo abbastanza morigerati: 24 sera cena di pesce, 25 abbuffata a pranzo (oddio, abbuffata: rispetto ad altre latitudini e altri tempi e’ poco più di un antipasto) e sera minestrina, 26 avanzi e poi al cinema a vedere qualche c.ata. Gli ultimi due anni Lillo e Greg, per dire. Una volta facevo di meglio, decisamente…

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  4. Lo vorrei anche io un presepe come quello! Anche perchè non saprei dove mettere un presepe tradizionale.
    Ora ho anche il problema dell’albero, che il mio gruppo di giovani gatti, secondo me, tira giù tutto!

    Da me si fa il pranzo a Natale. E basta per una settimana… Poi, avendo un’amica napoletana, con figlio di nome Stefano, è da tempo che si è instaurata l’abitudine del pranzo il 26 da lei, con la minestra di S. Stefano, che è meravigliosa.

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  5. Anche da me c’è la cena del 24… il pranzo del 25… poi la cena del 25… poi il pranzo del 26… e infine la crocefissione del sottoscritto con relativa resurrezione qualche giorno dopo.

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  6. Pensavo di aver vissuto il Natale più brutto della mia vita nel 2009, il primo Natale senza mia figlia. Ma mi sbagliavo, perché mia figlia dopo pochi giorni sarebbe tornata con me. Invece mia madre, che quest’anno non ci sarà, lascia un vuoto che non si potrà mai più colmare.
    Ma io ho la risposta a tutto: VODKA!

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  7. Noi per non sbagliare facciamo un po’ tutto: presepe tradizionale, albero nordico, inizio delle festività a partire da Halloween, finiremo prima o poi per celebrare anche Hanukkah e la nascita di Maometto, così, tanto per confondere un po’ le idee a Salvini 😀
    (io adoro le commistioni)

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Si accettano miagolii

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