Oggi la Castora, dopo che in un meeting precedente aveva spronato a produrre di più, ha detto più volte che dobbiamo “push! push! push!” e io su questa cosa di spingere ho continuato a vederci metafore defecatorie, sarà perché forse non sono mai uscito da quella che Freud definiva fase anale o perché ormai lei la vivo come un dito nel sedere.
Quindi comunque torniamo sempre in quella fase.
Non è stato un buon inizio settimana.
Forse il contrappasso per essermi alzato dal letto stamattina in stato d’animo positivo, dopo il fine settimana. L’allegria è cosa vietata dalla Risoluzione ONU 132454, che prescrive che il lunedì l’umore debba invece avere le sfumature degli scarichi di un bagno chimico dopo un concerto dei Meshuggah.
Durante il week end sono andato a far visita alla Trallallà.
Avrei scritto “Sono andato a trovarla”, ma non si era persa.
Ho fatto il viaggio più lungo che ho fatto sinora in vita mia: 12 ore di autobus, partito il venerdì sera da Nepliget – l’autostazione di Budapest – e arrivato il giorno dopo.
Ho dormito a tratti, sempre cercando di trovare la miglior posizione per dormire in un autobus. Dicono che non esista ma io invece ci credo. Spero nelle prossime occasioni di trovarla prima di trasformarmi in un quadro di Picasso, periodo cubista.
Non ricordo molto del viaggio, a parte che quando aprivo gli occhi e guardavo fuori mi sembrava di stare sempre nello stesso posto e, inoltre, due ragazzi ungheresi che avevo alle spalle non facevano altro che divorare snack. Hanno cominciato con le patatine a Budapest e poi molti chilometri dopo hanno concluso con dei sandwich che dovevano contenere dei peperoni, a giudicare dall’odore che spandevano.
A bordo c’era un musicista di strada croato con passaporto ungherese e che parlava italiano che amava far conversazione. L’ho visto attaccar bottone alla partenza con un italiano che aspettava l’autobus accanto a me. Ho subodorato subito che il musicista fosse di quelli appassionati di sartoria, nel senso che attaccava pezze. Mi sono allora allontanato fingendo di aver visto tra la nebbia un lampione che avevo già incontrato a Monaco di Baviera nel 2012.
Ogni volta che aprivo gli occhi, oltre al paesaggio uguale e i due mangioni dietro, udivo il musicista ciarlare.
Poi a un certo punto mi sono svegliato e lui non c’era più. Forse l’avranno ucciso e dato in pasto ai due dietro di me.
Poi non mi ricordo più null’altro, il tempo è trascorso veloce. Ricordo poi di aver aperto gli occhi e c’era la Trallallà seduta sul letto che mi chiedeva di allungarle le mie pantofole per andare in bagno.
Allora ho pensato che tutti abbiano diritto ad avere chi presta loro le pantofole per andare in bagno e il pensiero di aver potuto compiere quest’atto mi ha fatto riaddormentare felice.
Il fortunato incontro col lampione è stato senza ombra di dubbio causa della tua felicità imprevista questa mattina.
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Sono stato felice di sapere che stesse bene, ha una salute di ferro, nonostante l’abbia trovato un po’ fessoscopico.
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Purché non turboelico anche!
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No no, giammai! Che sbrego e che svirgole!
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Altrimenti tuoni fulmini e bistecche!
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BRRSCCC!
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PESTE!
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GNAAAA!
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Tuoni fulmini e bistecche!
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Bella la tenerezza in chiusura, colpisce meglio dopo aver letto dell’allegro viaggio – per non parlare dell’accenno horror 🙂
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Un po’ di horror garantisce quel pizzico di saporito in più nelle storie!
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Che pensiero dolce…Tu e Trallallà siete entrambi molto fortunati❤️
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Bisogna vedere se lei ha avuto fortuna!
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Ha trovato chi le allunga le pantofole x andare in bagno…direi proprio di sì!
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Ma nell’intimità lei, per par condicio, ti chiama Trullallero?
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No e spero che non lo faccia perché poi non smetterei di ridere!
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Devo ammettere che il racconto mi ha fatto sorgere dei pensieri:
– push push push, più che la fase anale, mi sembra un grande sfoggio di pubblicità aerobica della premiata ditta televisiva americana per il benessere casalingo “con il fentesticho mini-tri-bar-torci-slander potreste voi avere fisiko skolpitho come cueste muodelle che vedete fare esercizi qua. Alright?”
– sul bus riesco ad addormentarmi… quando non mi viene un colpo e incomincio a vomitare per il mal d’auto.
– sono sicuro che sarei stato accalappiato dal musicista ciarliero. Ho un certo fiuto per i guai.
– ognuno ha diritto ad un paio di pantofole calde.
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Potrebbe essere un’idea…il Tripush, intendo. Solo per oggi, mi voglio rovinare,1000 modelli al prezzo stracciato, strapazzato e umiliato verbalmente di 1999,99 euro!
Il musicista ciarliero non te lo consiglio. Mi sono dimenticato di scrivere che aveva i capelli più unti di una paninoteca dei bassifondi di Nuova York.
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Io appoggio la scelta di pubblicizzare questo nuovo apparecchio che, oltre a farti venire addominali d’acciaio, ti pulisce per terra e scrosta il giardino.
Mi ricorda le promozioni di Guzzanti: guarda… 1000Lire di Mario Zecca… te le vendo a 200.000 Lire!! Un’affare!!
Beh, senza untume non c’è musica.
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Il Tripush potrebbe essere indirizzato a un pubblico unto.
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Perciò chi lo usa e lo promuove è un Untore? O l’Unto dal Tripush?
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L’unto dal Tripush è un buon nome per il marketing!
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Agenzia di Marketing: Gin & Zeus
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E pensa quanti altri prodotti potremmo lanciare!
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Tipo un boomerang?
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Uno che non torna indietro, cosí te ne puoi liberare quando non lo vuoi più
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Allora è il classico pezzo di legno.
Ma noi lo chiamiamo boomerang perché fa figo!
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Basta dire che è senza olio di palma.
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Senza olio di palma e OGM aggiunti
(prendiamo piante con dentro già gli OGM)
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però potevi restare sveglio per sapere se si sono divorati anche il musicista… 😉
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Sono troppo pigro…
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io sono sicura che i due tizi abbiano divorato il musicista. E’ così OVVIO! 😀
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Che poi questi tizi erano magri come Fassini…se mangiano sempre così, avranno la tenia?
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inquietanti… molto… moltissimo!
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io mi preoccuperei del fatto che l’unica cosa che ricordi della Trallallà, è che ti ha chiesto le pantofole…
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Ma io sono andato lì proprio perché le servivano le pantofole!
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ah ecco!!!
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io dormo anche in una scatola, se è il caso… figurati su un pullman… e svengo talmente in fretta che intorno a me potrebbero divorarsi uno con l’altro e non me ne renderei conto…
… che bellezza le pantofole calde…
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Dormi come i gatti!
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abbastanza… complice l’essere grande come un tic-tac…
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