Non è che l’intercalare sia la parabola discendente di una squadra di Milano

Se hai la fortuna di trovare qualcuno che riesci a tollerare stringilo forte e non mollarlo [Antoine de Saint-Exupéry]

Conosco una persona che, mentre le stai raccontando qualcosa, per annuire ha come intercalare quello di ripetere “Eh”. Con tono secco, rapido, incalzante. Trasmette ansia, perché sembra che comunichi “E quindi? E allora? Muoviti, che mi annoia”.

Parlare ogni giorno con una persona così penso mi inibirebbe. O mi darebbe ai nervi.

Ho pensato che nella vita per andare d’accordo non contino soltanto le grandi cose. Anche particolari e abitudini possono pesare nella gestione di un rapporto.

Mi immagino la vita quotidiana:

– Cara, sai oggi al lavoro che è successo?
– Eh
– Ti ricordi quel collega
– Eh
– che è andato in viaggio di nozze
– Eh
– in Thailandia…
– Eh
– …e quando è tornato
– Eh
– …va be’, niente, vado a guardarmi Eroi del ghiaccio su DMAX
– Eh

Oppure, non potrei vivere con una persona che lascia posate e stoviglie sporche nel lavello dopo averle utilizzate.

La mia ultima coinquilina a Budapest era così. Era arrivata al punto di aver tutto il suo corredo di pentole, posate e piatti, impilato sbilenco e sudicio in una delle due vasche del lavello. E così per una settimana è andata avanti a cibarsi di cetrioli crudi e yogurt e cereali per la pigrizia di non lavare ciò che le sarebbe servito per un pasto decente.

Io le ho dissi più volte di prendere dalla cucina ciò di cui aveva bisogno: era roba già presente lì e non ne avevo certo utilizzo esclusivo. Ma non l’ha mai fatto, non so se per germofobia (ma considerate le colonie di batteri che lasciava crescere nel lavello, ne dubito), l’obbligo di dover poi pulire perché anche io in quel caso avevo necessità di usarle o perché, essendo vegetariana, era di quelle oltranziste che non vogliono utilizzare posate e pentole che hanno toccato carne.

La gestione di una casa è un’attività complicata e ci ci sono tante piccole cose che possono dare fastidio. C’è chi lascia gli aloni dei bicchieri sul tavolo. Chi non svuota la pattumiera. Chi lascia marcire le cose in frigo.

Poi ci sono quelli che non spengono mai le luci.
Madre è così.
Lascia la luce accesa in una stanza perché tanto poi dopo deve tornarci. Poi se ne dimentica o cambia idea ma la luce intanto rimane accesa finché non passa qualcuno. Abbiamo i consumi elettrici di una discoteca.

Mi chiedo in una scala di valori quali siano le abitudini che rendono le persone più intolleranti verso gli altri e siano fonte di conflitto.


La citazione iniziale è un falso. È tratta da Bojack the Horseman.


33 Pensieri su &Idquo;Non è che l’intercalare sia la parabola discendente di una squadra di Milano

  1. Un titolo fin troppo calcistico per i miei gusti.
    Credo che si dovrebbe fare il mitico gioco della pallina rossa con le persone che dicono sempre «eh».
    Che poi a ben pensarci io di «eh» o addirittura «eh!», ne scrivo a bizzeffe.

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  2. Biancheria sporca in giro per casa… Ma soprattutto… Sentirmi staccare lo stereo, e percepire la televisione che si accende …. Il tutto senza dire nulla… Ecco, tiro fuori un fucile e con calma e simpatia ti ammazzo

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      • Eh niente 🙂
        Che poi in realtà da fastidio pure a me come intercalare [nonostante mi scappi occasionalmente] ma più che il “eh” mi da fastidio il tono con cui lo si dice. C’è modo e modo di dire “eh”.
        Un’abitudine che proprio non sopporto è quella di lasciare le bottiglie aperte sul tavolo, cosa che la mia ragazza e tutta la sua famiglia fa abitualmente [ogni volta che mangio da loro panico….mi ci vogliono i tranquillanti XD ]

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        • Anche a me danno fastidio le bottiglie lasciate aperte, soprattutto se si tratta di acqua gassata. Lo trovo tra l’altro una dimostrazione di menefreghismo, come a dire Io ho bevuto, sti cazzi degli altri, bevano sgasato

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  3. Non tollero chi non lava le mani prima di sedere a tavola o prepararsi per ingurgitare qualcosa o, peggio, toccare roba che appartiene alla cucina. Odio l’idea di toccare pomelli o mangiare cibo (tipo pane, biscotti) toccati precedentemente da qualcuno che è uscito dal bagno senza lavarsi le mani. Che sia maschio o femmina poco importa. I genitali (per quanto possa lavarli più volte al giorno) sono gli organi che espellono secrezioni e quindi potenzialmente “sporchi”. Se devi toccare il pane (che per me è sacro quanto l’ostia in Chiesa) fallo con le mani pulite, lavate ed asciugate con cura. Inoltre non tollero un’altra cosa (che purtroppo è un brutto vizio che riscontro in molte occasioni): quello di utilizzare la propria forchetta per assaggiare, mescolare, toccare cibi presenti sui piatti di portata. Per quanto la cosa possao sembrare sciocca pensandoci bene è una mancanza di rispetto quella di levarmi il cucchiaio dalla bocca, tutto pieno di poltiglia, e con lo stesso mescolare l’insalata che servirò ai conviviali di li a poco. Stessa cosa per chi parla con la bocca piena e ha la tendenza a sputacchiare. Mi è successo ad una cerimonia. Accanto a me mio Ragazzo e Zio del mio Ragazzo. Io al centro. I due maschi parlavano animatamente ma lo zio rientra in uno di quei soggetti dalla pioggia facile. Immaginati tutti gli escamotage adottati al fine di evitare gli schizzi. Dal mettere le mani sulle portate “per riscaldarle” al girarmi di lato per parare gli spruzzi, fino a mangiare il cibo sottostante (tipo la seconda e la terza sfoglia di lasagna, tralasciando la prima, ossia quella facilmente vulnerabile dalle sputacchie). Alla fine credo che lo zio abbia capito il messaggio e abbia finito col cambiare posto. Io avevo detto ad entrambi: “Mi sposto così parlate meglio”, ma il mio ragazzo mi voleva accanto che ho dovuto andar via dalla cerimonia praticamente digiuna!

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    • Impazziresti all’estero. Credo siamo l’unico popolo che ha il pane imbustato. All’estero è alla mercé di tutti, la gente viene, ravana con le mani, lo prende, lo annusa, lo posa.

      A me pensa dà fastidio chi assaggia la pasta e poi ributta il maccherone mordicchiato nella pentola ._.

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  4. Personalmente come coinquilino non ho apprezzato quello che si è portato in stanza la ragazza e mi ha lasciato chiuso fuori dall’appartamento. Non si fa. Prima si cerca un’amica per il coinquilino, caro ex amico! Eh!

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  5. La convivenza pacifica è una grande sfida. La luce accesa senza necessità per me è intollerabile, mentre i piatti se non sono untisi possono anche solo sciacquare, se proprio sei allergico al sapone.

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  6. Io odio vedere le bottiglie stappate, il tappo va SEMPRE rimesso!
    Poi odio chi fa rumore mentre mangia. Ma per questa cosa sto facendo una terapia d’urto perché il mio ragazzo (e tutta la sua famiglia) produce dei rumori che non so nemmeno descrivere…e in 7 anni ancora ho difficoltà a sopportarlo tanto che certe volte gli devo dire “Mastica lentamente ti prego mi sto per suicidare!”.
    Ma la cosa che più mi manda al manicomio è quello che fa mio cognato, tutti i giorni, da 8 anni che vive in casa mia. Oltre a fumare in casa, cosa che ho sempre trovato indescrivibilmente irrispettosa, e a lasciare la cenere delle sigarette dove capita…e già solo per questo sarebbe da buttarlo fuori a calci….una cosa che mi fa imbestialire è lo spreco di cibo! Ogni mattina si fa una tazzona di the, beve due sorsi, ci mangia due biscotti, ne lascia altri due a sciogliersi e poi va via…così….lascia la tazza praticamente piena che manco puoi dire “Vabé lo bevo io” perché ci sono i biscotti spappolati dentro, poi ovviamente non mette in ordine e lascia puntualmente la busta dei biscotti completamente aperta sul tavolo. Oppure a pranzo, se tipo ci sono, che so, le lasagne, ne mette un po’ sul piatto, comincia a stagliezzarle tutte ne mangia nemmeno la metà e basta…da buttare! È una cosa che non sopporto! Per me il cibo e l’acqua sono sacri! Se li sprechi (a questi livelli intendo, poi può capitare purtroppo a tutti di sprecare qualcosa, basta che sia moderato..) non li meriti!

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Si accettano miagolii

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