Non è che ti serva un mazzo di carte per fare il solitario

Ogni qual volta mi dedico a una qualche attività in solitaria – onanismo escluso dal discorso – , c’è qualcuno che mi chiede

– Ma da solo?
– Come, da solo?
– Così, da solo?

Come se fosse così inusitato.

Mettiamo anche il caso che volessi coinvolgere qualcuno, ma nessuno fosse disponibile: dovrei rinunciare a una cosa che vorrei fare per non farla da solo?

Fare cose in compagnia, anche a tutti i costi, è sopravvalutato.

Beninteso, è bello condividere attività.
Scambiarsi un parere su quello che si sta vedendo, divertirsi e vedere che anche gli altri si stanno divertendo, avere qualcuno cui rifilare lo zaino prima di andare al bagno e puntualmente non trovarlo perché per fare il simpatico l’ha gettato in un cassonetto…Non c’è dubbio su questo.

Ma lo stupore di fronte al passar del tempo da soli non lo comprendo.

In contraddizione con quanto detto sinora, va detto che anche fare cose da soli è sopravvalutato.
E chi ne fa uno status ha un po’ rotto il Casio, come disse l’orologiaio.

Leggo sempre più spesso (tipo sui blog di Fuffington Post Italia e altri portali per chi vuol far credere che non accede a internet solo per i porno e le serie tv ma non ha voglia di impegnarsi molto a leggere) testimonianze di chi rivendica indipendenza come se fosse una nuova religione di vita di cui alcuni non hanno capito la vera essenza. Perché fare cose da soli rafforzerebbe l’autostima, aprirebbe la mente e allargherebbe gli orizzonti.


Possibile, anzi probabile.
A patto che l’autostima di partenza non sia 0 (zero), perché moltiplicare qualcosa per 0 sempre 0 dà come risultato.


Ed è buona cosa aprire la mente, purché all’interno ci sia poi qualcosa di rilevante, altrimenti è meglio tenerla chiusa.


Credo allora che invece valga anche la pena condividere.
Come quando ti sembra di vedere un UFO volteggiare in cielo e ti giri e vorresti dire “Ehi ma lo vedi anche tu?” ma non c’è nessuno e ti rammarichi di ciò.

Tutta un’altra cosa invece la soddisfazione di essere presi per il culo dal 2004 al 2006 per aver visto un oggetto volante non identificato sopra Piazza S. Giovanni a Roma durante il Primo Maggio.

Ed è proprio per questo episodio che cominciai quindi a muovermi da solo.


Per la cronaca, l’UFO si rivelò essere un palloncino volato in cielo e poi esploso.


Questo è quel che vogliono farci credere, CONDIVIDI! se hai mai avuto un palloncino.


43 Pensieri su &Idquo;Non è che ti serva un mazzo di carte per fare il solitario

  1. Non ho mai visto un palloncino.
    Io mi ispiro al Fuffington Post… secondo me ha qualità insperate… ma anche blog di cucina come Gallo Farrezzano sembrano così importanti da richiamare la mia attenzione.

    Tornando seri: fare cose da soli ci sta… a volte, anzi, essere un po’ da soli di rimette in contatto con la socialità. Almeno per me. Troppi esseri umani, dopo un po’, mi urtano…

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  2. Sentimaaaa…
    Questo articolo l’hai scritto da solo? Mamma mia che preoccupazione! Ma perché non l’hai scritto con qualcuno?
    😛

    Scherzi a parte, da eremita pantofolaio quale sono, dei momenti di solitudine qua e là servono sempre – e in generale, i momenti di compagnia sono ok se sono ok anche le persone intorno, altrimenti è meglio star da soli a parlare col Furby!
    Poche cose mi annoiano come stare in compagnia di gente con cui ho in comune solo l’appartenenza alla stessa specie – e a volte, anche questo è da dimostrare…

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      • Ah per espormi direttamente al pubblico ludibrio, dici? Beh avevo tipo 18-19 anni, ero molto ingenua ed ignorante (non che poi sia cambiata molto eh!) e credevo che in caso di molotov lanciate a caso e accerchiamenti di estremisti con bandane dall’aria non troppo rassicurante, l’unica fosse correre tra le braccia amorevoli della Polizia. Nessuno mi aveva avvisato che in tali casi, la pula carica con manganelli la qualunque senza stare a vedere se tu sei un guerrigliero agguerrito o una cogliona spaventata. Per cui quando il mio migliore amico, una volta finito l’effetto accecante dei lacrimogeni, ha visto la scena mi ha preso in spalla e mi ha portato via. E poi ha continuato a piangere, ma non per i lacrimogeni…dalle risate! True story!

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Si accettano miagolii

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