Non è che il negozio di animali si pubblicizzi coi conigli per gli acquisti

Quel che mi piace della vita è che anche nelle giornate che scorrono tutte uguali a sé stesse ci sono, nascoste nelle pieghe delle ore che passano, piccoli eventi curiosi.

Durante la pausa pranzo sono uscito dall’ufficio per andare al supermercato all’angolo.
In strada mi son trovato di fronte una ragazza che portava tra le braccia una enorme gabbia. Dentro sembrava ci fosse un cane. Poi ho guardato meglio ed era un coniglio marrone. Enorme e tarchiato.
La ragazza mi ha lanciato un’occhiataccia e non ne ho capito il motivo: il mio sguardo non era fraintendibile, non le stavo guardando le mammelle, puntavo al coniglio. Forse avrà pensato che avessi degli intenti culinari sul suo animale?


Possibile ma poco probabile: qui sembra che il coniglio non sia concepito come ingrediente di un piatto.


Più tardi, in ufficio ho potuto constatare che il mio potere di rompere le cose è sempre attivo ed efficace.


Il mio progetto di trasformarmi nel supereroe (o nel villain, debbo decidere) Deathtouch, l’uomo mascherato che con un tocco distrugge, blocca, incrina, è sempre in piedi. Anzi se qualcuno abile e creativo nel disegno volesse farmi uno schizzo di una tuta gliene sarei grato. Mi piacerebbe fosse blu: vorrei essere un supereroe BluTut.


Sono andato a farmi un caffè alla macchinetta che, fino a quel momento, aveva svolto anche quel giorno il proprio lavoro di trasformatrice di cialde in liquido dalla consistenza e il sapore quasi simile a una ciofeca italiana.


La distinzione è importante: esiste il caffè e la ciofeca, ma una ciofeca italiana è sempre meglio di una ciofeca internazionale.


Ho rabboccato l’acqua, infilato la cialda, posizionato il bicchiere – di vetro perché il caffè in vetro è più buono ma quando lo dico nessuno mi crede – e atteso speranzoso.

Non è uscito nulla.
La macchinetta ha cessato improvvisamente, e ovviamente sotto le mie mani, di produrre caffè.
Com’è naturale, questo ha gettato nell’ansia il resto del personale e se domani il tecnico non porrà presto rimedio immagino mi attirerò altre malevoli opinioni sulla mia attitudine a causare danni seppur io non faccia altro che compiere gli stessi gesti che fanno tutti, soltanto che i miei hanno effetti distruttivi.


Ho saputo da CR che, in mia presenza, dopo l’incidente della maniglia della finestra bloccata, contando sul fatto che non capissi la lingua qualcuna ha commentato stizzita al suon di “Lo sapevo, deve sempre toccare tutto, deve rompere”.

Casomai l’episodio dovesse ripetersi, io approfittando della mia di lingua col sorriso sulle labbra dirò “Tu invece nun m’ scassà o’ kazz”.


Più tardi, terminato il lavoro e uscito dall’ufficio, mentre mi avviavo verso la stazione con la coda dell’occhio ho visto che una donna faceva pisciare il proprio bambino contro la ruota di un’auto.

Un momento: cosa stava facendo?
Mi sono girato a guardare per capire se avessi visto bene, poi ho distolto lo sguardo perché potrebbe essere equivocabile osservare una scena simile.

Alcune domande mi sono frullate in testa:

– Perché per strada? Ci sono bar nei dintorni, negozi.
– Ammesso che i gestori di bar e attività possano far storie per l’uso dei bagni privati pur dinanzi a un bambino – qui in Ungheria con le formalità e le regole sono più rigidi di cadavere in rigor mortis – un angolo di strada più appartato c’era due metri più in là. Perché proprio sulla ruota di un’auto?
– Ma poi l’auto di chi: era della signora? Perché pisciarci sopra e portarsi dietro l’olezzo?


Potranno pure dire che quella dei bimbi è santa, ma la santità puzza lo stesso.


Oppure magari non era neanche la sua auto il che mi lascia ancor più perplesso.


Ma del resto c’è chi ci fa pisciare i cani sulle ruote altrui, quindi perché non un bambino?


Infine sono andato al bar vicino casa.

Dato che non erano neanche le 18 e non riesco a bere a stomaco vuoto così presto – presto per un meridionale: a Londra notai che alle 17 hanno già cenato da un paio d’ore e sono già alla terza pinta – e non volendo dare l’impressione di essere uno che beve sempre e comunque, ho ordinato un tè. L’altra persona con me invece non si è fatta tutti questi problemi e ha preso un bicchiere di vino come è più naturale che sia.

La volta precedente che sono andato in questo posto – che definire bar è riduttivo, è più un “coso” con i tavoli di legno grezzo, l’elenco delle bevande scritto con mano finto malferma (perché deve essere artigianale) su una lavagna e bottiglie vuote riciclate come portacandele, insomma quei posti arredati in una discarica che oggi però sono molto trendy bio – avevo ordinato sempre un tè, big. Mi arrivò un distributore da più di mezzo litro.

Questa volta, memore della volta precedente, ho chiesto la versione small.
Credo fossero almeno 40 cl.

La prossima volta pure alle 10 del mattino chiederò mezzo litro di Tennent’s. Sperando che ce l’abbiano, perché qui bevono dai 4 gradi in giù.


Va detto che però si stanno impratichendo nelle birre artigianali, se si vuol bere più corposo. Sta arrivando anche qui la moda. Perché un altro leitmotiv di quest’epoca insieme al trendy bio recycle km0 è la birra artigianale¹.


¹ Io sono a favore del bio, del km0 e della birra artigianale.
Ma va tenuto conto che
a) Sul bio pochi ne sanno realmente ma molti ci speculano;
b) il km0 va bene ma non sempre e, inoltre, ha una disponibilità limitata. Ad esempio, quanti cavolo di ettari coltivati a pomodoro ci saranno mai a Corbara (SA): è mai possibile che riescano a rifornire ristoranti, pizzerie, botteghe bio in quantità illimitata?;
c) non è che siccome ti fai la birra in cantina non possa venir fuori uno schifo e non è che siccome è uno schifo devi riempirla di altri ingredienti come caffè, caramello, miele, urina dei bimbi che urinano sulle auto altrui.


74 Pensieri su &Idquo;Non è che il negozio di animali si pubblicizzi coi conigli per gli acquisti

  1. Villain. Senza dubbio villain. Il rancore con cui intendi rispondere è certamente da cattivo, non da eroe.
    Vero sulla birra.
    Forse la donna fa pisciare il figlio sulle macchine di chi le sta antipatico.

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    • Ti ringrazio per avermi rivelato il nome, ogni volta diventa lungo da descrivere. Uno è carino. Due son simpatici. Poi quando son troppi e ti chiedono 5 euro per un caffè perché è stato macinato direttamente masticandolo e sputandolo da un indio amazzonico, comincia a darmi fastidio.

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  2. il caffè nel vetro!… il caffè nel vetro!!!…. mi prendono in giro quando dico che lo preferisco così….
    il te mi annoda i denti… non riesco a berlo è più forte di me…
    i bambini che fanno pipì in giro… mi piacerebbe vederli girarsi di scatto e bagnare i genitori come delle piante secche!

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  3. Credo che la parola giusta sia allappare, Tati.

    Dì alla collega che si tratta di effetto Pauli, e che alterare il tuo umore non è opportuno…

    I cani pisciano ovunque, se piscia anche un bambino, che differenza fa? Poi la pioggia lava via. (che poi pisciano pure gli adulti per strada, eh)

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      • nel mio dialetto si usa la stessa parola per la sensazione che danno i kaki immaturi, gli spinaci ed il the se troppo carico. Quindi per traslazione, uso la stessa parola anche in italiano. Non sono proprio uguali, ma credo che non ci siano altri termini.
        Che poi del the e degli spinaci non si accorge quasi nessuno, dei kaki tutti…

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        • Io mi ricordo il libro di chimica del liceo parlava dei minerali allappanti e io mi immaginavo gente che lecca i minerali. Poi una volta ascoltai Mario Tozzi (il tizio con la piccozza) che disse che i geologi leccano le pietre.

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            • Mia zia, medico, me l`ha sempre raccontata questa cosa. E l`ho sempre trovata normale, invece la cosa del leccar le pietre mi ha lasciato perplesso.

              Poi so di chi lecca rospi, ma non credo siano veterinari.

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              • ti pare più normale assaggiare l’urina che leccare un sasso per scoprire cosa sia? 😀
                I rospi si leccano per altri motivi, ludici!

                La cosa migliore è annusare le piastre di coltura batterica, secondo me. Quel che riescono a sentirci ha dell’incredibile!

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                • Perché l`assaggio dell`urina ha una finalità medica immediata, c`è il rapporto medico-paziente, poi nell`immaginario collettivo c`è questa figura del medico un po` investigatore stile Doctor House, insomma non mi ha mai fatto strano anzi pensavo “che grandi medici”.

                  Non lo so, ma ammetto la geologia per me sia un campo poco conosciuto e nei musei alla roccia preferisco Rothko.

                  Annusano flatulenze di batteri?

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  4. Ma non è che con quell’occhiata la ragazza con il coniglio ti ha lanciato una macumba? Magari è per questo che si è rotta la macchinetta!

    Per quanto riguarda il bimbo urinante è sicuramente una bizzaria, ma calcola che i bruxellesi ne hanno fatto un simbolo nazionale quindi boh, magari c’è un qualche significato nascosto che ci sfugge…

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  5. A discolpa della madre con bimbo piscione, se il bimbo fosse stato sufficientemente piccolo (due anni di età, direi):
    nel periodo in cui un genitore inizia a togliere il pannolino al figlio, succede che quando scappa, scappa. Nel senso che il bambino nel momento che dice “pipì”, significa che la sta per fare… pertanto, dove ti trovi ti trovi. Mia figlia “l’ho pisciata” in un’aiuola a Klagenfurt. Ci pisciano i cani, ci potrà pur pisciare mia figlia?
    Ok, lo so, sono una donna spregevole… ma per quanto l’urina sia sgradevole, sempre meglio in un’aiuola che su tutti quanti i vestiti
    “hola hola hola vo’ pisciare nell’aiola!” (cit.)
    🙂

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  6. Sì sono più buone le bevande nel vetro, concordo. E poi la plastica, se scaldata, rilascia delle tossine XD Non che in una brodaglia della macchietta faccia la differenza. Mio padre, comunque, dice che l’acqua è più buona se bevuta nel “Casul” di ferro (piemontese). Sarà?

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  7. Io anche sono produttrice di ottima birra che però non aromatizzo perché a me piacciono le cose dure e pure. Mi sono emozionata quando hai menzionato la Tennent’s: a questo punto sento di volerti bene!
    Buon weekend

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  8. Oh mamma! 😀
    Allora:
    Forse la ragazza avrà pensato “ma che c’ha da guardare, non ha mai visto qualcuno in giro con un coniglio in gabbia?”
    Sul bicchiere di vetro… certo, è diverso, ma a me invece piace più nella ceramica…
    Blu-tut! 😀 Hai davvero un grande potere però! Un “non m’ scassà o’ kazz” ci sta tutto!
    La scena del bambino: mah.
    Sul km0 ho molti dubbi, è chiaro che si perde in varietà, non so se ha tutto questo senso.
    Chiudere con quel richiamo all’urina dei bambini è sleale però! 😮 🙂

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    • Il km0 va bene in alcuni casi, per risparmiare risorse, favorire l’economia locale, evitare la sparizione di prodotti tipici divorati dal mercato globale…ci possono essere tante motivazioni. Ma non deve sfociare nell’autarchia novecentesca. Senza contare che non è assolutamente una regola matematica che il piccolo produttore locale a 10 km da casa tua sia più ecologicamente sostenibile di uno a 1000 km.

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Si accettano miagolii

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