Non è che il casco di banane debba essere omologato


Il seguente post ha scopo puramente narrativo e in nessun caso ha intenzione di indurvi a fare uso improprio delle banane o a denudarvi nel sonno o a denudare una banana. L’autore declina ogni responsabilità nel caso decidiate di cimentarvi in tali pratiche senza la supervisione di un adulto.


L’autore ci tiene a precisare che nessuna banana è stata maltrattata per questo post.


Mi è successo di nuovo.
Ore 2:30 del mattino. Mi sveglio constatando di avere pantaloni e boxer calati fin giù alle caviglie.
Non ho idea del perché nel sonno io tenda a denudarmi dalla vita in giù. Forse un monaciello con un discutibile senso dell’umorismo mi ha seguito sin qui e durante la notte ama prendersi gioco di me.


Il monaciello (letteralmente: piccolo monaco) è uno spiritello del folklore napoletano.
Rappresentato come un ometto di bassa statura e vestito con un saio, è figura sia benevola (ad esempio indica numeri da giocare al lotto) che maligna. Può infatti far sparire denaro dalle case o giocare qualche dispetto. Le origini della leggenda si perdono nella storia della città: secondo alcune fonti, sarebbe stato un ragazzo deforme e affetto da nanismo frutto di un amore proibito tra una nobildonna (poi rinchiusasi in convento, dove partorì il bambino) e un garzone. Per il suo aspetto, girava sempre coperto da una tunica da monaco donatagli dalle suore. La gente che lo avvistava per strada cominciò a far fiorire dicerie su di lui che continuarono anche dopo la sua morte. La seconda ipotesi fa risalire il monaciello alla figura del manutentore dei pozzi delle fognature della città. Essendo richieste doti di agilità e piccola statura e dato che poteva facilmente entrare nelle case altrui passando per le fogne, gli abitanti presero a indicarlo come autore di furtarelli nelle case in città.


Non stavo facendo sogni a luci rosse o rotte. Credo stessi sognando del cibo (niente battute: non si trattava di patate, piselli, fragoline e banane), difatti mi sono svegliato con un leggero languorino.

E in quel momento mi sono ricordato di una banana (in questo caso il frutto entra in gioco) che non avevo consumato al lavoro come merenda e che era rimasta nello zaino. L’avevo messa da parte che era gialla: l’ho ritrovata nera e in fase di disfacimento.

Mi è tornata quindi in mente una tizia che conoscevo durante l’adolescenza. Di qualche anno più grande di me, aveva la particolarità di avere un sopracciglio spezzato in due tronconi. Almeno da lontano così sembrava. In realtà un pezzetto lo teneva privo di peli e in quel punto c’era un tatuaggetto minuscolo. Non so cosa rappresentasse, a stento lo ricordo. E poi non sono mai riuscito ad avvicinarmi così tanto da osservare nel dettaglio. Un peccato perché quello spacco nel sopracciglio mi intrigava assai.

Da fonti sicure, so che lei fumava le bucce di banana essiccate. Non so se abitualmente o meno. Magari l’avrà fatto una volta per provare e sarà rimasta sempre famosa come la Bananitrice di xxx.


Che le bucce di banana si possano fumare e ricavarne effetti psicotropi è una leggenda urbana nata negli anni settanta ma che desta ancora oggi curiosità e tentativi di riproduzione casalinga.
Una tale fama si deve a William Powell, che, nel The Anarchist Cookbook, un manuale per produrre in casa esplosivi, droghe e sistemi di intercettazione diffuso durante la Guerra del Vietnam, parlava anche del metodo per la preparazione delle bucce da fumare.
L’autore dopo si è poi quasi fatto prete.
Non si sa se per colpa della banana.


Non capisco perché uno debba mettersi a fumare le banane.
Questioni di reperibilità e costo? Ricerca di nuove frontiere della fattanza nell’ambito delle droghe leggere? Alternative salutari al tabacco?


A tal proposito vi lascio con un interessante articolo comparso su VICE: Fumare caffè vi farà solo stare di merda.


Sarei quasi tentato di esaminare la dispensa e provare qualcosa a caso: i cereali una volta tritati e ridotti in polvere sarebbero una buona sostanza da fumare o andrebbero meglio sniffati?


Andando un po’ indietro nel tempo ricordo alle scuole medie due compagni di classe fingevano di pippare il gesso. Fingevano così bene che un po’ lo sniffavano sul serio e alla fine dovettero smettere.


Per curiosità l’ho cercata oggi su Linkedin e ho visto dalla foto del profilo che non aveva più il sopracciglio con uno spacco rasato e un po’ ci sono rimasto male.

Quanti aneddoti e soltanto perché mi sono svegliato seminudo e affamato!

48 Pensieri su &Idquo;Non è che il casco di banane debba essere omologato

  1. Hai il nudismo notturno. Ora dirò anche io che ce l’ho. Io è da tanto che mi voglio fare una tisana di noce moscata, un giorno di questi mi decido!
    La storia del monaciello è diversa da quella del folletto della mia zona ma i risultati sembrano gli stessi!

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  2. La banana è un frutto magico avvolto dal mistero.
    Le sue capacità di cambiare sembianze nel giro di quei pochi secondi in cui non la osservi dovrebbero essere oggetto di un culto.

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  3. Anche a me capita di perdere i pantaloni del pigiama o di ritrovarmi la maglietta sollevata fino al collo. Sarà che non riesco a non star ferma quando dormo. (amo le doppie negazioni)
    Sempre un piacere passare da lei, signor gatto. 🙂

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  4. Il fatto che le bucce di banane si possano fumare mi giunge nuova [sarà che non faccio uso di droghe. Ne di banane].

    Ma parlando di leggende babanose, quello che mi son sempre chiesto è: ma la buccia è veramente così scivolosa come ci fanno credere i cartoni animati? L’ultima volta che ho avuto a che fare con una buccia di banana non mi sembrava così sdrucciolevole da poterci scivolare sopra. Anzi è abbastanza ruvida.
    Non lo so, ho come l’impressione che ci abbiano sempre ingannato su quest’argomento….

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    • Le banane non sono più sdrucciolevoli di qualsiasi altro frutto, anzi forse delle fragole marce per terra lo sono peggio!…Scivolare sulla banana è nell’immaginario collettivo, credo sia stato il cinema l’artefice di tutto, epoca dei Lumiere quando faceva ridere un fiore che spruzzava acqua o, appunto, un uomo che scivola su una banana!

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  6. La leggenda del monachello è tipica anche dalle mie parti. Non so l’origine, ma so che se vuole ti da i numeri per vincere al lotto, mentre se è cattivo ti salta sul petto per farti affogare e tu, per sconfiggerlo, devi essere capace di coprirlo con il cappuccio che ha sulle spalle. Solo così sparirà.
    Beh, condividi la casa con qualcuno per caso? Non è che per caso… nel sonno… violenza…. La prossima volta controlla le mutande! Lì ci sta la prova di tutto!

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  7. Probabilmente tu li chiami monacelli ma in realtà sono scimmie, anzi scimmiette (scimmie d’acqua, una specie notoriamente dispettosa), e quello spiegherebbe le banane. La fame notturna, detta volgarmente “fame chimica” non dovrebbe avere niente di strano per un appassionato di fumate alternative.
    E infine, le braghe alla caviglia. Questo è il più semplice. Recati presso il più vicino Leroy Merlin, o Bricocenter, o Castorama, e chiedi un nuovo termostato. Vedrai che passa. 🙂

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