Non è che se entri per comprare le sigarette sei mogio perché sali e t’abbacchi

Mi sono svegliato questa mattina carico di buone intenzioni e voglia di fare.
Almeno credevo.
Avvertivo infatti la sensazione che un carico mi gravasse dietro al collo. Poi mi sono accorto che il dolore sulla nuca era stato causato dal cuscino che era scivolato via e si era messo di traverso tra spalla e testa facendomi dormire in posizione scomoda e causandomi dolore sulla nuca.

Non so cosa io combini durante il sonno per spostare il cuscino così, non è la prima volta che mi capita.
Ho fatto anche di peggio. Qualche mese fa mi sono svegliato trovandomi nudo dalla vita in giù, con pantaloni e boxer appallottolati ai miei piedi.
Preciso che ero solo in casa.
Credo.

Appurato che non erano buone intenzioni quelle che mi pesavano addosso, ho sistemato il cuscino e sono tornato a dormire.

Alzatomi verso le 11, l’idea di uscire a passeggio come di consueto la domenica mattina è stata rimpiazzata da un programma casalingo.

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Non ho neanche terminato l’ultimo Toscanello che mi restava dall’Italia, perché fuori al balcone si gelava troppo.
Non sono ancora entrato in un tabaccaio locale per controllare se qui ne abbiano. Mi inquietano i tabacchi qui: sembrano locali proibiti. Porte e vetrine sono completamente oscurate e coperte da un pannello bianco su cui campeggia un divieto con su scritto “18”. Le poche persone che a volte vedo entrare si guardano intorno come se entrassero in un sexy shop.


Mi correggo: ho visto persone entrare in un sexy shop in modo disinvolto. Quindi qui per indicare l’atteggiamento furtivo e pieno di vergogna immagino si dica “Ehi! Vai dal tabaccaio?”.


Ho poi fatto il bucato e rassettato la stanza. Mi è tornata in mente la CC che mi diceva di stupirsi sempre nel vedere un uomo fare faccende di casa.

Le mie “faccende di casa” consistono nel
– lavare i piatti che ho utilizzato;
– passare la scopa con una frequenza variabile: pavimento chiaro, più spesso, pavimento scuro, di rado;
– lavarmi i vestiti dopo aver fatto la prova olfattiva.


La prova olfattiva consiste, come si può dedurre, dall’annusare il capo e decidere se può andare bene per essere riutilizzato subito, se può essere riutilizzato dopo averlo lasciato prendere aria una nottata o se necessita di essere lavato.

ATTENZIONE: la prova annusata non si applica mai su mutande, calzini e canottiere, che vanno direttamente in fase lavaggio.


Li ritengo atti basilari di sopravvivenza urbana.

Non contento della mia straordinaria attività di casalingo, mi sono preparato la pasta al forno con la mozzarella comprata ieri. Lo Spar sotto casa ne ha una decente proveniente dalla Campania. Costa un occhio di Polifemo rispetto all’Italia, ma ogni tanto si può fare uno strappo all’economia, purché non si esageri. Già ho rinunciato a comprare i fazzoletti monovelo da 50 cents a pacco passando a quelli da 1 euro perché in pratica mi soffiavo il naso sulle mani. È un attimo poi che queste dispendiose abitudini ti portino a indugiare nel lusso.

Mentre attendevo che il forno facesse il proprio dovere, con mia sorpresa sono arrivati a casa CE e genitori. Da quando tre settimane fa lei ha firmato il contratto d’affitto non ha mai abitato qui. In compenso ogni due-tre giorni passava a portare roba in casa. Montagne di roba. Ho cominciato a temere che si trasferisse qui con tutta la famiglia, poi quando oggi il padre mi ha salutato dicendo che lei e la madre tornavano in Ecuador martedì, mi sono tranquillizzato.

Col padre ogni volta che ci siamo incrociati mi sono sempre sentito un po’ imbelle nell’interagire. Non sapevo mai in che lingua parlargli, tra inglese, spagnolo e italiano, e il cervello mi si bloccava.

E ogni volta lui mi parla sempre con un italiano stile Papa Bergoglio.

Andata via l’allegra famigliola e consumato il mio lussuoso pranzo, ho dato un’occhiata a qualche foto che ho scattato ieri sera. Mi sono reso conto che lo smartphone è una rovina per qualsiasi sana abitudine.

A me piace scattar foto per avere dei ricordi personali.
Pazienza se vengon fuori brutte o storte o storte e brutte insieme: non devo mica esporre in una galleria. E riguardando una foto penserò Ehi, ora ricordo: quella volta ero brutto e storto in quel posto là!

Questo meccanismo, date le possibilità molteplici offerte da uno smartphone, si trasforma in compulsivo. Fotografo molte cose inutili e di cui non ricordo neanche il motivo per cui ho deciso di immortalarle.

La foto seguente è un esempio:

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Ed ero sobrio, ma non ricordo cosa mi avesse colpito. Forse la neve che aveva cominciato a cadere, prima che diventasse sozza e nera.

Non ho cancellato la foto, anzi ho deciso che ne farò un progetto artistico perché vivendo in un’epoca di artisti non posso sentirmi da meno.
Si intitolerà:
Globi luminosi gialli attaccano passanti distratti/Sembra neve ma è forfora e per questo nessuno si siede sulla panchina
Attrezzatura: Samsung S3 vintage (c’ha un paio d’anni ormai, un pezzo da museo) + supporto di due braccia fornite di mani che reggono lo strumento
Esposizione: in genere non mi espongo affatto, poi co’ sto freddo figuriamoci, meglio rimaner coperti
Filtro: biglietto del tram arrotolato, cartine Rizla Silver
Effetti: indesiderati anche gravi.

Prezzo: 1 milione di euro oppure una caramella Goleador gusto cola che qui non si trovano.

51 Pensieri su &Idquo;Non è che se entri per comprare le sigarette sei mogio perché sali e t’abbacchi

  1. Polemizza sugli artisti anche tu, bravo!
    Il titolo è stupendo. Le buone intenzioni non devono mai pesare su di noi.
    Non farti plagiare dal lusso: è una trappola.
    Meglio soffiarsi il naso sulle mani che cedere, resisti!

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  2. La prova olfattiva è un grande classico e vedo che sei al livello esperto. Lo capisco dal fatto che riesci a distinguere se il capo: a) funziona subito; b) può essere utilizzato dopo una notte al fresco; c) meglio internarlo in un campo specializzato e lavarlo con il napalm!
    Anche io fotografo ad minchiam… solo che vengono fuori foto ad minchiam… devo cambiare fotografo.

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      • Che fonte di reddito potrei avere? Perché le foto “hipster” hanno sempre la frase accattivante con la tazzona di caffé o simili. Le foto hippy hanno la frase smielata con la foto sporca.
        Le foto ad minchiam come le rivendo? Un commento ad minchiam? Faccio la foto di un castello e metto sotto: “un cavallo entra in un caffé e il barista gli chiede: – perché quel muso lungo?-”

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        • Ma sai che ridendo e scherzando hai avuto una grande idea?…Fai una foto, ci metti un filtro tipo Lomo anni 70 e poi ci scrivi sopra, corsivo, pardon, italic (che è più figo se fingi di parlare inglese) “Se entri in un caffè…fai splash’. Oppure “Otto cani…fanno un canotto”. O ancora “I pesci uguali…sono i dentici”. Mi raccomando i puntini sospensivi, danno quel tocco di suspense e poesia.
          Te la posso rubare (dirai tu: è tutta tua, tranquillo! !)?

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          • Tutta tua. Le mie idee sono Open Source, perciò le potete fregare quando volete 😀
            Queste frasi di un certo livello le vedo sempre nei mai troppo bastonati ristoranti alternativi con le frasi idiote scritte sui muri.
            “Due passeri entrano in un caffé. Il barista – che volete? – e loro – bagnarci il becco-“.
            Ma la migliore, in questo senso è:
            un cavallo entra in un bar e ordina cappuccino e brioche. Il cameriere lo guarda ed esclama: – non ho mai visto un cavallo parlante!!!-
            – Ovvio, con i prezzi che fate…-
            Ah ah ah ah
            Ruba ruba… 😀

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Si accettano miagolii

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