Da bambino collezionavo berretti da baseball non originali. Dato che quelli griffati costavano troppo mi era concesso comprare solo pseudo imitazioni con nomi improbabili ma americaneggianti, del tipo “Green Skins”, “American University” e via dicendo.
Avevo poi un cappellino Rebook abbastanza misero ma che era il mio preferito, fino a che un giorno in prima media una compagna di classe cui pare io piacessi non se lo strusciò sotto il sedere durante l’ora di educazione fisica.
La cosa andò così: scendemmo in cortile, maschi a tirare calci al pallone, femmine a giocare a pallavolo. Da buon portiere, come era di moda negli anni ’90 e come faceva Benji Price, indossavo il cappello. Non vedevo un cazzo ogni volta che il pallone si alzava, ovviamente, perché la visiera era più grossa della mia testa.
Una compagna – non quella cui piacevo – mi chiese di prestarle il cappello, per il sole. Io glielo cedetti, per fare il galante. Ero un gattomorto già da piccolo.
Dopo un po’, mentre mi godevo la solitudine del numero uno (il calcio da ragazzini funziona così: tutti dietro la palla, tranne il portiere, ovviamente), arriva un gruppetto di compagne agitando il mio berretto e gridandomi
Gintokiiiii…N. si è presa il tuo cappello, si è seduta sopra e si è anche strusciata!
Strani metodi per attirare l’attenzione.
Tale compagna dedita a tali strane pratiche di corteggiamento, tra l’altro, era l’unica a 11 anni ad avere già una terza. Non capisco io a cosa pensassi e perché mai io la ignorassi!
Probabilmente la visiera mi impediva di avere una visione corretta degli eventi.
Portavo il cappello ovunque, anche dentro casa. Altrui.
Idem dicasi per la chiesa, dove poi ovviamente me lo facevano togliere e io accettavo di buon grado. Ero fervente cattolico da piccolo, prima di scoprire la pornografia.
Una cosa non l’ho mai capita: perché togliersi il cappello in chiesa?
Una delle prime cose che insegnano è che dio è ovunque.
Quindi avrebbe dovuto essere presente anche sotto il mio cappello.
Forse lì sotto fa troppo caldo quindi bisogna togliersi il cappello per farlo uscire a respirare? Perché allora non vale per le donne? A dio piacciono i capelli delle donne anche se un po’ sudaticci? Anche a me, purché non oltre un giorno dopo lo shampoo e non certo dopo una maratona o una giornata di saldi.
Può sembrare una stupidata (no, tranquillo, non sembra: lo è), ma quando ho provato a fare delle ricerche su internet riguardo questo argomento ho scoperto che molta gente nei forum cattolici si interroga sulla questione “cappello in chiesa”. C’è chi si accapiglia a colpi di Nuovo Testamento vs Concilio Vaticano II. E non sto scherzando.
La tesi su cui concordano costoro è che l’uomo si tolga il cappello per rispetto, la donna lo tiene per coprirsi, come segno di morigeratezza (?)
In loro soccorso a tal proposito giunge Paolo nella prima lettera ai Corinzi, versetti 13 – 15:
13 Giudicate voi stessi: è conveniente che una donna faccia preghiera a Dio col capo scoperto?
14 Non è forse la natura stessa a insegnarci che è indecoroso per l’uomo lasciarsi crescere i capelli,
15 mentre è una gloria per la donna lasciarseli crescere? La chioma le è stata data a guisa di velo.
Ma se oggigiorno in chiesa è accettato un uomo con i capelli lunghi o una donna a capo scoperto, perché non è ancora accettato un uomo col cappello?
Mi risponde ancora Paolo che evidentemente già sapeva di me e del mio essere rompicoglioni:
16 Se poi qualcuno ha il gusto della contestazione, noi non abbiamo questa consuetudine e neanche le Chiese di Dio.
Gli chiedo scusa.
Però vorrei dire: si polemizza sempre sulla Chiesa, che dovrebbe modernizzarsi e aprirsi e quant’altro ma avessi sentito uno, dico soltanto uno, porre la questione del cappello. Io non lo trovo giusto: i diritti dei portatori di cappello che fine fanno se non hanno voce in capitolo?
Ero quindi carico di questi dubbi mentre rimiravo il copricapo che utilizzo qui a Budapest per difendermi dai rigori e dai calci di punizione dell’inverno.
Tranquillizzo tutti i vegani, il pelo non è di origine animale ma di casalinghe di Orzinuovi.
Jet McQuack!
Se tu fossi stato ad Orzinuovi non diresti cosí a cuor leggero.
Fatto bene a chiedere scusa a Saulo che lui per queste cose ci vedeva lungo.
Un po’ mi delude il Gintoki marmocchio: rifiutare una ragazza detentrice di terza anzitempo e che si siede sul tuo berretto, strusciandocisi sopra!
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Vorrei infatti viaggiarenel tempo e redarguire il mio me stesso. Anche se, mi chiedo, il cambiamento nel passato influirebbe su di me (me del futuro) o creerebbe una nuova linea temporale e quindi a beneficiarne sarebbe il me stesso di allora da quel momentoin avanti? In quelcasoil viaggio sarebbe fatica sprecata.
Lo ammetto, volevo fingere conoscenza ma non sono mai stato a Orzinuovi, prontamente mi cogli in fallo.
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Fidati di chi ci è passato.
I paradossi temporali spiegano in maniera affascinante quanto siano inutili e noiosi i paradossi temporali!
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Eppure letteratura e filmografia vivono da anni sui paradossi. È paradossale!
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Perché sono affascinanti nella loro noia!
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Il fascino della noia è un altro paradosso, non ti aspetteresti un fascino nella noia eppure ti affascina perché sai cosa aspettarti e non hai brutte sorprese
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Ci capiamo perfettamente!
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Io so solo che non si mette il cappello sul letto perché ricorda,in tempi passati,quando il prete lo posava sul letto del morto.
Della roba del cappello in chiesa mai capito manco io..ricordo che quando andavo a catechismo,una volta a messa,una bambina piu grande mi cazzió oerché portavo il cappello in chiesa..ciié sono mica un uomo io!
Ho divagato,scusa.
Miao!
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Mi hai aperto un mondo.
I love you ♥
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una cosa è certa: se in chiesa puoi forse tenere il cappello, in lombardia da gennaio devi togliere il casco 😛 (vedi post di oggi)
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Abbiamo due cose in comune:
1) anche collezionavo cappelli da baseball e li indossavo sempre e ovunque. Tranne in chiesa ovviamente. (li ho ancora tutti eh)
2) anche io facevo sempre il portiere. Ma solo perché i miei amici dicevano che non sapevo giocare a calcio. Però avevano ragione.
Non mi sono mai posto il problema in realtà ma l’ho sempre vista come una questione di rispetto, sai, come togliersi il cappello o i guanti quando si saluta qualcuno. Boh!
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Nel mio caso fui io stesso ad autoesiliarmi in porta, capendo che quella del portiere fosse una missione
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Gintoki da piccolo era un adolescente davvero medio… curiosi di capire oltre alla pornografia che lo ha allontanato dalla chiesa, cosa l’abbia avvicinato alle corrette misure della vita. Fa come me, per protesta e solidairetà coi portatori di cappello, smetti di frequentare le chiese!
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Un adolescente da dito medio, più che altro.
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Bah… non so… io ho sempre alzato indice e medio con british style!
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Invidio gli inglesi perché qualsiasi sconvenienza la possono celare dietro il british che conferisce quella patina di nobiltà
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Hai visto? Secondo te perchè tutta sta storia del Cortese Mortellaro?
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Il Cortese Mortellaro ricompaqque, magno cum gaudio!
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Formula cortesissima! Bravo
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Sorry è finito nel cestino pet sbaglio e dal cell non so come recuperarlo! !…rimedio a casa.
Stavo rispondendo: Cortese Mortellaro più che british mi sa di Firenze dei Medici! 😀
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Mi hai scoperto!
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Ho i capelli lunghi che mi fanno sembrare la monaca di Monza.
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com’è scritto bene questo post (e anche il precedente, in realtà…). Continuo a leggerti 🙂
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Benvenuta 🙂
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il peggio è quando un bambino col cappello, crescendo diventa il tanto temuto “uomo col cappello”…
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