Oggi pomeriggio CR dopo la pausa pranzo è tornata portandomi una brioche ripiena.
L’interno era composto di marmellata alla fragola e quella crema bianca sconosciuta in cui mi sono già imbattuto una volta.
Ho scoperto che, scaldando la brioche nel microonde, la strana crema assume un aspetto vagamente migliore e dalla consistenza della Philadelphia passa a quella besciamella. Inoltre, la marmellata di fragole ne ha mitigato il sapore (che per me resta ancora indefinibile). Ah, quanto c’ha mitigato: botte da orbi!
Quando ho preso in mano il dolcetto ho avuto un flashback.
Mi succede, a volte. Toccando, mangiando, annusando, ascoltando qualcosa, mi viene in mente, vivido, un ricordo del passato, magari anche non direttamente inerente al qualcosa in questione.
Università.
L’avevo accompagnata a registrare un esame.
Nell’attesa dell’arrivo del docente, al bar all’interno della facoltà lei comprò un cornetto.
Tornammo in aula.
Restammo in piedi, non ricordo bene il perché. Lei col suo cornetto in mano, io che forse seguivo una mosca che volava a mezz’aria, preda dei miei ordinari deficit di attenzione.
“Ne vuoi un pezzo?” mi fece.
Ricordo che mi voltai e vidi che lo zucchero a velo le aveva imbiancato i jeans neri.
Non se ne era accorta.
Ne vuoi un pezzo?.
Ho risentito la sua voce che mi rimbalzava tra l’osso frontale e quello temporale (difatti aveva l’eco di un tuono) del cranio.
Mi fa male in petto e non capisco il perché.
Provo malessere per episodi normali accadutimi.
Lo zucchero al velo sui jeans mi fa male in petto come un osso di pollo di traverso e non capisco il perché. Eppure lo zucchero vien via con una spazzolata, non è una tragedia!
Non ricordo più quanto tempo è passato.
Sono tornato a casa carico di negatività.
CC mi ha accolto sorridente come al solito. Mi chiede come sia stata la mia giornata, sempre accogliente come una hostess di un volo intercontinentale.
Ti prego.
Smettila.
Oggi sentivo di trovarla irritante.
Vorrei infatti che la smettesse di ripetere che sono un ragazzo gentile, soltanto perché le lascio sempre fare la doccia per prima.
Vorrei che la smettesse di dire che sono un ragazzo ben educato, soltanto perché lavo i piatti subito dopo mangiato.
Vorrei che la smettesse di parlare di una cosa (me) che non conosce affatto.
Non è che perché io lavi i piatti allora debba essere una bella persona.
È come dire che Hitler aveva un animo gentile perché amava la pittura.
Per un piatto che pulisco ci sono tante altre cose che non amo.
Lavare i pavimenti è una di queste. È noioso.
Uso sempre troppa acqua e creo allagamenti. Oppure, finisco per rinchiudermi in un angolo senza accorgermene e debbo aspettare che il tutto sia asciutto.
In linea generale, non amo le persone che mi danno del gentile o del tranquillo.
Il mese scorso sono uscito con la Tutor, alla fine.
Il giorno prima di lasciare definitivamente aaa Capitale.
Sempre in linea con il codice di condotta che mi vieta di approcciare donne con cui condivido ambienti a meno che la condivisione non sia terminata.
Fu una piacevole serata.
Pensai di aver trovato una bella amica, o almeno avrei potuto. Poi io sono partito, mentre lei a gennaio andrà in Uganda per un anno per un progetto con una ong, quindi chissà quando ci rincontreremo.
Come si è intuito, lei mi intrigava anche. E credo lo sapesse. Come diceva Cimabue, le donne lo sanno.
Ma nel corso della serata notai una certa chiusura fisica da parte sua.
Mi sto specializzando in comunicazione non verbale, quantomeno quella che riguarda i segnali negativi. Per quelli positivi ancora non ho passato l’esame di abilitazione. Devo ancora dare “Analisi della semiotica antropologica del devosventolartelainfaccia? II”
A un certo punto mi colpì una sua osservazione.
Io le stavo raccontando proprio ciò di cui sto scrivendo ora e, mentre stavo dicendo che “…La gente mi crede tranquillo…” lei mi interruppe, socchiudendo gli occhi come a mettere a fuoco un dettaglio:
– Tu non sei affatto tranquillo. Sei controllato, è diverso.
Il quel momento da parte mia il contatore geiger dell’eros registrò un picco improvviso e fugace. L’arguzia esercita su di me un fascino perverso.
Succede che si accorgano della mia natura.
Non è una bella cosa che ti mettano a nudo, ma finisco alla fine con l’esserne compiaciuto. È una sorta di piacere feticistico, che risiede nella “vergogna” di essere scoperti ma nel godimento che ciò avvenga.
Le dissi che odiavo questo mio sdoppiamento, tra apparenza di serenità e tumulti interni che a volte vengon fuori.
Replicò che, secondo lei, io devo soltanto riprendere il contatto con me stesso. E che, quando questo avverrà, potrò finalmente apprezzare e conciliare i diversi aspetti del mio carattere.
Non so quando questo possa avvenire.
E quanti problemi potrei io ancora causare agli altri.
Soprattutto quanti ne ho causati a chi mi offrì un cornetto.
è anche vero però che se non lavi i piatti saresti peggio. 😀 😛
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Cavolo lo sai che un po’ (ma poco eh) fa male anche a me quell’episodio, solo a leggerlo? Non so perché, forse è il suo essere perduto, andato, forse lo “scollegamento” fra lei e te, e il fatto che è irreparabile, davvero non lo so…
Mi sembra che siano in tanti, a confondere gentilezza e bontà…
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Grazie.
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Questo solo potevo pensare.
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E hai pensato bene, come sempre, vecchio mio.
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Ehh…
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I fatti “normali” accaduti fanno un male cane anche a me ultimamente… avrai letto di quel “temevo un rifiuto”… quindi ti capisco. Sai come scaccio la cosa? “Argh!” simulo una fitta, scompongo l’ordinario davanti agli occhi e tra me e gli altri e poi faccio esattamente il contrario di quello che ho fatto o detto la volta precedente. Tutto si ricompone diversamente. Lo ammetto, funziona solo per un minuto e un quarto!
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Però quel minuto e un quarto te lo godi
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Assolutamente si… Ne vale la pens
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E comunque Hitler era vegetariano. No, così per dire
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Allora non era certo una bella persona.
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Ah io sono sempre del motto, salva un animale, mangia un vegano!
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Ecco,leggere questo di prima mattina fa un po’ male al cuore,perché il contrasto tra apparire carina e gentile e una profonda dissociazione interiore anima anche me… Sarà per questo che il gatto è l’animale della mia anima?
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Il gatto rivela molte cose
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Da grande voglio diventare una zitella gattara infatti…
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Uahah :D. ..la prospettiva presenta molti vantaggi. Ricordo un libricino che sfogliai in libreria (sai quando devi perdere tempo in attesa del treno) che elencava i motivi per cui sia meglio prendersi un gatto che un uomo
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Il gatto sporca poco,è indipendente,capisce a fiuto quando deve starti lontano e soprattutto non ti fa promesse che non sa mantenere…
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Mi astengo dal commentare.
(non perchè sia brutto, il pezzo è bello)
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Puoi pure dire che sia brutto 😛
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No non è brutto. Assoutalemente. Anzi.
Sono semplicemente rispettosa di qualcosa che ho visto.
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… sono le cose più piccole… quelle che si fanno ago in pieno petto…
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Mi ricordo una frase da un libro di Banana Yoshimoto: sono le scene in cui non c’è niente di speciale quelle che si imprimono maggiormente nel cuore.
E niente, ormai ti parlo a citazioni
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… le persone, alla fine ci mancano per come prendono il caffè, per come stanno sul divano… perché poi, è il quotidiano che lascia il buco…
mi piacciono le citazioni 🙂
( stai rientrando a casa, fratè?)
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Questa sera ho l’aereo.
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allora buon volo…
e nelle vacanze, magari lascia perdere piatti e pavimenti… nevicasse, giocare a palle di neve improvvisamente colpendo i passanti a casaccio,può essere un buon modo per lasciare un momento il controllo nel cassetto…
🙂
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Il problema è che il cassetto finisxe p er essere riaperto e poi salta tutto fuori come i calzini 😀
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ma sai… che il cassetto si apra credo sia ovvio e bisogna anche dire che c’è differenza dal controllo attuato per nascondere e il controllo utile a mettere in pratica un’ azione piuttosto che una reazione…
Quel cassetto bisogna imparare a tenerlo socchiuso…
mi piacciono i calzetti che saltano fuori… fanno festa, improvvisazione… fano colore inaspettato 😀
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Io ce li ho tutti blu e neri e grigi quelli invernali 😦
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no! no! più colore… osa Fratè!..
( i miei sono spaiati, innanzitutto… e poi tra righe, disegni e pallini selagiocano a far casino :D… un tempo avevo fatto un post con foto)
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Molto giapponese il senso della vergogna che citi, molto giapponese.
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Un giapponese però per la vergogna poi si squarcerebbe il ventre.
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Bel pezzo
Non centra niente con questo post, però stavo pensando che per lavarti i denti come la CC ( mi colpi il particolare di cui parlasti qualche post fa, ovvero che nn fa fuoriscire neanche una goccia di dentifricio dalla bocca) il trucco credo sia di non bagnare lo spazzolino: put dentifricio into spazzolino and wash denti ,without water. In questo modo puoi girovagare per casa, se vuoi allargarti anche per il quartiere o per negozi di qualsiasi cittá, senza far fuoriuscire neanche una goccia di materia washante. Assaporare un pò di vera libertà, cambiare la tua vita. Al prossimo lavaggio mi debbo ricordare di provare anche io. Aggiorniamoci 🙂
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Debbo provare. Potrebbe essere utile per ottimizzare il tempo. Sa molto di fantozziano: caffè con pettinata compresa.
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Potrebbe anche divenire l ultima tendenza del nuovo secolo
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