Trovarsi in un Paese di cui ignori totalmente la lingua e dove ti capita di sentire al massimo una volta al giorno una parola che riconosci è come avere un firewall perennemente acceso che blocca l’ascolto delle chiacchiere da strada. Pensateci: niente commenti sul governo, sul calcio, su X Factor…Certo, dopo un po’ il rischio è quello di un estraniamento, cominciando a dissociare i suoni uditi dalle parole articolate.
Praticamente un viaggio al mattino in tram alla fine alle mie orecchie diventa così
Altro lato negativo è che al lavoro possono magari prenderti per il culo senza che te ne accorga.
Sto scherzando. Sembrano tutte brave persone.
Il capo lo vedrei bene come prossimo Doctor Who.
44 anni, smilzo e spilungone, camicie a righine e ciuffo. Con un papillon sarebbe perfetto accanto a un Tardis.
La mia responsabile invece è di padre napoletano e madre ungherese. Gentile e disponibile, caratterialmente ed esteticamente credo abbia preso il meglio di entrambi i popoli, assicuro.
Quel che mi turba dello stare qui è ancora la confidenza col cibo. No, non voglio sembrare il classico italiano che all’estero vuole la pasta e la mozzarella, io sono aperto al nuovo.
Anche perché quella che ho visto definita mozzarella aveva le sembianze del tofu. A questo punto, compro direttamente il tofu!
Debbo prima controllare che sembianze abbia il tofu.
Al supermercato, nella zona dei prodotti da forno, passo sempre davanti agli scomparti di dolci e salati. Che andrebbero presi con le pinze ma che la gente ama invece rivoltare con le proprie mani, come avevo già raccontato riguardo il pane.
Un giorno, avendo colto che il banco stava per essere rifornito di lì a breve, mi ci sono appostato vicino per intercettare un dolcetto prima che venisse toccato da altre mani. Non avendo tra l’altro idea precisa su cosa fosse, perché i dolci da forno sono tutti dei fagotti o fagottini o rondelle farciti non si sa bene con cosa. Quindi ho deciso di prenderne uno a caso.
Tanto un po’ di pasta con lo zucchero è un po’ di pasta con lo zucchero ovunque, penso.
Non è sempre vero che sia così ovunque.
I dolcetti mediorientali ad esempio hanno le dimensioni di un pacchetto di fazzoletti e il peso specifico di un televisore a tubo catodico. Tale peso è tutto costituito da zucchero e io non so come ciò sia possibile: probabilmente è avvolto su sé stesso in maniera pentadimensionale. I dolci mediorientali sfidano la fisica quantistica, quindi.
Prendo un fagottino oblungo.
Do un morso.
All’interno il ripieno è una pasta cremosa bianca dalle sembianze della philadelpha e dal vago sapore di vaniglia-agrumi e qualcos’altro di non specificato.
A tratti quindi sembra di mangiare un panino al formaggio, a tratti una merendina del discount.
Diciamo che per gli esperimenti alimentari ci sarà da studiare ancora.
E se fosse una merendina al tofu?
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Oh no!
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Hai aperto una questione che mi inquieta assai.
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Seguiranno risposte terribili quanto la domanda? Sono assai spaventato
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non sono certo a questo punto di voler conoscere risposte
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Le temo quanto te, ma loro sono molto curiose di conoscerci
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Non si scappa, insomma. Vi terrò aggiornati ai prossimi incontri ravvicinati alimentari. Chissà che non ne torni con un’illuminazione, fornendo risposte di cui l’umanità farebbe a meno.
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A volte sono gli shock più atroci a portarci alla maturità. Forse, a risposte spaventose, nel cammino dell’uomo seguiranno azioni meravigliose.
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C’è poi un altro rischio. Che tu impari la lingua senza riuscire a parlarla, cosí da trovarti immerso a discorsi di calcio, governo, programmi senza poter fare nulla…
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E la gente potrebbe credermi interessato scambiando il mio silenzio per un ascolto attento, dici?
A questo punto meglio rimanere nell’ignoranza linguistica, non trovi?
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Assolutamente!
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stavolta per il plauso sarebbe bastato il titolo
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Volevo ripetere le gesta del grande barzellettiere di Topolino degli anni ’80/’90, Sergio Paoletti
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Sicuro che fosse cibo e non una crema per i piedi?
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Dal sapore credo fosse crema DI piedi
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Esperienza impareggiabile. Come quando in Cina, ad una colazione in un albergo, avevo visto un fagottino ripieno di qualcosa che sembrava cioccolato ed invece era crema di fagioli…
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Alt!…Se parli del fagottino con la crema di fagioli è possibile sia il dorayaki, ripieno di crema di azuki, fagioli dolci. È un dolce tipico giapponese buonissimo: in Giappone ogni kombini che vedevo mi fermavo a comprarne uno, soltanto che non capendo nulla di ciò che fosse scritto sulla confezione prendevo a caso e mi capitavano sempre o con crema al latte, o al miele, o con una crema strana…soltanto un paio di volte li ho beccati alla crema di azuki. Comunque buonissimi, anche se non so se in Cina li facciano uguali, magari avrai trovato quello alla crema di fagioli borlotti!
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Credo proprio fossero fagioli qualunque, altro che azuki… Magari!
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Mai visto questo; aveva proprio l’aspetto di un fagottino, come nelle migliori pasticcerie. Poi zac! Sorpresa!
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Allora veramente hai fatto una grande scoperta: una merendina al fagiolo!…Avrei indagato sull’esistenza o meno di merendine con altri legumi!
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Una delle cose che ho imparato in Cina è proprio quella di non farsi domande, in particolare sul cibo. Il rischio è di non mangiare assolutamente nulla.
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Per la serie, occhio non vede…stomaco non duole
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ti adoro
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Mi hanno portato tempo fa dall’Egitto un vassoio di dolcetti mediorientali. Ci son voluti tre mesi per finirlo ed altrettanti mesi per smaltirlo.
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Non oso pensare alla glicemia quanto sia schizzata! 😀
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Ecco, non so come dirtelo, mi sembro la mia mamma che mi manda i video degli auguri di Natale su uotsap.
Ma mi hanno incastrata e voglio che in questo sacco ci sia anche tu 🙂
Voci dall’alto dicono che ti tocca scrivere una cosa:
qui maggiori info>
🙂 Ciao Gintoki,
buon giovedì pomeriggio.
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vado a leggere…anche se non garantisco riuscita: per le catene dico sempre ok poi quando ho tempo mi ci metto e poi restano lì nel cassetto!
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Può esserci di peggio delle silly symphonies nelle orecchie… (bè già l’ipotesi di Ysi è inquietante). Il titolo è fantastico 🙂
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