Non è che puoi obbligare una foca monaca a essere laica

Ogni volta che il Natale si avvicina io lo guardo con diffidenza, chiedendomi quest’anno cosa voglia da me.

Ricordo sempre le parole che mi rivolse una mia compagna di classe, una simpatica st…upidina.

Era periodo di festività, si stava quindi discutendo degli ultimi giorni di scuola prima della meritata (si sa che i liceali si ammazzano di fatica! Quelli di oggi ancor di più, studenti indefessi, molto fessi e poco inde) quando lei si rivolse a me, facendo:
– Gintò ma tu non credi, che membrovirile festeggi a fare allora?
Io risposi, con un accenno di ditino sentenzioso, che il Natale può assumere anche altri valori.
Lei ribatté, con la boria e l’indifferenza di chi ha il cerume nelle orecchie e non sente gli altri: Sì sì, ti mangi il panettone, ià abbiamo capito.

Son cambiati i modi e le modalità, ma simili, sterili, obiezioni le ho sentite altre volte nei successivi 15 anni, tanto da farmi pensare a volte di vivere come un appestato.

Non ho mai compreso l’ostilità altrui su certi argomenti. E il perché di essere costretti a porsi il problema di rivelare o meno di non essere credenti o tenerselo per sé come se fosse una pratica sconcia.
– Ehi, sai, quando sono da solo mi trastullo con dei dildo da uomo!
– Bleah, vergognati! Tienitelo per te, fai proprio schifo.

Ecco, più o meno è questo l’atteggiamento di molte persone.


Altri, online – si sa che varcati i Gates del virtuale le tastiere trasformano anche le anime più pavide in invincibili guerrieri senza Mac e senza paura – mi hanno invitato gentilmente a trasferirmi in Iran e a farmi impiccare.
Perché mai? Se proprio debbo andarmene via in quanto non gradito, mi si conceda la scelta del Paese! Sono indeciso tra un atollo del Pacifico, con tutti i rischi dell’innalzamento dei mari, o il Giappone, con tutti i rischi dell’insanità mentale che quella società può creare. Comunque vada potrei finir male insieme alla mia blasfemia, che ne si gioisca, allora!


In secondo luogo, non capisco perché una persona dovrebbe porsi il problema di come sia o non sia l’altrui Natale.

Premettiamo che il 90% delle abitudini e usanze di questo periodo, le luci, lo shopping, Una poltrona per due, i pranzi, la neve, la neve assente ma desiderata, la neve presente e scassacazzo, le mutande di pizzo rosse, il parente insopportabile che devi invitare perché sennò succede un ’48, non ha nulla a che fare col cristianesimo. Sono degli artefatti.

Anche la data e l’anno di nascita di Gesù Cristo (che neanche si chiamava Gesù Cristo, per inciso) sono fittizie, ma questa è una considerazione strumentale. Non approvo chi ne fa un vessillo di contestazione religiosa, perché la datazione va considerata per ciò che è: un simbolo. Mi si perdonerà l’esempio profano, ma è come, poniamo, stabilire una giornata mondiale per i suonatori di cornamusa colti da enfisema fulminante, scegliendo una data che corrisponde al giorno in cui il primo suonatore di cornamusa colto da enfisema fulminante sarebbe spirato. Fa niente che magari morì di indigestione e che magari non è neanche esistito: è un simbolo. Persino un nichilista come me riconosce che le persone hanno bisogno di stringersi attorno a Esso. E anche all’Agip o alla Q8.


Il problema sorge nel momento in cui si comincia a pensare che il proprio simbolo sia l’unico dotato di legittimità e/o che sia più forte dei simboli altrui.


Quindi, ammesso e non concesso che non si tratti del 25 dicembre dell’anno zero, chi se ne frega?

Chi crede, commemora la nascita del Cristo. Va in chiesa, prega, ricorda, eccetera. Tutte cose che io non faccio, perché sarebbe ipocrita e falso da parte mia. Se lo facessi, a quel punto potrei sì essere oggetto di critiche.

Ma se mi piacciono le luci o stare seduto a tavola con la famiglia, non vedo cosa io stia facendo di ipocrita o immorale. E, in ogni caso, un credente si sente infastidito o minacciato da ciò? E perché mai: il mio pranzo a tavola sta togliendo qualcosa al suo pranzo Natale? Non ho mai rubato pranzi altrui, si sappia.

Capisco che la festività santa sia stata svilita da una serie di pratiche consumistiche, ma non sono stato certo io o quelli come me a crearle – e ho premesso che la maggior parte delle cose che la gente fa a Natale, credenti compresi, ha ben poco di religioso, a mio avviso – né cerco di alimentarle in maniera compulsiva.

L’unica cosa che magari rubo o di cui magari godo sono le ferie natalizie, ne son conscio. Se un Cristo c’è spero che chiuda un occhio per aver approfittato del suo compleanno per starmene a casa.
Altrimenti chiuderò io un occhio al prossimo suo fedele che mi investirà di disprezzo.

Ma lo farò con tanto amore, perché, in fondo, a Natale siamo tutti più buoni.

Per chiudere, visto che non voglio che mi si dica che sono cinico e negativo, voglio condividere qualcosa di gioioso e carino.

Notate la grazia e la beltà di questo Babbo Natale strabico, senza mani, con le gambe ingessate e con anche probabilmente una orchite in stadio avanzato, che accoglie i clienti all’ingresso di uno SPAR, che sarebbe il nostro DESPAR ma non capisco perché da noi abbia un nome diverso, un po’ come il Mediaworld che in tutto il mondo è in realtà Media Markt.

2015-11-30 14.32.29

Oh oh…ohio.

23 Pensieri su &Idquo;Non è che puoi obbligare una foca monaca a essere laica

  1. per me il Natale e’ na tragedia! io a Palermo, mia figlia a Messina che non vuol venire a Palermo da mamma’ mentre i suoi tre gemrllini vorrebbero venire. Le mie sorelle che stanno a Catania vorrebbero che andassi da loro. I miei nipoti che stanno qua e la’ suggeriscono di andare a festeggiare tutti in campagna al freddo e al gelo e nessuno ovviamente accetta.
    La mia gatta vuole restare a casa, mio marito e’ confuso ma ha le figlie a Palermo che pero’ si fanno i cz2i loro.
    Alla fine quasi sempre rimaniamo soli, in pace con il gatto, svuotati i portafogli dai bonifici natalizi e ci rimpizziamo di tortelloni e pandoro. E buon compleanno a Gesu’

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  2. Il Natale mi piace e anche molto, però sono anni che non lo vedo come festa religiosa.
    Non lo vedevo così neanche quando ero una bambina ingenua e teoricamente credente (il che vuol dire che ho fatto comunione e cresima, prima di poter avere libertà sufficiente per dire che a Dio non credo. In Italia tutte queste cerimonie sembrano quasi un passaggio obbligatorio, una specie di convenzione sociale, soprattutto se vieni da un buco di paese come me, dove la chiesa in piazza è praticamente l’attrazione principale. Questo modo di fare tra l’altro la dice lunga sulla religione e i credenti, ma questa è un’altra storia…)
    Per me Natale è una buona occasione per stare in famiglia e il fatto che si possa stare a casa è un vantaggio aggiuntivo per chiudere l’anno in santa pace, senza pensare a scuola, università o lavoro, a meno che uno non lavori in un supermercato o simili, perché quelli devono stare aperti anche la notte di Natale, sennò non siamo contenti.
    Ne riconosco il consumismo e non mi scandalizzo, sarebbe da ipocriti scandalizzarsi e poi continuare comunque a decorare la casa come fosse la dimora di Babbo Natale e mangiare come se dovesse finire il mondo il giorno dopo. Sarò scema, ma la magia del Natale ha ancora fascino su di me e non c’è credente che possa farmi cambiare idea o farmi sentire indegna perché voglio festeggiare.

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  3. Mediamarkt mi piace di più…
    Natale quest’anno mi starà sulle palle ancora di più…
    La gente ti guarderà sempre male, sia che tu dica “non credo” sia che tu cortesemente ti risolva ad augurare il 25 dicembre “giorni sereni” e non “tanti auguri”… si sa… comunque vada al matrimonio il sorbetto sarà sempre o troppo gelato o troppo squagliato!

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  4. A me è capitato più volte che persone in apparenza miti e gentili si trasformassero in tigri dai denti a sciabola appena osavo rivelare di non essere credente.
    Così per rimediare mi sono creato la mia religione, di cui sono anche profeta e pontefice massimo, il che semplifica molto le cose.
    Ovviamente ho la mia festa nei dintorni del solstizio invernale (che poi è da lì che nascono Natale, Sol Invictus e tutto il resto). Le celebrazioni prevedono riposo assoluto e dieta ipercalorica.
    Poi voglio vedere chi osa ancora mettere in dubbio la mia devozione.

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    • Qualche volta ci ho provato anche io, ma senza darvi continuità, forse non ero ancora pronto a credere in me stesso, ma l’idea di esser portatore di una religione da utilizzare per metter a tacere gli aggressori mistici è molto valida e un esperimento da ripetere.
      Quando verrà quel giorno vorrei proporti un concordato tra i nostri magisteri.

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  5. Dopo anni ho imparato a tacere le mie necessità di rivalsa famigliare. Ma fino a poco tempo fa la scena era questa:
    Ascensore del palazzo dei nonni, madre mi dice: “Non dire assolutamente niente davanti ai nonni sul fatto che non credi ecc ecc, altrimenti i nonni si offendono si deludono e poi si arrabbiano”. Cosa che io percepivo come “Entra dentro e spacca tutto, fa che la tua lingua non abbia freni” (Complice anche il vario ed assortito beveraggio notturno).
    Che poi è passato più di un decennio ed io che, ok che ho imparato a tacere, ma continuo a domandarmi, ma perché cazzo si devono offendere und deludersi und arrabbiarsi perché la penso diversamente da loro?! Ah, forse ho compreso qualcosa..è proprio il mondo marcio che va così…

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    • Ho la stessa cosa con mia zia, che però va be’ da anni ha rinunciato a prendersela con me; in realtà poi non le ho mai detto la verità, lei negli anni passati mi ha sempre contestato che a pasqua/natale non andassi in chiesa e mi ha sempre investito di anatemi e reprimende per questo.

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  6. tristissima ‘sto pupazzo, fa passare la voglia di festeggiare. Il Natale è festa a prescindere. E’ tradizione. Poi c’è chi lo conclude in chiesa, chi sdraiato sul divano a digerire. Certo, nasce festa religiosa, ma ancor prima festa pagana e a chi lo chiede io festeggio il sole.

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Si accettano miagolii

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