Sono una persona che spesso riesce a fingere bene di sapere cose che in realtà non sa. Se interpellato su un argomento, posso fornire un parere autorevole e saccente senza rivelare la mia ignoranza.
Ricordo un episodio che credo sia illuminante.
18 anni, in un’altra vita (tra l’altro durata poco): arrivo fuori la facoltà di ingegneria, mi avvicino al gruppetto di persone con le quali scambiavo di solito due parole (alle volte mi azzardavo anche a tre). C’è una discussione in corso. Lo Sheldon Cooper del gruppo (uno che una volta di fronte alla spiegazione sul calcolo del volume di un solido irregolare rimase in adorazione osservando la lavagna come un pastorello cui era apparsa la Madonna) mi saluta e mi chiede: “Ma tu ricordi se la derivata di terapia tapioco come se fosse antani ha il grafico a cuspide?*“. E io, con austera sicumera, gli dico: “Guarda, non vorrei dirti una sciocchezza ma credo sia proprio così. Fammi vedere…sì sì, non vorrei sbagliare. Tu che dici?”.
*Non ricordo assolutamente cosa mi chiese perché neanche lo capii, quindi ho sostituito le parole della domanda con qualcosa che più potrebbe avvicinarvisi.
Comunque da quell’episodio compresi che dovevo cambiare aria.
Il segreto dell’ignoranza non svelata è questo: non bisogna rispondere subito, perché la risposta potrebbe sembrare falsa. Bisogna indugiare nel rispondere – non troppo – come se si stesse riflettendo. E poi rigirare la domanda all’interlocutore e concordare con lui. Perché, tanto, molto spesso l’interlocutore ha già la risposta dentro di sé. Bisogna farla uscire fuori.
Questa è applicazione della maieutica socratica.
La maieutica era il metodo di Socrate basato sul riuscire a far venire alla luce la verità nell’interlocutore tramite il dialogo.
E, a proposito di filosofia, ho ripreso a dar ripetizioni al ragazzo frustrato (dalla madre). Dovrei occuparmi di storia e filosofia, ma sembra che la madre sia più propensa a fargli fare filosofia.
Quest’anno inizialmente aveva provato ad affidarlo alla mia ex – che gli fa già matematica – ma lei dopo aver speso due ore su Kant ha poi desistito non avendoci compreso nulla.
Secondo la mia ex la filosofia kantiana è un insieme di ovvietà e banalità, diffuse con interminabili giri di parole. Ora, io non voglio difendere il buon nativo di Könisberg e posso concordare che certe cose possano suonare ridondanti o retoriche. Ma bollare così uno sul quale tutto il mondo ci ha sbattuto, ci sbatte e ci sbatterà la testa, mi sembra un tantino presuntuoso. Soprattutto da parte di chi non ha mai studiato la filosofia e per la quale un Kierkegaard potrebbe benissimo essere il nome di un medicinale per i dolori mestruali.
Immagino già lo spot:
Inquadratura di una giovane donna stesa sul divano. Mora, capelli legati indietro, top bianco e pantaloni della tuta grigi, si tiene un cuscino sulla pancia con una mano, mentre l’altra regge la testa.
Arriva la sua coinquilina facciocosevedogentesonounpo’stronzetta, castana, capelli ricci, tutta pimpante come se fosse riuscita ad andare in bagno dopo una settimana
– Allora stasera apericena?
– Non lo so, ho un mal di testa…
– (l’amica tira fuori dalla patata una scatolina) Ma da oggi c’è Kierkegaard!
~Intermezzo animato che mostra la magica pillola che entra nel corpo della donna e tramite delle onde lampeggianti come l’attacco solare di Daitarn 3 diffonde i suoi benefici effetti~
Cambio di scena
Un locale all’aperto che dà su una piazza, viavài di persone, vociare di sottofondo. Gruppo di amiche sedute intorno a un tavolo che chiacchierano gaie e spensierate.
Arriva la nostra protagonista, stavolta niente più tuta e capelli legati. Sembra appena uscita da una beauty farm, elegantissima, tacchi a squillo.
L’amica riccia la vede e le fa
– Ma tu non restavi a casa? (sottotitolo: che cazzo ci fai qua che devo rimorchiarmi il tipo che ti interessa)
– (con un sorriso a 32 denti come a dire: ti piacerebbe, brutta stronza) Ma io esco con Kierkegaard!
(scoppio di risate false e demenziali da parte di tutte).
A proposito di demenzialità, credo di essermelo già chiesto ma ogni tanto mi ritorna questo interrogativo: perché le donne negli spot pubblicitari, soprattutto quelli che riguardano la loro fisiologia riproduttiva o intestinale, sembrano tutte delle povere mentecatte che non riuscirebbero neanche a trovare la propria testa se non ci fosse uno specchio in casa?
Sono rimasto sorpreso, comunque, nel constatare che il giovane discepolo sia studiando sullo stesso libro che ho utilizzato io più di 10 anni fa. È ovvio che la filosofia non sia cambiata da allora e che Kant&soci essendosi ritirati a vita privata (privata…della vita)* non abbiano scritto altre cose.
In compenso lo stile grafico del libro è mutato. Il mio aveva come colore dominante l’azzurro Nazionale italiana. L’edizione attuale è basata sul rosso Ferrari.
Immagino tra 10 anni cambieranno di nuovo. Consiglierei un rosa Giro d’Italia.
* humour nero
Ho utilizzato humour in luogo di humor perché preferisco il british english a quello americano. Quindi meglio humour, colour, centre e così via.
Mi ha fatto troppo ridere il tuo black humor (io sono americana 😛 ) sui filosofi XD
Comunque scorate aveva ragione su molte cose, ora non ricordo esattamente cosa ma comunque era così.
magari il primo atto di ribellione di quel povero ragazzo sarà quello di farsi fare storia da te anziché filosofia!
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Dubito che il ragazzo si ribelli prima dei trent’anni. Della pronuncia americana mi piace quella del Sud, aspirata e sibilante. Ma forse ho visto troppi western ambientati in Texas
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confessa, scrivi su spinoza.it sotto altro pseudonimo.
p.s. piccolo appunto alla maieutica socratica: pare che il suddetto ponesse domande all’inerlocutore per far emergere le risposte che aveva in testa lui. lui, socrate.
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p.s. grande verità sulla didascalia alla pubblicità al femminile
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In pratica Socrate era il Berlusconi dell’epoca, rigirava le verità a proprio uso e consumo
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Nulla da aggiungere al post, mi permetto solo un applauso alla tua preferenza per l’inglese britannico. 🙂 Sono un fanatico dello spelling, ognuno ha i passatempi che si merita…
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Io mi ci sto fanatizzando da poco, tra l’altro mi sono reso conto che una corretta pronuncia british richiede quella necessaria dose di disgusto nel tono che la rende nobile
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Utlizzavo la maieutica socratica e non lo sapevo, imparo sempre qualcosa da te, praticamente mi stai facendo ripetizione come a ragazzo frustrato, ma a me non frustrami nè!!!
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Ma io sono un gatto…a 9 code!
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abbagnano fornero?
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Risposta esatta!
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Penso che quello sia IL libro di filosofia!
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Ignoravo la sua diffusione capillare lungo lo stivale
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Fai benissimo ad usare l’inglese e non l’americano, ma cazzarola!, i segreti devi lasciarli tali. Puoi danneggiare altre persone che come te fingono sapienze sterminate!
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Ah, boccaccia mia! Preso dalla vanità di vantarmi non ho pensato che avrei potuto minare la credibilità di tanti artisti!
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Sei perdonato perché la vanità è il nostro umile pane!
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Com’è gustosa inzuppata nel sugo (purché non sia brodoso)!
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Il sugo brodoso vuole altre cibarie!
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Che vanno lasciate nel proprio brodo!
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Giustamente!
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Grande Kant!
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Mi hai fatto venire un’altra tattica che usavo io (ma ancora attuale) quando non capivo una mazza del discorso in cui mi ritrovo coinvolto. E’ quella di ripetere a voce più alta le parole di un’altro saputello che sottotono, nella stessa discussione, ha fatto un’osservazione sulla stessa linea di chi parla… ti fa apparire come uno che conosce l’argomento e che preferisce parlare poco. In alternativa c’è sempre lo squillo immaginario del telefono che è un’ottima via di fuga…
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Il trucco del telefono mai utilizzato, mentre invece l’appropriazione indebita di opinioni è un’arte in cui anche io mi ci sono cimentato…
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Hai detto bene, è un’arte. Non credo di averne imparato bene i segreti ma ci ho provato…
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Lo squillo immaginario pensavo di essere stata la sola ad averlo usato come scusa XD
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Siete brutte persone. 😀
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Primum vivere, deinde filosofare. E te lo dice un filosofo!
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Non era “primum magnare”? 😀
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…ecco… totalmente negata alla finzione… anche volessi…
tutto il mio corpo inizierebbe la trasformazione a punto interrogativo… con i piedi come punto… e la testa inclinata a ricciolo….
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È solo questione di reazione. Assumere la giusta postura corporea e quell’aria un po’ saputella, quel tanto che basta per dare un parere lapidario. E poi sviare.
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tipo… “mmmm” ( con aria assorta) e poi andare via con saccenza… ( con la fierezza di un piccione)…
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Esatto!
Il piccione non si cura di niente, se un’auto sta per investirlo lui non vola via ma cammina tronfio e impettito.
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Uhmmm… Avrei detto esattamente la stessa cosa, ma credo ci siano degli studi di qualche anno fa in merito – interessantissimi, t’assicuro – che potrebbero se non confutare, ma guardare la situazione da un punto di vista poco battuto, ma certo non trascurabile.
Firmato: T. O. Fregato.
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Ma tu sei in grado di dirlo proprio in base a degli studi, non per principio (un giudizio a priori?), questa è la differenza.
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Il mio metodo di risposta a domande incomprensibili era sempre un “Sorridi e annuisci”, ma forse non ha mai funzionato davvero… Il più delle volte devono avermi presa per una ritardata 😛
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Che è un po’ come fare “Ma…sono giapponese!” 😀
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Precisamente ;D ;D
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Io l’ho sempre chiamata “ars imbastiendi” che si basa su tre regole fondamentali: estrema convinzione, voce ferma, e interpretazione delle espressioni facciali dell’interlocutore, con le quali si aggiusta il tiro mano mano che si parla.
L’unico che mi fregava era il prof. di italiano perché mi ascoltava in silenzio ad occhi chiusi mentre parlavo, un vero osso duro.
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È una regola molto interessante. Magari si potrebbero utilizzare anche degli occhiali da sole scuri come nel poker per bluffare, e non dare l’impressione con gli occhi e lo sguardo di stare improvvisando!
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Eh no! Ho detto “estrema convinzione”, se si da’ l’impressione di stare improvvisando non si sta rispettando la regola numero1! Anzi, ti dirò di più, l’occhiale da sole mi mina la prestazione perché l’interlocutore potrebbe sospettare che sotto la lente scura si cieli uno sguardo insicuro. Invece non ci devono essere sospetti, esitazioni, dubbi! Solo certezze!! 😂
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Allora sei a un livello più avanzato del mio, lo riconosco. Io utilizzerei gli occhiali per dissimulare!
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