Abbiamo un topo in Casa Romana.
Questa è la notizia che un visibilmente turbato Coinquilino mi ha riferito con lunghe e ridondanti locuzioni. Degno fratello di cotanta sorella (la padrona di casa, specializzata in conversazioni ampollose e retoriche, oltre che nella fuga dai corridoi), mi ha narrato di come si è imbattuto nell’essere invasore, la propria sorpresa (mimata durante il racconto con una teatrale gestualità per manifestare il suo sconcerto), il dubbio sulle contromisure da prendere per eliminare l’intruso.
Mi ha coinvolto poi in una ricerca degli escrementi del ratto nel piccolo giardino, indicandomi ogni sostanza sospetta sul suolo al suon di “Questa secondo te cos’è?”.
Sì, aspetta che ne prendo un campione e lo analizzo in laboratorio. Darei anche una passata di luminol per controllare se nelle ultime ore abbia assassinato qualcuno.
Mi sentivo uno di CSI e avrei voluto esclamare qualche frase à la Horatio Caine, del tipo:
Quando il gatto non c’è
– pausa per inforcare gli occhiali –
i topi cagano.
Yeeeeeeh.
Prima aveva raccomandato me e Astro Nascente di non lasciare cibo in giro e io avrei voluto aggiungere “Ringrazia questa stonsa che non porta mai fuori la spazzatura ma la lascia lì a fermentare” ma prima di aprir bocca mi ha trascinato nella ricerca di reperti organici.
La cara ragazza ovviamente nonostante la mia richiesta non si è fatta passare neanche per l’anticamera e il guardaroba di quel teatro dell’opera diroccato che ha al posto del cervello di portare mai fuori la spazzatura. Allora io un giorno avevo deciso di fare come la Gran Bretagna fece quando Hitler si mangiò Austria e Cecoslovacchia: sbattermene.
Avevo utilizzato un mio sacchetto dove gettare la mia spazzatura non organica, mentre la pattumiera strabordante l’avevo lasciata a lei sperando che, nell’atto di premere e comprimerne il contenuto per far posto ad altro pattume, vedesse la mano tranciata dalla mandibola di un limone mutante formatosi dagli avanzi di ravioli, lattine di bevande gassate e vasetti di gelato. Purtroppo ciò non è avvenuto e ora non ho più fede nei b-movies.
Mi sarei anche accontentato che la roba schizzasse tutta fuori e le insozzasse le mani come una volta successe a me nel cercare di chiudere il sacchetto, ma sembra che io debba anche perdere fede nel potere salvifico e karmico dell’invocazione del Dio Anubi.
E dire che è ridicola la situazione: rifiuti organici io quasi non ne produco affatto – a pensarci è assurdo quanta spazzatura invece produciamo con carta e imballaggi nella società di oggi -, la maggior parte di essi è costituito spesso soltanto da bucce di banana perché ne sono un gran divoratore (Padre da anni infatti mi chiama gorilla). Purtroppo non conosco modo di riutilizzarle, anche se al liceo sapevo di una tizia che le faceva seccare, le tritata e le fumava.
Non ho idea della reale utilità di questa pratica, dei benefici in termini di sballo da essa derivanti e dell’esistenza o meno di un mercato di fumatori di bucce. Non voglio pensare all’idea che in tutti questi anni di ingerimento banane io abbia dilapidato un potenziale patrimonio: avrei potuto metter su uno spaccio di bucce di banana tritate e creare un impero, sarei stato il Pablo Escobanan dell’hinterland napoletano.
Per la cronaca in questo momento il topo è rinchiuso nel ripostiglio, dove Coinquilino l’ha avvistato questa mattina, in attesa che ingerisca il veleno o che almeno raccolga l’invito scritto sulla confezione: ESCA.
Della buccia di banana si fuma solo la parte interna. Non ha nessun effetto, se non quello di farti passare per un avaro che non compra tabacco.
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La tizia ricordo era infatti alquanto stracciona. Fumava il drum quando era una cosa da pezzenti.
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Cioè dopo che ho iniziato a fumarlo io, quando era una cosa da nonni rincoglioniti.
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Come cambiano le opinioni della massa.Oggi stanno tutti ad arrotolare, con la scusa che “no ma è più buono, no ma non ci stanno le porcherie che mettono nelle sigarette”.
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Io che sono toscanamente burlona aprirei di soppiatto la porta del ripostiglio…al topo quel che è del topo… 😀
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Sì ci avevo pensato ma non è che poi mi attiri tanto l’idea che il topo giri per casa 😀
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Escobanan è anche il nome di un noto pornomane!
Se non si può piú avere fuga nei B-Movie non so piú come fare.
Noto inoltre che anche se avevi detto che avevi finito la serie di articoli “Non è che” non è vero che l’hai finita!
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Finita la prima parte! È iniziata la seconda! Sei stato poco attento, ti ho colto in fallo!
Escobanan il pornomane: mi azzarderei a dire che anche lui sia nel mercato delle banane!
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Un solo articolo di pausa?
Sei uno stakanovista!
Lo è. Lo è molto,
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Le pause lunghe impigriscono!
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I gatti vanno soggetti all’impigrimento?
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Dal dormire soltanto 12 ore al giorno, possono passare a 14-16! Un inaccettabile indugio all’ozio!
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Giammai!
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Per esempio un utilizzo della buccia di banana potrebbe diventare questo —-> http://www.corriere.it/ambiente/15_ottobre_12/banane-filtro-pulire-acqua-metalli-pesanti-053dcd4a-70bc-11e5-a92c-8007bcdc6c35.shtml?refresh_ce-cp
I topi sono tipi fastidiosi in casa, ma fuori sono uno spasso!
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Io, che sono vecchio, ricordo il Corriere come una roba seria.
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Allora devi essere proprio vecchissimo! 😀
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Oddio, non li trovo uno spasso né fuori né dentro 😛
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Bhe sei un gatto
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Al massimo te lo lascio sullo zerbino facendoti gradita sorpresa.
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Ci sono due cose che non gradisco in casa, oltre ai rappresentanti della folletto, topi e blatte. Uccidilo, non lasciarti intenerire.
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Se mangiasse le esche…le abbiamo trovate intatte. E nel ripostiglio non v’è traccia di lui. Credo che nottetempo sia fuggito fuori attraverso la porta finestra (tutte le altre stanze erano chiuse e il corridoio non offre riparo).
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Come sempre con questo post hai vinto. Agli occhiali di Horatio ho sbottato a ridere in ufficio e mi sono immaginato la scena con le cagate di topo. Epico XD
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Accompagnate dallo “yeeeeeeah” di Daltrey, non scordarlo!
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Quella della buccia di banana mi mancava… sono curioso di sapere di che ratto si tratti e quanto grande/schifoso sia… se poi è un topolino di campagna, prova a chiedere a Astro Nascente se ve lo cucina!
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No non è un topolino di campagna, è un ratto grigio. Non una pantegana (o zoccola al sud), certo, ma più grande di un topolino.
Il fatto che oggi pare sia sparito non mi tranquillizza, secondo me è finito in un involtino.
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vedi? lo dicevo io!!
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… Non potrebbe essere Firmino?… Magari cerca da leggere…
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Nah, in un ripostiglio al massimo può trovare detersivi
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sarà un lettore pigro… leggerà le etichette…
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Lasciatele il topo morto sul letto, magari capisce (o scappa, o forse lo ritiene commestibile per le sue pietanze).
Quanta pazienza, Gin.
(E se trovi un modo utile di utilizzare le bucce di banana, dimmelo, perché ne mangio un po’ anche io. L’unico consiglio da casalinghe disperate che ti do, è di farle fuori subito in caso perché le bucce di banana puzzano un sacco e fanno una strana muffa che buca il sacchetto biodegradabile. Così, a caso).
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Credo sia fuggito. E non per le esche avvelenate, ma per la paura di essere cucinato, mi sa.
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