Ho saputo che nella casa dove vive la mia amica sono arrivati due tizi. Inizialmente non graditi, perché quell’appartamento era sempre stata abitato da ragazze e la mia amica si era trasferita lì appunto per questo motivo.
Uno dei due si definisce “artista espansivo”, giuro non sto inventando nulla. Quando l’ho saputo ho immaginato un tale che va in giro ad abbracciare la gente e dar loro pacche sulle spalle.
Invece pare che un “artista espansivo” sia uno che prende vecchi oggetti o rottami, li aggiusta e dà loro nuova vita, “espandendo” la loro vitalità, la loro potenzialità intrinseca.
Insomma, è il tipo di persona che vorrei incontrare quando mi sento frustato per avere qualcuno da insultare.
Infatti l’altra sera, mentre ero dalla mia amica, sono andato nella stanza dei due tizi e ho spostato i loro oggetti. Tipo invertire i deodoranti, i libri, cambiare di posto alle sigarette.
L’artista – riflettevo – va a vivere da solo, ma la madre cucina per lui e gli rassetta la stanza. L’artista quindi è colui che non si occupa delle vili faccende domestiche.
Mi ricorda quelli che lasciano casa perché non sopportano più i genitori, salvo poi potersi permettere di vivere da soli perché i genitori sostentano le loro spese. Sarebbe bello se i genitori dessero loro un motivo in più per essere odiati, smettendo di trasferir denaro ai figli.
Per carità, io non posso parlare, dato che i miei genitori purtroppo devono ancora in parte contribuire al mio baritono (non posso mantenere un tenore) di vita. Però io ho superato quell’età in cui posso permettermi di odiare i miei genitori. Adesso sono loro che hanno l’età giusta per odiare me.
Oggi ho compiuto un atto artistico. Il mio portafoglio, che si era bucato lasciando pericolosamente fuggire le monetine, è stato da me rabberciato con un pezzo di stoffa. Sono emotivamente legato a quel portafoglio, quindi mi dispiaceva separarmene.
Ora il mio dubbio è: avendogli ridato nuova vita, posso considerarmi un artista espansivo? Il problema è che espansivo non mi ci sento affatto – può, ad esempio, peggiorarmi la giornata se una persona che non è nella mia green zone mi tocca -, quindi non vorrei usurpare un titolo.
La green zone è una categoria comprendente persone che possono prendersi delle libertà con me, tipo toccarmi, fare battute, prendere miei oggetti.
Ho pensato allora di creare una nuova corrente: quella dell’artista introverso. L’artista introverso non espone le proprie opere, esercita la propria arte in via solitaria e nascosta. Una mostra di arte introversa sarà composta da una stanza vuota o da una stanza di teli che coprono non si sa cosa.
Se volete essere artisti introversi, potremmo unirci e creare una scuola. Dove ognuno si farà i fatti propri.
Leggendo dell’espansivo mi veniva in mente di insultarlo in effetti.
L’altro giorno ho sognato che il mio portafogli era tagliato sul lato destro e tutte le banconote volavano via. Segno chiarissimo di preoccupazione della mia condizione economica. O, secondo le teorie freudiane, gli spiccioli nel mio portafogli stavano avendo un’erezione…
Comunque ti consiglio di parlare del concetto dell’artista con Un Artista Minimalista: lui sa. Lui rimette a posto la plebe!
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In effetti sì, potrei chiedere a lui. Potrebbe anche farmi da consulente per la mia corrente introversa, che dici?
Comunque propendo per l’interpretazione freudiana, i tuoi spiccioli avevano l’inconscio desidero di deflorare il portafogli.
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Senza dubbio dovresti chiedere a lui. Anzi io mi ricordo che lo hai già fatto e per me quel passato inventato è già storia!
Credi che dovrei cambiare portafogli? Non può essere dannoso continuare a stuzzicare i miei spiccioli? Oppure eliminare cosí all’improvviso l’oggetto del loro desiderio può essere ancora peggiore? Sono preoccupato: già sono pochi se si ammalano pure…
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Credo che gli spiccioli vadano adeguatamente preparati per gradi nella transizione, in modo che sviluppino in modo normale un passaggio a una fase psicosessuale successiva.
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Non vorrei creare traumi in fase edipica. È facile sbagliare e poi farsi uccidere nel sonno dai propri spiccioli.
Forse il fatto che mi preoccupo piú della mia persona che di loro è in parte causa del loro malessere. Dovremmo fare una terapia familiare temo.
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Credo a questo punto sia d’uopo per cercare di recuperare il rapporto!
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Devo assolutamente!
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Secondo me la mostra con la stanza vuota esiste davvero da qualche parte… e forse anche la storia dei teli… non lo so, ma la presunzione di essere artisti (pandemia? :O ) è così diffusa che niente è improbabile!
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Mi hanno rubato l’idea.
Oggigiorno è facile autodefinirsi artisti, la mia domanda è: ma l’artista non era uno che emergeva, uno speciale? Se siamo tutti artisti, dov’è la specialità?
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E questo è esattamente il motivo per cui quasi tutti i miei articoli ricadono nella categoria arte, per polemizzare! Bravo Gintoki, da sempre dalla parte giusta!
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(Comunque davvero non lo so, ipotizzo…)
Probabilmente l’autodefinizione non è un metodo attendibile, ecco… Forse il problema nasce dai posti dove gli autodefiniti artisti si aggregano e si fanno potenza, dove pur di essere lodati dai loro simili lodano chiunque…
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Gli uccellini nel cielo e gli artisti autoproclamati per terra. O forse non erano artisti.
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Si lodano e si imbrodano, insomma. Forse hai centrato il problema, esiste troppa ‘masturbazione reciproca’ tra sedicenti artisti.
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Ecco sì, una cosa del genere
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disclaimer. questo commento espone la bassa spiritualità dell’estensore.
Un artista è quello che ci mangia (sospettando obiezioni specifico che può essere poco il mangiare, vedi Ligabue*) con il suo prodotto, se no siamo in presenza di uno che passa le giornate a disegnare/cantare/eccetera.
*Antonio, non Luciano
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Apprezzo perché citi Antonio Ligabue.
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Perché, per nostra fallace natura, tendiamo a metabolizzare il cambiamento. Tutto il nuovo, prima o poi, diventa il solito.
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Potrebbe anche trattarsi di un artista spendaccione.
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L’artista romantico, morto di fame, insomma
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Oppure quello mantenuto di cui facevi menzione
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” stanza vuota o da una stanza di teli”
mio caro artista introverso, sappia che lei fa parte di una corrente già esistente che io adoro, chiaramente essendo strana e schizzata e di origine japan.
Il concetto si riassume “arredare con il vuoto”.
Era cult (con la t) e non lo sapevi
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Mi hanno rubato l’idea, è evidente.
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… quanto bisogno di non-artisti… quanto…
“green-zone”… a me fa venire in mente la bolla prossemica… chissà…
🙂
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Sì il concetto alla base è quello, ma bolla prossemica mi dà l’idea di qualcosa di vacuo ed evanescente, io preferisco l’idea di zone rosse, arancioni e verdi, con dei confini di tipo militare 😀
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Invece a me la bolla fa venire in mente una cosa che funziona come “rimbalzatore”… Se vale la pena.. Ci entri… Altrimenti ci rimbalzi contro e stai più in la… Mi fa ridere l’immagine di chi mi da fastidio che prova ad entrarci e rimbalza via… 😀
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ahahah molto fumettistico!…Sì messa così è molto divertente e realistica…
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… E più son grossi e boriosi… Più rimbalzano lontano… Immagina la faccia stupita ! 😀
… E gli artisti… La smettessero di autoproclamarsi tali… No?
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Quindi, se in un eccesso di rabbia sfasci ogni sua opera, puoi sempre giustificarti dicendo che sei un artista metaespansivo. E comunque non ti sto suggerendo di liberarti del tizio con atti violenti, giammai.
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Prendere ispirazione da Fontana, quello dei tagli nelle tele: lui scoprì una nuova dimensione, ecco, come ben suggerisci potrei introdurre una nuova dimensione nella sua arte.
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Alle volte davvero mi chiedo come farei senza di te!
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Come rispondo sempre “staresti meglio”; al che, replicano “probabile”.
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Artisti introversi? Eccomi! Forse più introversa che artista, ma visto come funziona la scuola il mio curriculum andrà benissimo 😉
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In fondo chi può negare l’artistità di un artista introverso?
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Nessuno, infatti! 🙂
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Un artista come te merita maggiore visibilità!
Anzi no, perché poi la cosa sarebbe fastidiosa e nascondere le tue opere agli estranei diventerebbe ancora più difficile…
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No no giammai: ne va della mia credibilità di artista introverso. con che faccia potrei poi presentarmi al pubblico? Con nessuna, visto che sono introverso non mi mostrerò!
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