Una volta alle elementari in classe tra noi maschi scoppiò la moda delle pistole-portachiavi. Alcune di esse avevano anche un tamburo funzionante dentro il quale inserire un colpo esplosivo, che faceva il botto e lasciava puzzo di polvere da sparo per una giornata intera.
Invidioso, perché il sentimento che più è diffuso tra i bambini è l’invidia, decisi che dovevo averne una anche io.
Un gruppo di bambini è come una comunità preistorica: nessuno desidera nulla, finché un giorno non arriva nel villaggio qualcuno con infilato un osso nel naso e da quel momento tutti vogliono l’osso da infilare nel naso.
A pensarci bene forse funziona così anche per gli adulti.
Dopo aver dato molto fastidio a casa per avere anche io un oggetto di così tanto valore simbolico, mi feci accompagnare al tabacchi vicino la scuola dove ne uscii con una pistola-portachiavi replica di un trombone da pirata, così grande che aveva spazio nel tamburo per ben tre colpi.
Il ‘ferro’ destò l’ammirazione dei miei compagni – uno esclamò Wà cu chest può accir’r n’ippopot’m! (Wow, con questa puoi uccidere un ippopotamo!) – e mi garantì ben 5 minuti di celebrità durante l’intervallo. Non bisogna sottovalutare quei 5 minuti in cui si è al centro dell’attenzione, perché rappresentano molto nella vita di un alunno delle elementari. La società bambinesca è una lama di rasoio sulla quale cammini ogni giorno. Un passo falso ed è game over: puoi squalificarti agli occhi altrui per un niente a causa di un brutto paio di scarpe o di una parola sbagliata. Uno per aver chiamato “mamma” la maestra – tipico lapsus freudiano – dovette sparire per qualche giorno dalla circolazione per la vergogna. Lui disse che era influenza, ma nessuno ci credette.
Ma capirete che è dura mantenere un proprio status sociale dignitoso quando gli eventi remano contro di te. Puoi contrattare con Madre i metri di distanza dal cancello della scuola cui lei deve rigidamente attenersi per salvaguardare la tua dignità ma è tutto inutile: all’orario di uscita, come un black bloc, lei ignorerà il cordone di sicurezza e si fionderà all’interno. Sono questi gli esempi che vogliamo dare ai nostri figli? Che i divieti non si rispettano?!
Aggiungiamo che, tra l’altro, ero anche il più piccolo essendo stato iscritto a scuola a 5 anni e mezzo. Quei 6 mesi in meno fanno la differenza, in 6 mesi ti possono anche spuntare baffi e basette. O i denti nuovi.
La permuta degli incisivi per me era un gap importante. Invidiavo i dentoni altrui, anche perché io manco più gli incisivi da latte avevo, avendo avuto un incontro ravvicinato muso-pavimento all’età di tre anni che mi ha fatto capire che non si salta sui divani.
In compenso negli anni successivi ho sempre avuto una dentatura perfetta, non ho dovuto mettere l’apparecchio e i denti del giudizio mi sono spuntati tutti senza problemi e quindi il tempo galantuomo mi ha compensato.
Io sono stato iscritto a scuola in ritardo. In prima elementare infatti avevo le basette (solo nel triennio finale dello scientifico dovetti lottare a chi aveva piú baffi, con la mia professoressa di matematica e fisica).
In compenso ho i denti tutti storti, un dente da latte mai caduto ed i denti del giudizio a spasso sotto le gengive in ogni posizione ed inclinazione.
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È una grande lotta quella tra allievo e insegnante, con quest’ultimo che ci tiene a non cedere il suo status di baffuto!
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Quella professoressa era di quelle che non si arrendono di fronte a nulla. Avesse saputo un po’ di piú la matematica forse sarebbe pure riuscita ad insegnarla…
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Ho avuto professori che non sapevano nulla anche io e non erano arrendevoli: credi ci sia un collegamento tra le due cose?
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Ne sono piú che certo!
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L’ignoranza rende forti, allora!
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Interessante osservazione.
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Forse potrei abbinare una scuola a una palestra per fortificarsi…
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Ottima idea davvero!
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Ancora traumatizzata dalle mie elementari, assisto ora a quelle di mia figlia… Cambiano i portachiavi, ma le dinamiche sono le stesse
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se non sono i portachiavi saranno braccialetti gommosi colorati, o le figurine degli sgorbions, o i ciucciotti colorati di plastica…no, forse io sono indietro di 20 anni
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ok, da domani il Mini arriva a scuola lanciato dalla macchina… lo farò solo per lui… e non mi farò intenerire da occhioni da cerbiatto… 🙂
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Se riesci a spedirlo fuori dall’auto magari tipo espulsione da jet sarà il bambino più invidiato della classe. “È il mio addestramento da pilota”, già mi sembra di sentirlo vantarsi coi compagni.
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In effetti si …. Si può fare… Faccio la modifica alla Tatimobile…
😀
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Che bimbo fortunato!
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Non so se la pensa così… Ma è abituato dall’ultimo anno di asilo ad entrare in scuola da solo… Se però si azzarda a non darmi più il bacio di buona giornata lo strozzo! 😀
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È un buon compromesso, le trattative si fanno così, ognuno cede qualcosa. L’importante è che tu non lo costringa al bacio di fronte agli altri! 😀
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… la totale autonomia non è un problema… deve andare per la sua strada con i suoi piedozzi… ( anche quando non ne ha voglia)
non avendo l’aspetto di mamma può anche spacciarmi per chiunque altro… non ho problemi…quindi il bacio lo pretendo! 😀
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“A pensarci bene forse funziona così anche per gli adulti.” –> sì.
(anch’io a 5 anni a scuola, anch’io sempre a inseguire. dura la vita del primino, oltre che ti fotti così sul più bello un anno di giochi e cazzeggio che il mondo non ti restituisce manco a pagare)
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Poi cercano di venderti quell’anno perso con la scusa che così sei più avanti degli altri, che sei intelligente e quindi sei subito in pari nello studio, ecc ecc cose di cui non ti frega niente in realtà
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