Durante l’adolescenza credevo il mondo ruotasse intorno al sesso.
O forse ero io a crederlo, avendo tutti i giorni davanti i fondoschiena delle mie compagne di classe che finivano col monopolizzare la mia attenzione anche quando non erano davanti a me.
Comunque mi sbagliavo.
Il mondo – quello occidentale – ruota intorno al cibo. Ho l’impressione che ne siamo invasi e ne consumiamo troppo.
O forse la summa è il cibo + sesso. O anche il sesso col cibo, dipende dai gusti di alcuni.
Non accendo mai la tv eppure finisco indirettamente per essere invaso da programmi di cucina di cui non comprendo più l’utilità, la funzione e la credibilità.
Anche se confesso che Chef Rubio, l’ex rugbista divenuto cuoco, mi è simpatico.
Non comprendo come sia possibile che in giro ci siano programmi come quello di quel tale che va in giro a cercare i posti dove il cibo viene servito a metro: panini di dieci piani con venti tipi diversi di formaggio fuso e pizze con strati geologici di ingredienti che per esplorarli tutti servirebbe Alberto Angela.
Spegnere la televisione e uscire con altre persone significa molto spesso stare intorno a un tavolo. E stare intorno a un tavolo vuol dire mangiare. Anche solo arachidi e patatine San Carlo, ma bisogna mangiare perché si deve ingannare il tempo – che non si sa cosa di male abbia fatto ma va preso per il culo in ogni caso.
A proposito, mi chiedo sempre se le ciotole di arachidi salate non terminate dai clienti vengano svuotate, oppure vengano riproposte ad altri tavoli. Pensate, la prossima volta che infilate la mano dentro, alle mani altrui nella medesima ciotola.
Apprezzo in questo senso il pub dove vado sempre, che ti butta a tavola manciate di arachidi ancora nel guscio.
Probabilmente il gestore ruba i sacchi per gli elefanti allo zoo.
Una volta uscendo la sera per strada ciò che sentivo era puzza di ascella e scie di profumo lasciate da qualcuno a cui si era evidentemente rotto lo spruzzatore. Oggi ogni afrore è coperto da kebab, patate fritte, olii vari bruciati e generici odori di cose cucinate (spesso male). Anche se per quanto riguarda l’ascella come si suol dire l’odore vince sull’olio.
Salumerie e pescherie di sera diventano pub e sfizioserie.
Che è come se un nightclub di giorno fosse un ambulatorio ginecologico.
E poi la gente fa foto al cibo.
Sono stato con una persona che prima di mangiare doveva fare una foto al piatto. Questa doveva essere la prova che non fosse sana di mente, eppure ho ignorato il segnale di pericolo e ne ho pagato le conseguenze.
La persona in questione potrebbe dire di me che non sono sano di mente e potrebbe anche addurre delle motivazioni.
Ma io non faccio foto al cibo e ciò mi pone in vantaggio.
Infine, credo che quelli che si credono esperti di diete abbiano portato a una progressiva riduzione dell’integrità del sacco scrotale. Quelli che “sapete che non bisogna mangiare questo? Sapete quanto fa male quest’altro? Sapete cosa mettono qui dentro?”. Una volta quelli alimentari erano consigli da rivista da parrucchiere, oggigiorno grazie a internet sono diventati tutti quanti esperti da parrucchiere e mi chiedo se ciò abbia portato a una crisi delle riviste da parrucchiere.
Per carità, anche io predico bene e Ruzzle male: seguo anch’io una dieta, quella macroidiotica.
La dieta macroidiotica si basa sul fatto che fino a quando qualcosa non ti fa male, si può mangiare. Ci vogliono anni di prove per sviluppare tale consapevolezza. Ad esempio, prima di giungere alla conclusione, durante l’adolescenza, che litri di bevande gassate mi facessero male, ho passato lunghe notti a meditare sul grande trono di ceramica.
E ancora imparo cose nuove.
È difficile essere macroidiotico oggigiorno, in quanto le multinazionali, le nazionali e pure le regionali cercano sempre e comunque di contrastarti.
La dieta macroidiotica ha un limite: dovendo testare ciò che mangi prima di sapere se e quanto puoi mangiarlo, rischi di ingerire qualcosa che ti faccia molto molto male.
In quel caso, principio della macroidiotica sui cibi sconosciuti è quello di far provare prima qualcun altro.
Perché, ricordate, il macroidiota è colui che può essere pericoloso per sé stesso me anche per gli altri.
L ossessione del cibo da cui é affetta tutta la popolazione mondiale sará dovuta al fatto che ci si annoia, e di conseguenza anche una simple uscita con amici potrebbe trasformarsi in quello che oggi chiamano ” apericena” . Anzi, é sempre cosí, quasi sempre.
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Sembra che non siamo più in grado di stare con gli altri, infatti. Un esempio è anche il fatto che dopo 5 secondi di silenzio, prendiamo in mano il telefono.
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Esatto poi se una persona è già misantropa tutto questo non va a favore
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I tuoi articoli sono sempre molto completi. Infatti non solo parli si cibo sesso moda costumi sociali ma parli anche di editoria. Le riviste da parrucchiere si saranno adattate, seguendo un principio di darwinismo stampato, oppure si saranno estinte?
Tempo fa vidi, in un sexy shop, che c’era una serie di film che non erano altro che raccolte di film di alcune serie di siti porno.
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Già già è interessante l’osservazione; la natura mette alla prova i propri ospiti e solo chi mostra capacità di adattamento è in grado di sopravvivere. Ci saranno riviste da parrucchiere che avranno sviluppato un collo lungo come le giraffe? O avranno trasformato le pinne in zampe?…Sarebbe interessante scoprirlo, purtroppo non frequento parruccherie
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Mi piace pensare che ci sono delle riviste con il collo lungo e le pinne… loro galoppano felicissime nel mare del mondo delle parruccherie…
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Speriamo. Sarebbe triste se fosse arrivata la loro estinzione totale nell’indifferenza di tutti
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No, non mi dire cosí, fammi sognare la speranza ancora un poco…
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Chi sono io per rompere sogni altrui? Giammai
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Una bella scuola per insegnare a rompere i sogni altrui meriterebbe.
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Una scuola di arti marziali per rompere i sogni a mani nude!
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Come neanche fossero mattoni!
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Il cartoccio di calamari fritti da passeggio sono il Pugno Divino di Okuto a ogni fanatismo alimentare.
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A proposito di divinità, ho infatti sentito molti etichettarlo come “unto del Signore”…
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Il cartoccio o Ken il guerriero?
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Il cartoccio, of course.
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Il mio motto sul cibo è “tutto fa bene e tutto fa male”, quindi potrei dire che seguo più o meno la tua stessa dieta!
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Ottimo! È sempre un piacere incontrare altri adepti! Diffondiamo il verbo, mi raccomando.
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Gin, il cibo É sociale. La necessità di accaparrare razioni di cibo più sostanziose ha portato i primi cacciatori ad agire in gruppo.
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Siamo d’accordo, ma credo la funzione sociale del cibo si sia esaurita verso una funzione fine a sé stessa
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Nella tanto disprezzata “maggioranza silenziosa” si; il cibo é visto come un piacere ma non necessariamente come un atto sociale. Almeno fino alla casello di Napoli Nord.
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Per me esiste solo un cibo: NUTELAAAAAAAAA!!!
Tutto il resto è noia.
Cioè a che serve tutto il resto se c’è lei?
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Ah dimenticavo quelli del “boicottiamo perché c’è l’olio di palma”!
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Le foto al cibo sono il riassunto del dominio del cibo al giorno d’oggi… tra un po’ la nostra cucina aprirà un profilo su Facebook consigliandosi da sola la sua dieta 😛
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Sono quasi pronto a scommettere che qualcuno ha già fatto un profilo per la propria cucina, dopo averlo fatto per gli animali
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Non lo escluderei 😉
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ma “progressiva riduzione dell’integrità del sacco scrotale” è un giro di parole per non dire “rottura di cogl….”? oppure sono io ad interpretare male?
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Ogni cosa ha un nome scientifico e uno…volgare 😀
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Il tempo qualcosa di male deve averlo fatto, perché c’è chi lo inganna ma anche chi lo ammazza.
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Esatto! Un trattamento riservato neanche al peggior criminale
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non mangio mai le arachidi perché studi inglesi dimostrano che sono piene di tracce di urina. e io mi fido degli inglesi anche se il loro piatto di punta è fish&chips, che magari non ha urina, ma fa cagare
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Quelle del bancone sì, perché la gente va in bagno e poi ci mette le mani dentro, confermo di averlo visto fare.
Ho mangiato fish&chips ma non ci ho trovato niente di speciale. Cioè se a casa mi faccio i bastoncini con le patate al forno son più saporiti.
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appunto
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L’ossessione (puramente visiva) per il cibo è causata dall’impotenza erotica che a sua volta deriva dall’utilizzo dei social network. Questi, poi, si avvalgono largamente della condivisione di contenuti alimentari per espandersi e proliferare.
Un circolo vizioso dei più esemplari.
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Quindi più li usi per sopperire all’impotenza più lo diventi e più ne hai bisogno, intendi?
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I social network vengono usati per godere del sesso come del cibo, ossia in pessime fotografie. Per questo il senso del gusto, il piacere della panza piena o la capacità di drizzare il birillo diventano del tutto superflue!
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È un mercato fiorente, tra l’altro, perché c’è chi ha da soddisfare esibizionismo e chi invece soffre di un certo voyeurismo; in entrambi i casi come sottolinei conta l’atto in sé fine a sé stesso
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Questo atto fine a se stesso non he nemmeno niente in comune con la salutare e fantasiosa masturbazione, è proprio una specie di paralisi sessuale di cui vedo gravissimi segni nel mondo.
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