I miei elenchi sono solo chiacchiere e distinzioni, direbbe De Niro / Conversano (Bari) è una città molto chiacchierata

Conversare con le persone a volte è un’attività faticosa. È difficile trovare qualcuno con cui parlare che sia sulla nostra stesse lunghezza d’onda e che, soprattutto, non ti innervosisca.

A me, ad esempio, danno molto fastidio quelli che quando ti parlano ti toccano. Ne esistono due categorie: quelli che ti tengono per il braccio e che sembra ti stiano minacciando e che io chiamo gli Estorsori, perché hanno lo stesso atteggiamento intimidatorio di uno che ti sta chiedendo il pizzo. Esercitano una pressione tale sul braccio da lasciarti i lividi. Poi esistono i Pugili, quelli che ti danno dei colpetti un po’ dovunque e sembra vogliano prenderti per sfinimento fisico.

Fin qui siamo a un livello base di conversazione e costoro sono dei principianti: le vere persone minacciose non hanno bisogno di toccarti. Ricordo più di una conversazione con soggetti Zidane, quelli che mentre ti parlano dondolano la testa avanti e sembra che siano lì per lì per volerti dare una capocciata. Ma la loro abilità sta nel non colpirti mai, ma nell’intimorirti al pensiero che possa accadere.

Ma quelli che temo di più sono i Wind of change: il loro alito può cambiarti la giornata. In negativo, ovviamente. E sembra che la mefiticità del loro alito sia inversamente proporzionale alla distanza con cui sentono il bisogno di parlarti.


Cioè legge di Murphy: più ha l’alito cattivo, più ti parlerà vicino.


E con questa seconda carrellata ho esaurito anche la fascia intermedia della classifica delle persone con cui evitare di chiacchierare: come si evince, costoro non sono il top della conversazione, in quanto le loro abilità fastidiose puntano tutte sull’area delle sensazioni fisiche e non si concentrano sul fondamento stesso della chiacchiera: la parola.

In questa categoria che definirei dei pesi massimi inserirei Le valanghe. Le valanghe sono inarrestabili: l’unico metodo per salvarsi è evitare di percorrere un sentiero pericoloso. Se avvistate un soggetto simile a distanza, cambiate rotta o vi investirà con una valanga di chiacchiere.

Il soggetto valanga ha un bisogno compulsivo di tenere le corde vocali a pieno regime. Se è costretto a stare zitto a lungo – ad esempio al cinema – soffrirà in maniera tremenda. Alla prima occasione riprenderà a parlare come fosse stato in silenzio per vent’anni invece che per un paio d’ore. I soggetti più abili, se interrotti, sono in grado di riprendere dal punto esatto in cui si erano fermati anche se è passata un’ora.

Esistono poi le valanghe che ti pigliano per i fondelli. Sono quelli che non solo non ti fanno dire neanche una parola perché sono così sovrabbondanti, verbosi e prolissi da riempire interamente la conversazione, non solo sprecano il tuo tempo, ma che poi alla fine ti dicono anche “Senti non dirmi niente ma sono di fretta, scusami, devo andare” come se fossi stato tu a far perdere loro il tempo.

Più o meno è questa la pacata reazione che mi viene in mente in queste occasioni.

All’estremo opposto c’è il soggetto Gioia di vivere. Qualsiasi cosa tu possa dirgli non lo smuoverà affatto, resterà impassibile e con lo sguardo spento dando l’impressione che non stia affatto ascoltando. Ogni tanto dà segni di vita con commenti elaborati quali ‘mh’, ‘ah’, ‘sì’. Se ha energie sufficienti potrà dire ‘capisco’, oppure ‘ho capito’ (anche se è più probabile si limiti a un ‘capito’ perché due parole in fila sono troppe per lui).

Se l’Universo tendesse alla perfezione, valanghe e gioiosi dovrebbero sempre accoppiarsi. Tanto i primi non hanno alcun bisogno che qualcuno partecipi al discorso. Se potessero, parlerebbero anche con una sagoma di cartone.

Ma i migliori sono gli Egocentrici. Quelli che mentre tu gli stai raccontando una cosa personale, interrompono dicendo “Eh sai pensa a me è successo questo…” e cominciano a parlare di cose che non c’entrano nulla con quel che tu gli stavi dicendo ma che servono all’egocentrico a riprendersi la scena che per un attimo sentivano sottratta dal tuo racconto personale.

Bisogna compatire costoro. Agli egocentrici è stata asportata la capacità di ascoltare. Cosicché non sono in grado di stare in silenzio a lungo mentre qualcuno parla.

C’è poi l’Egocentrico Esibizionista: costui non si sovrappone ai discorsi altrui, ma interviene in modo più subdolo quando meno te lo aspetti, come un attacco di colite. È l’individuo che vanta sempre competenze e capacità acquisite nel corso della propria lunga e produttiva vita. Tu sei lì che stai parlando di giroscopi a pedali e del loro funzionamento e lui esordisce con affermazioni del tipo “Eh io lo so, son stato in Chissandostan, patria dei giroscopi a pedali”. Magari poi in Chissandostan c’è stato giusto per fare scalo all’aeroporto, ma questo non lo menziona.

E poi mi si rimprovera perché sono asociale! Guardate che gente che c’è in giro, come si fa ad avere una conversazione normale?!

25 Pensieri su &Idquo;I miei elenchi sono solo chiacchiere e distinzioni, direbbe De Niro / Conversano (Bari) è una città molto chiacchierata

  1. Hai descritto alla perfezione gli “esseri molesti” … ben venga allora il blog che ci mette al riparo da inopportuni attacchi di chi sgomita, sfiata, interrompe e sovrappone!
    Tu asociale? Ma dai! Nessun rimprovero può essere mosso ad un gatto in quanto non ha alcun bisogno di riconoscersi né tanto meno subire gesti colloquiali per regolare la sua socialità.
    Conversare a volte è proprio un’attività faticosa, meglio “versare con” le mani le parole sulla tastiera e tenerci a debita distanza … come i gatti! 😉

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  2. Ho in ufficio due colleghi tremendi, una è un mix di valanga-egocentrica, l’altro un video egocentrico-esibizionista puro. Quando li vedo arrivare, metto le cuffie, a volte anche senza musica… sono un buon deterrente 😆

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  3. quelli che ti toccano mentre parlano non li sopporto proprio, quelli che parlano a getto continuo (generalmente sempre e solo dei propri problemi), dopo breve li mollo lì dove li ho trovati e continuano a parlare da soli

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  4. In parte rientrerebbe nell’ultima categoria da te citata, l’egocentrico-esibizionista, una delle categorie che soffro maggiormente. Quelli che “anche io!” Quelli che qualsiasi sia la cosa che hai fatto/visto/pensato, loro lo hanno già fatto/visto/pensato, ma molto di più e molto prima (e meglio) di te.
    Una di queste, persino un giorno in cui si parlava di spiritualità (raccontavo di un bell’incontro con un frate francescano che mi aveva letteralmente ridato la gioia di vivere, dopo appena mezz’ora di conoscenza;) lei aveva quasi ricevuto la vocazione missionaria, mica cotica!
    E hai ragione: se poi si evita il contatto umano, un motivo c’è.

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Si accettano miagolii

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