Vorrei inaugurare una serie di post a periodicità sconclusionata dedicati a personaggi che ho incontrato nella mia vita che non hanno avuto alcun ruolo in particolare, non sono stati dei mentori, non hanno dato un contributo alla ricerca scientifica sulla calvizie maschile dei polpacci, non hanno lasciato alcun segno insomma ma mi sono rimasti impressi in qualche modo e, in fondo, li considero come degli eroi del loro campo.
Oggi parlo dell’Uomo delle assenze.
Durante le scuole medie, ogni giorno assistevamo all’ingresso in classe di questo personaggio che, con in mano un registro, passava a segnare le assenze. Tutti i giorni, per i tre anni che sono stato lì ho visto il ripetersi di questa identica scena:
Toc Toc
– Professoressa: Avanti
– Lui: Buongiorno. (pausa di un paio di secondi) Chi è assente?
– Professoressa: allora…(legge i nomi)
– Lui: (annota)
– Lui: Arrivederci
Fine.
Ho conosciuto la sua storia solo dopo aver finito la scuola.
Un tempo era un professore di educazione fisica. Poi, un brutto giorno, venne colto da un infarto. Non poté più fare l’insegnante e venne re-impiegato in segreteria come Uomo delle assenze.
Alto 1.85-1.90, aveva una coppola color cammello e un lungo cappotto color spinacio cotto, che abbandonava soltanto a primavera inoltrata. Non l’ho mai visto con indosso un capo diversi né senza coppola, quindi non saprei dire se fosse calvo o meno ma a giudicare dai capelli radi sulle tempi sospetto che sulla sommità non li avesse.
Non l’ho mai sentito parlare pronunciando parole diverse da quelle che ho riportato.
Tranne che per il giro nei corridoi, infine, non l’ho mai visto impegnato in altre attività.
Ho pensato che avrà ricoperto questa mansione prima che io arrivassi in quella scuola e avrà continuato quando me ne sono andato. Anni e anni a fare il giro dei corridoi a metà mattinata, classe per classe, per dire “Chi è assente?”, dopo la pausa necessaria a esaurire l’eco del “buongiorno”.
Non so neanche come si chiamasse: era l’Uomo delle assenze.
Cavoli, l’uomo delle assenze mette addosso un po’ di malinconia.
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Aveva l’aria molto malinconica, infatti
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Oh, è comunque un bel racconto!
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grazie 🙂
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Da l’idea di un uomo molto triste… Poverino 😦
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Sì, come dicevo nell’altro commento, non aveva l’aria allegra, lo sguardo sembrava spento
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Una bella storia: io sarei stato una vera soddisfazione per lui contando le assenze che facevo.
E vorrei tanto i peli che i calzini mi hanno strappato in anni ed anni di pelaggio e calzinaggio!
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Purtroppo son peli che non torneranno mai più!
Eri un uomo assenteista?
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Sono un uomo assenteista!
Assenteisco ogni cosa!
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Mi compiaccio! Assenteisco con te!
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Bravo, assenteiamo assieme e cantiamo come la madre dei bambini del film Mary Poppins prima di andare a tirare verdura marcia contro il parlamento!
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La verdura marcia a passo di carica?
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Ovviamente!
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Allora andiamo ad assenteizzarci!
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Assenteiamoci!
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