Quest’epoca sta assumendo risvolti inaspettati. Quelli dei pantaloni

Ogni periodo ha le proprie mode in fatto di abbigliamento, che possono lasciar basiti o spiazzati se non ci si tiene abbastanza informati rispetto ai propri tempi. Un po’ come è successo a me.

Un tempo esisteva la mutanda ascellare (o forse esiste ancora in qualche nicchia ecologica), oggi secondo me esiste l’ascella mutandale. Sono entrato in un negozio di una popolare catena giuovanile e, nel reparto dell’intimo maschile, ho dato uno sguardo a delle canottiere da 5 €*.

Quando ho preso la mia taglia (M) ho notato qualcosa di strano: il giro ascella mi arrivava all’anca. Pensavo di essermi sbagliato e di aver preso un capo che andasse portato all’esterno: c’è tutto un reparto, infatti, di vestiti stretti e lunghi. Ho visto magliette senza le maniche e con lo spacco laterale che arrivano a metà coscia e sembrano simili a quei vestitini che indossano le donne sopra un paio di collant.

E ho pensato che fosse buffo che la moda sembri spingere sempre più verso il metrosexual e il crossdressing mentre la società è sempre omofoba**.
Il mio uso della parola crossdressing riferita alle mode è alquanto relativo, in quanto dubito si punti a una completa commistione di capi, come potrebbe essere ad esempio l’introduzione di una gonna da uomo (anche se credo che qualche bizzarro ed eccentrico stilista nelle sfilate l’abbia fatto): per quanto nulla vieti che un tizio si svegli una mattina e si metta una gonna, esiste il tabù sociale che vuole sia un capo esclusivamente da donna (eccezion fatta per gli scozzesi). È curioso che le donne siano potute passare ai pantaloni e non sia avvenuto il contrario. Eppur ci sarebbero dei vantaggi in una gonna, quantomeno d’estate: si starebbe più freschi (le gonadi maschili ringrazierebbero) e si eviterebbero fastidiose irritazioni da sfregamento nell’interno coscia. Poi ho visualizzato le mie gambe storte (tanto che se mi ritirassi a vita spirituale mi farei chiamare Fra Parentesi) e pelose sotto una gonna e sono stato assalito dai cognati di vomito (che arrivano quando il vomito, vigliacco, per farsi forza contatta il parentado)***.

Sono uscito dalla nota catena giuovanile senza canottiere, immerso nelle mie considerazioni. E constatando che, in fondo, è tipico dei vecchi contestare le mode coeve. Quindi io sono vecchio. Non lo sono diventato, perché credo di esserlo sempre stato e di aver sempre avuto abitudini invecchiate. Da adolescente ad esempio indossavo camicie di pile a quadri con dieci anni di ritardo, anche se in quel caso mi sento giustificato perché ero nato troppo tardi per vivere la Generazione X e quindi posso dirmi che ero discretamente vintage.

Fortunatamente non sono andato più indietro nel tempo con le mode, perché a pensarmi con un tipico mullet**** in voga negli anni ’80 mi risalgono i cognati di vomito con tutte le suocere.

* Per la precisione 4.99, perché i prezzi, come si sa, non contemplano mai la cifra tonda.
** Parafrasando una nota affermazione sul razzismo, io direi che l’omofobia sparirà quando la gente smetterà di dire “non ho nulla contro i gay”.
*** Non che io creda che un uomo con le gambe dritte stia bene con la gonna. Credo che, al di là delle facezie, esistano e continueranno ad esistere capi  femminili e capi maschili, soltanto i contenuti di questi due insiemi si spostano da una parte e dall’altra a seconda delle epoche. Un tempo, per dire, i leggings – o per meglio dire i loro antenati – erano un capo da uomo (avrete sicuramente visto un quadro d’epoca in cui un distinto nobiluomo esibiva il proprio pacco), per non parlare dei calzoni alla rhingrave che oggi non esiteremmo a definire alquanto effeminati.
**** Sarebbe il taglio di capelli di Bowie quando interpretava Ziggy o anche quello di MacGyver o, se ricordo bene, anche il primo Walker di Chuck Norris sfoggiava un mullet.

58 Pensieri su &Idquo;Quest’epoca sta assumendo risvolti inaspettati. Quelli dei pantaloni

  1. Un mio amico ha almeno due paia di leggins. Che mette ogni tanto. E non è gay, anzi (il bastardo!).
    Non ho mai capito la moda fino in fondo. Non mi è mai nemmeno venuta la voglia di sfogliare un catalogo di vestiti. Però di mio non mi stupisco più di nulla. A parte forse iniziare a vedere uomini in minigonna perché va di moda. Ecco, magari quello proprio non lo capisco. Scusa il sessismo, ma proprio non ci riesco. :O

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  2. Nel magggico mondo del KPOP, già da qualche anno idol maschili sfoggiano leggings sotto bermuda o gonnelline (volevo postarti qualche immagine ma rischio di combinare disastri -e comunque non ti perdi niente XD -).

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  3. Io credo che la moda non potrà mai cadere più in basso di quando propose le baffalo, non so se te le ricordi… delle scarpe con una suola molto alta. Orribilanti!
    I risvolti ai pantaloni per gli uomini a confronto sono chic… e a me, devo essere onesta, non fanno poi tanto rabbrividire 🙂 insomma, c’è di peggio…

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  4. Tralasciando la moda di “sti giovini d’oggi” che mi fa venire a raccolta tutti i cognati anche a me… Vogliamo parlare della moda che gira tra le donnine in questi ultimi tempi? Quella del piumino a maniche corte? Ne vogliamo parlare?

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      • I look animalari sono sempre improponibili, e il bello è che ci vestono pure le bambine!
        Oltre ai piumini a maniche corte poi, ora che ci penso, ho anche notato l’uso di borse e borsette completamente trasparenti. Della serie, rendiamo più facile il lavoro ai borseggiatori facendogli già vedere cosa vanno a fregare, che anche loro, porini, devono campare in qualche maniera!

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  5. Nelle catene giuovanili nel reparto “per lei” c’era una minigonna nera a fascia elasticizzata. Nel reparto “per lui” la stessa gonna nera era diventata un copricapo/foulard.
    Il collega che era con me e che gioca in porta a calcio, la voleva acquistare come ginocchiera in caso di contusioni girandola un paio di volte su se stessa.
    Questa moda ha risvolti proprio inaspettati!
    Bel post, amaro nella sua realtà 🙂

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    • Il risvolto del tuo collega era inaspettato ma funzionale!

      Credo comunque stiamo vivendo la stessa situazione vissuta per i cosmetici: ormai si sprecano quelli per lui, arriverà sempre il giorno in cui si confonderanno oppure che lei va in bagno e urla “carooooo!….Hai preso di nuovo la mia crema!”

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  6. Io sono più o meno uguale, con qualche variazione di peso nell’ordine della decina di chili, da 22 anni. I miei capi preferiti sono tornati e passati di moda almeno due o tre volte, guadagnandomi la reputazione di una che ha stile. E meno male, perché essendo piccola e formosa in un mondo di negozi per stanghe senza forme seguire la moda sarebbe difficile e ridicolo.
    Mio marito è 180 cm per 120 kg, ex giocatore di football e rugby. Seguendo lo stereotipo del meridionale, giustamente è anche alquanto villoso. Vestirlo è un’impresa titanica, oltre che costosa (al matrimonio pur tenendoci su capi riutilizzabili in altre occasioni ha speso il triplo di me).
    Nessuno dei due sarebbe bello coi capi proposti dalle catene per giovani…ma a 33 anni si è vecchi?

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    • Sorrido immaginandomi la scena di voi due vicino :P…è il primo caso che sento che a un matrimonio spende di più lo sposo che la sposa!

      Comunque sul vestire io credo uno debba mettere quello che fa sentire a proprio agio. Il che non vuol dire indossare qualsiasi cosa, ma va da sé: per quanto io possa stare a mio agio con jeans e camicie a quadri, non ci andrei a un colloquio di lavoro (a meno che non sia per facebook o google, lì penso sia un must), ma sarei io stesso in quel contesto a non sentirmi a mio agio con la camicia a quadri. Chi si sentirebbe a proprio agio fuori contesto ha un problema, secondo me.

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  7. Anch’io ieri, in un negozio di tipica catena giovanile c’ho messo un po’ a racca/pezzarmi tra sezione femminile e maschile. Però sono avvantaggiato. A Roma puoi vestirti in tutte le sezioni e girare per via del Corso senza che nessuno chiami la Polizia. Certo se esci dal quadrilatero del “tuttoèpermesso” rischi qualche pernacchio in più. Il famoso discorso del contesto che torna a fagiolo..

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Si accettano miagolii

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