Differenze tra Star Wars e la realtà: lì regnava Palpatine, qui palpatine regnano

L’altroieri una mia amica nell’arco di una sola giornata in giro per strada ha raccolto
– un apprezzamento spinto riguardo il proprio fondoschiena;
– una tastata del suddetto fondoschiena; evidentemente il palpatore avrà ascoltato l’apprezzamento precedente e avrà voluto sincerarsi con mano;
– un apprezzamento spinto riguardo il proprio petto; evidentemente il terzo soggetto avrà visto i primi due in azione e avrà pensato che la mia amica avrebbe cominciato a porsi dei dubbi sulla propria bellezza se tutti gli apprezzamenti si fossero concentrati sul di lei didietro. Il giuovine, dunque, ha pensato di rimediare a un possibile torto concentrandosi sul davanti.

Faccio dell’ironia per non appesantire il post con considerazioni sulla nausea che mi provocano certe cose, anche se da ridere non ve n’è affatto.

Leggendo i vari commenti sotto il post in cui lei esprimeva la propria rabbia, ne ho notati molti in cui le sue amiche rispondevano dicendo “anche a me è successo che…”.

E immagino che anche tra qualche blogger che legge ci sarà chi potrebbe dire che anche a lei è successo che.

Perché succede sempre che.
Succede che molte donne sono vittime di molestie, dove per molestia non ritengo si debba pensare subito a una toccata di culo. A mio modo di vedere è molesto qualunque atteggiamento che invade la nostra bolla privata che ci circonda quando ci troviamo nell’ambiente esterno, quel confine invisibile tra noi e gli estranei, la distanza di sicurezza o chiamatela come volete.

Se sul treno qualcuno ci fissa lo percepiamo come molesto, giustamente. Quindi perché non dovrebbe essere considerato molesto un uomo che nel vagone si piazza giusto davanti una mia amica per fissarla scrutandole l’interno della camicetta?

Eppure si tende a minimizzare, ci sono anche donne che dicono “a me fa piacere se mi guardano o mi fanno un complimento” (io credo andrebbe specificato in che contesto e da parte di chi) e uomini che dicono che “in fondo lo fanno tutte apposta”.

Ad esempio, sono andato a ripescare un video di un cortometraggio che non fa mai male andare a riguardare. Tra i commenti sui siti italiani che lo avevano pubblicato, spiccava questo:

le donne vogliono il potere poi si Lamentano…poi ci sono donne e Donne!Una VERA Donna non indossa i pantaloni, non fuma,non ubriaca,non parla in alta voce e non si comporta da Maschiaccio!!!Io non Sono misogino..ho sempre rispettato le Donne…infatti guardando questo cortometraggio non mi sono sorpreso…Oggi è una cosa comune qui nei paesi Occidentali!!QUI le donne perfino alla santa messa domenicale vanno seminude con pantaloncini corti..!!Vorrei rispondere anche ad xxxxx…LA donna ha sempre provocato l’Uomo…è così sarà fino alla fine della nostra Esistenza..e deve essere così.”PERò”!!Le donne di Oggi non sanno Provocare…pensano che la provocazione sta per mostrare il LORO corpo..girovagando nei centri commerciali con pantaloncini corti con magliettina stretta tutta scollata..!!!CI SONO BEN ALTRI MODI PER PROVOCARE L’UOMO…che ora non sto qui ad elencarmi!!

Al di là dell’abuso di punti esclamativi, che sono una costante del linguaggio social, così come le k lo erano in quello da sms, e delle violenze alla sintassi, costui non fa altro che esprimere concetti che sento ripetere molto spesso da molte persone.

Tra parentesi, se per assurdo volessimo ascoltare un secondo questi illuminati pensatori e le loro tesi sulle provocazioni, la mia amica cui toccano il sedere anche se mette gonne lunghe cosa dovrebbe allora fare: chiudersi in casa e non uscire più?

35 Pensieri su &Idquo;Differenze tra Star Wars e la realtà: lì regnava Palpatine, qui palpatine regnano

  1. La tua amica è piú attraente che minacciosa purtroppo per lei.
    Schifo e disgusto, ecco cosa si può provare. Ed una sana voglia di far passare la voglia, non dico di guardare, ma di toccare senza permesso.

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  2. Io sono sensibile perfino allo sguardo degli altri, perché per quanto lo si possa negare ci sono sguardi e sguardi: c’è lo sguardo normale e quello di chi sembra voglia strapparti i vestiti di dosso. E’ una cosa che crea molto disagio e soprattutto tanta rabbia, soprattutto perché contro uno sguardo non puoi fare molto, è ben diverso da una palpata o da una parola di troppo.

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    • Sì, hai evidenziato quel che intendevo quando parlavo di atteggiamenti molesti. La molestia comincia nel momento in cui si pone l’altra persona in un una condizione di disagio o fastidio.

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  3. Esattamente dove sta scritto che io, donna (nel senso biologico del termine) devo provocare l’uomo, e provocare a fa che?
    Forse intendeva dire “sedurre”, ma una donna che sa sedurre lo sa fare anche con felpa da uomo o pigiama intero. (Lo so, l’ho fatto miscredenti!)
    Il discorso sella violenza è un tema delicato per me, ma parlando di questo genere, me ne sono successe di tutti i colori, ma ci rido su e le racconto in giro. Da quello che mi palpeggia in buss, a quelli che quando sto seduta tranquilla a leggere su una panchina non si fermano ad un “no”. Come se i no delle femmine significassero “prego, continua pure a sparare cazzate”.
    Una volta un mio compagno mi presentò un suo amico, un individuo che praticamente non ha cervello o se c’è l’ha si trova dove non batte il sole (io so che non tutti gli uomini sono così, ma questi individui esistono), prima ancora che mi presentassi mi si avvicina e mi tocca il sedere cercando anche di sedurmi con frasi “così tu sei pincopallina, mi hanno detto questo, questo e quest’altro su di te…” lasciandomi intendere che lui poteva domarmi e cose simili (tralasciamo ti prego, che gente… nemmeno fossi un cavallo), il mio compagno voleva fermarlo ma io lo intimai di lasciar fare, mi avvicinai dandogli ragione, allacciai le braccia al collo e poi quando meno se lo aspettava gli ho dato una ginocchiata nelle parti basse dicendogli che se l’avesse rifatto li avrei dato un calcio così forte da farlo diventare donna per fargli capire cosa si prova ad essere trattati così.
    Questo è solo uno dei tanti aneddoti, e ti ho scritto questo perché qui sembro molto figa e stamattina voglio tirarmela 😛 ma ai voglia di quanti ce ne sono, qualcuno comico, qualcuno un po’ meno. Quando hai un paio di tette e una vagina devi lottare abbastanza per far capire che non hai solo quello e non vuoi essere considerata solo per quello.
    PS: I pigiamini interi sono bellissimi e spero che la tua amica stia bene e che il turbamento sia passato.
    (Quanto ho scritto?)

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    • Chapeau per la ginocchiata, del tutto meritata.

      Sedurre e provocare sono due cose diverse e, come hai detto, non occorre mostrare lembi di pelle, abiti svolazzanti o lingerie per poter sedurre. Sono tutte cose che possono aiutare, certo, perché è più facile sedurre con un’autoreggente. Però alla base deve esserci la classe della persona che sta seducendo.

      Ma detto tutto ciò, questo discorso non vale nella mente delle persone che vedono una donna con la gonna e pensano “ah, che zoccola, questa sta in cerca di….”.

      Ci sono quelle che lo fanno, attenzione: voglio raccontare un aneddoto recente. domenica, ristorante. Arriva questa famigliola: lui grosso e dall’aria di uomo stressato e scocciato, lei alta, bionda, atletica. Top, minigonna e tacchi a squillo. Bambino (5 anni) al seguito, vestito come un milord, cappellino come sherlock holmes e automobilina (Non so se a pedali o elettrica) modello bmw. Non scherzo, era una bmw in miniatura.

      Il bambino non riusciva a star fermo al tavolo per 30 secondi e scappava via correndo tra i tavoli. A me danno sui nervi quando sono così. Perché il bambino non deve certo star legato alla sedia (io ero irrequieto da piccolo, un terremoto, figuriamoci), ma quando deve stare a tavola deve stare fermo. Poi tra una portata e l’altra o nell’attesa lo si porta a passeggiare, ma non è che deve scorrazzare come Bolt tra i tavoli.

      Anyway, ogni volta che il milord scappava via la mamma top model lo seguiva con passo lento e cadenzato, spalle all’indietro e mento in su, ancheggiando come se stesse facendo una sfilata di moda. Si passava la mano tra i capelli buttandoli all’indietro.

      Ecco, quel tipo di persona secondo me vuol mettersi in mostra. Ma a parte che parliamo di casi singoli, ad ogni modo ciò non mi autorizzerebbe comunque a metterle una mano sul fondoschiena!

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  4. Fino a che la mentalità sociale è quella non ne usciamo, fino a che le madri non insegnano ai figli maschi ad essere persone e di considerare gli altri persone a prescindere dal sesso non ne usciamo.

    Ho sentito donne far gli stessi ragionamenti del tipo dei punti esclamativi assurdo vero? Eppure spesso le più cattive verso le donne son altre donne.

    Questa cosa dei complimenti per strada e delle palpate se riescono (di alcuni individui il cui cervello essesno inesistente a lasciato il vuoto in testa) è vergognosa, denonata il non rispetto della persona.

    Chi ha girato un pò il mondo sa che questo comportamento esiste solo nei posti retrogradi sia a livello culturale che sociale.

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    • Molto spesso si scambia infatti un progresso, che sia tecnologico, di infrastrutture o ecc insomma una organizzazione della società, con un progresso in campo culturale.

      Son cose diverse e infatti lo notiamo spesso di quanta arretratezza mentale ci sia in giro.

      Non sono sicuro sia solo frutto di cattivi insegnamenti delle madri. È tutto il modello comunicativo sui sessi che è marcio, dai canoni di bellezza alle differenze di genere al corpo utile solo come oggetto.

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      • Non do le colpe “solo” alle madri, ma certo la disparità inizia da lì. Anche il giudizio per come ti comporti inizia da lì, e anche il ritenere complimenti gli “abbella fig…liola” per strada.

        il primo nucleo della società è la famiglia (a prescindere da come è composta) il resto è conseguenza.

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  5. Nessun uomo si aspetterebbe mai di sentirsi fare apprezzamenti pesanti o di sentirsi palpare per strada, a prescindere da come sia vestito e da quanto sia attraente. Perchè noi donne dovremmo accettarlo?
    Una volta al mare con un amico libanese mi sentii dire che mettendomi in bikini attiravo gli sguardi; gli risposi che al massimo mi abbronzavo di più, gli sguardi di cui lui parlava avevano già in sè un interesse che non era mia intenzione suscitare (infatti andavo in una zona frequentata da signore anziane coi nipotini). Perplesso all’inizio, finì per darmi ragione.
    Perfino ora, a un mese dal parto, sono talvolta oggetto di apprezzamenti… ma scherziamo?!?

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  6. Una cosa che amo spesso fare è uscire vicino casa da sola, magari a sbrigare qualche faccenda. Poche centinaia di metri da casa, magari al supermercato o all’edicola, o al tabacchino. Ciò che mi infastidisce è quel clacson che suona mentre sono sovrappensiero. Io sono per i cavoli miei. Non do fastidio, non sono vestita “provocante” (sempre se anche un rossetto rosso è provocante), che cazzo hai da suonare? Non ti conosco, sei un cinquantenne panzuto e pure brutto, magari anche un ragazzo bello e giovane, ma che ti credi, che una che gira sola a far la spesa è disponibile per te che la stai a suonare?

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  7. Temo che “le donne dovrebbero stare a casa” sia un altro concetto che quei pensatori illuminati hanno in mente, anche se non sempre hanno il coraggio di esprimerlo. Del resto era implicito anche nel commento del Signore dei Punti Esclamativi e delle Maiuscola Fuoriposto, quando parlava con evidente sprezzo delle donne che “vogliono il potere e poi si Lamentano (chissà perché Lamentano meritava una maiuscola, tra l’altro)… ossia, ci sono le donne (con la d minuscola) che vogliono realizzarsi (anatema! anatema!) e le Donne (con la D maiuscola) che seducono coi ventagli e un abbassar di ciglia da fanciulle, per poi una volta sposate raccogliere i capelli in crocchia, badare ai pargoli e far la calza davanti al focolare… 🙂

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    • Secondo una categoria non esigua di uomini la società funzionava meglio con quel tipo di donna che hai descritto tu e che la società si sfasci perché le donne non vogliono più stare a casa a fare la calza.

      Cosa si può rispondere a una tal grettezza mentale?

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  8. Hai delle amiche alle quali è capitato che sia successo che, e ipotizzi che anche tra chi legge ci siano donne a cui è successo che
    Hai ragione, anche a me è capitato di subire molestie. Purtroppo, quando ho cercato aiuto, mi sono sentita rispondere che era “colpa mia”.
    Le conseguenze delle molestie, ma ancora di più della minimizzazione del dolore che esse comportano da parte di chi ci circonda sono devastanti. Ma forse questo è funzionale alla logica maschilista: azzerare indipendenza e fierezza nelle donne, cosicché stiano in cucina senza tanti grilli per la testa.
    Per fortuna ci sono tanti modi per resistere!

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    • La colpevolizzazione della vittima è uno dei mali maggiori, un modo per autoassolversi e negare le proprie colpe e scaricarle sull’altro. Che io mi chiedo se si applicasse la stessa logica in qualsiasi campo cosa ne uscirebbe fuori. Ti immagini andar in giro per ospedali, dai malati, a dire “beh in fondo te lo sei cercato un infarto!”, “è colpa tua quell’infezione!”.
      Oppure, da chi ha subìto una rapina: “sì però è pure colpa tua, chi t’ha detto di comprarti una macchina e usarla?”
      Abominevole, no?

      Ebbene, perché non è abominevole quando si parla di molestie alle donne?

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Si accettano miagolii

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