Cara micosi ti schivo

Un normale pomeriggio urbano, un autobus discretamente pieno. Alla fermata salgono due 40-45enni. Uno sembra aver molto cura del proprio aspetto. Capello tagliato di fresco e una mosca minuscola sotto il labbro inferiore: un moscerino. Pelle curata, brillantino al lobo sinistro. Si regge alla sbarra, poi toglie la mano e si guarda il palmo dove ha un vistoso cerotto. Racconta all’amico, che sembra un Umberto Smaila abbronzato, del fastidio della ferita al palmo e del rischio di infezione che si corre andando in giro. L’amico fa una battuta sulla necessità di farsi un’antitetanica dopo essere saliti su un autobus. Lui risponde:
– Tu ci scherzi, ma sai quante micosi da contatto si prendono sui mezzi pubblici?

Lascio la sbarra e mi guardo la mano, perplesso.

Un altro pomeriggio urbano. Un autobus turistico parcheggiato in uno spiazzale. La porta centrale è aperta, una turista dai tratti centro-est europei è seduta sui gradini interni. Parla con un’amica seduta sul marciapiede e, nel frattempo, si sfila le scarpe e si spalma una crema sui talloni. Mentre con le mani lavora a un piede, l’altro, nudo, lo appoggia comodamente sul marciapiede. Poi, terminato il lavoro, prende il primo piede e lo appoggia per terra, così com’è tutto spalmato di crema per una bella panatura di asfalto.

Avrei voluto che assistesse alla scena il nostro passeggero “micosi da contatto”.

Poi ho riflettuto. All’estero credo non abbiano molti problemi con le micosi, vista la loro familiarità col contatto tra epidermide e qualsiasi tipo di superficie. Ricordo ragazze inglesi passeggiare al mattino a piedi nudi nella hall di un ostello (dove credo che straccio e detersivo per pavimenti nelle aree comuni fossero innovazioni tecnologiche non ancora pervenute), per poi buttarsi in pigiama (se un paio di calzoncini inguinali senza mutande sotto si posson definir un pigiama) su un divano che una volta doveva essere rosso ma che anni di sudiciume avevano reso nero.

Secondo me il segreto è quella stessa cosa che ci dicevano (o ci dicevamo noi stessi) da piccoli: fa anticorpi. Mangi la patatina fritta caduta per terra? Fa anticorpi. Giochi rotolandoti per terra? Fa anticorpi.

Io ad esempio sono cresciuto così. Giocavo nel terreno. E sottolineo “nel”, perché scavavo delle buche e poi mi ci immergevo in esplorazione. Quando la calura estiva seccava la terra e la rendeva polverosa, a volte ci nuotavo dentro. Forse prima di capire di essere un gatto credevo di essere una talpa. Avrò fatto anticorpi, tant’è che non ho mai avuto problemi epidermici.

Secondo me le nuove generazioni hanno così tante allergie e intolleranze rispetto a chi li ha preceduti perché, oltre a essere peggiorata la qualità ambientale, da piccoli ci si sporca molto di meno. Tra un po’ negli asili nido daranno da bere acqua e amuchina nel biberon.

D’altro canto, soffro molto invece i malanni di stagione e pure quelli fuori stagione: mal di gola, raffreddori…Ho un sistema immunitario debole.

Dubbio orrendo: sarà perché non ho giocato nella neve e fatto anticorpi?

50 Pensieri su &Idquo;Cara micosi ti schivo

  1. Ho sviluppato i tuoi stessi anticorpi da sporco. Ore e ore passate a faccia nella terra/erba/corteccia/fieno/morte solubile/antrace/Maurizio Costanzo Show (fa anticorpi)/soap opere sudamericane (fanno tanti anticorpi)… Penso che la versione invernale mi sia venuta a causa della provenienza.
    Metto in punti altre considerazioni:
    – la passione per certi turisti di camminare scalzi in città.
    – la sporcizia inglese è qualcosa di imbattibile
    – il pigiama inglese mi piace
    – perchè massaggiarsi i talloni?
    – La mosca piccola non mi piace.

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  2. Stessa cosa: ho perennemente l’influenza, mal di gola e tosse, ma mai infezioni come herpes o escoriazioni varie. Sapessi che combinavo io da bambina, probabile che credevo di essere una scimmia per come mi arrampicavo (e non ero leggiadra eh) oltre che una gran cuoca con le pizzette di fango.

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    • Io lessi una volta un articolo su focus (quindi va preso col beneficio del caso) che sosteneva che i bambini cresciuti sin da piccoli a contatto con gli animali hanno meno tendenza a sviluppare allergie. Ovviamente le statistiche vanno sempre lette correttamente

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      • fermo restando che tutto ciò che esce su focus va preso con le pinze 🙄 il riferimento alla notizia aveva indubbiamente la sua attendibilità; il fatto è che nel tempo sono poi usciti studi anche in senso opposto (ad aver pazienza di girare un po’ pubmed ci si rende conto). e qua nasce il grande problema: qual è lo studio più attendibile? quello che viene dopo? quello su più casi? quello più rigoroso dal punto di vista metodologico? per me l’esempio che hai portato è proprio ad-hoc a supporto dell’importanza, della necessità a volte, degli studi confermativi.

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        • Beh sì, vale il discorso che non si può a volte trovare una corrispondenza diretta, ne parlavo con una docente che è medico di msf e parlavamo appunto delle cause ambientali per tumori e malattie respiratorie. Dai suoi dati emergeva incidenza di mali considerati “occidentali” anche in zone o paesi dove non c’è smog e traffico. Questo nom vuol dire che vivere im città nom faccia male, ma è come la storia di quello che non ha mai fumato e muore prima di un fumatore

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  3. e perchè non sei un gatto delle nevi

    (sappi che amche io giocao tantissimo con la terra da puellina. A differenza di te però alla fine ho preso i vermi (detti anche ossuri). Hanno cercato inutilmente di togliermeli facendomi bere ettolitri di camonilla con l’aglio cotto dentro…. sopravvissuta i vermi e fortunatamente pure io a quella tortura, a quel punto mia madre mi ha portato dal pediatro et oplà una settimana e i vermetti spariti)

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  4. Bene. Le patatine da terra le mangiavo anche io, così come le chew-gum sotto il banco all’asilo. Mi strofinavo per terra e toccavo l’erba sei giardinetti. Mi sono beccata l’orticaria….

    Per i mezzi pubblici direi che dovrebbero disinfettarli ogni tanto… fa schifo sapere che la maniglia sia stata toccata da una mano che precedentemente ha scaccolato un naso.

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  5. Disturbi respiratori a parte (ma è il clima della pianura padana, in 8 anni a Trieste mi sarò presa sì e no un raffreddore e un’influenza), direi che giocare ovunque e con qualunque cosa ha giovato pure a me. Con mia figlia comunque va alla grande, credo abbia introdotto qualunque cosa in bocca…

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  6. 10 anni fa, dopo un’abbondante nevicata, passai una serata a giocare a palle di neve (e a gettarmi completamente dentro alla neve) nel parco vicino casa. Il giorno dopo febbre a 40. In compenso non ho più avuto una febbre da allora 😀

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