Le vie del “s’ignora” sono infinite

Riflettevo (io rifletto sempre, il più delle volte, purtroppo, male come uno specchio consunto dal tempo) sul vivere nell’ignoranza e sugli effetti che questa ha nel normale svolgimento della vita di un individuo.

Beninteso, col termine “ignoranza” non mi riferisco semplicemente o banalmente a una mancanza di cultura scolastica.

Intendo anche una ignoranza relativa, rispetto all’attualità, alle norme sociali, alle attività pratiche.

Io, per esempio, ignoro come fare il bucato nella lavatrice. Quindi lavo tutto a mano e non mi pongo il problema. Tanto son solo le cose mie, quindi non mi ci vuol molto. Dovessi un giorno lavare i panni anche di altri, forse sorgerebbero difficoltà.

Se fossero indumenti femminili, li rivenderei ai feticisti su internet e risolverei il problema.

Mi sorprende – ma non più di tanto – quanto sia infatti fiorente il mercato online della vendita e dell’acquisto di intimo femminile usato; usato da chi, poi bisognerebbe appurare. Magari il povero pervertito crede di aver acquistato mutande di Josephine mentre invece erano di Giuseppino. Però lui non lo sa, quindi è felice e contento perché ignora.

Happosai non usava internet

Amenità a parte, accanto ai drogati di iperinformazione (“vai a vedere quel video su youtube, prima che lo tolgano! Informati! Condividi!”) esistono coloro che vivono al di sotto della soglia di cultura d’attualità. Conosco molte persone che ignorano cosa sia o da dove provenga l’ISIS e non sono interessate a saperlo, per dire. È vitale saperlo? In fondo bene o male qualcun altro penserà per loro.

Non è un’esagerazione parlare di delega al prossimo di temi di ampia portata. In alcune democrazie esiste un disinteresse fisiologico verso le attività di governo (quelle che non riguardano direttamente il cittadino, come interventi sulle tasse, sanità, istruzione e via dicendo): il cittadino ha fiducia nel lavoro dell’amministrazione.

Forse la parola giusta è proprio fiducia. L’ignoranza si basa su una fiducia (o una fede) sul fatto che vada tutto bene nel modo in cui sta andando.

In certi casi è un’ignoranza autoindotta: nel senso che si finge di non sapere, un po’ come quando in un luogo affollato o rumoroso inconsciamente tendiamo a isolare suoni e rumori che non ci interessano, allo stesso modo il cervello esclude alcune cose che non vogliamo vedere.

Penso alle dinamiche relazionali, a quante volte le persone si pongono nella condizione di non vedere alcune cose dell’andamento della coppia, confidando nel fatto che tutto stia procedendo bene. Un po’ come credere di aver comprato le mutande della donna dei propri sogni.

Ma quanto può reggere una simile ignoranza?

A scanso di equivoci, questo non è un post personale, quindi non ho comprato mutande online, non sto vivendo nell’ignoranza relazionale (…spero…) e dell’ISIS mi ritengo informato!…Però la storia che non so fare la lavatrice è vera.

31 Pensieri su &Idquo;Le vie del “s’ignora” sono infinite

  1. Comunque neanch’io so fare la lavatrice. Una volta ci ho provato ma ho montato l’oblò al contrario che si apriva verso l’interno.. arismonta tutto!!.. non se po’.. per risparmia’ du lire.. e dai…

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  2. “Beata ignoranza”. Ho iniziato a ripetermelo da alcuni anni, da quando, durante la gravidanza, cercavo su internet informazioni sui valori, sugli esami e mi trovavo davanti pagine su pagine relative a percentuali di rischio, possibili malattie e via dicendo. Così chiudevo le pagine stizzita, imprecando contro la mia inutile curiosità.
    Credo che a volte bisognerebbe accettare il fatto di non avere tutte le risposte.
    Sapere di più sull’ISIS ci impedirà di trovarci al posto sbagliato nel momento sbagliato? No di certo; semmai ci farà provare un tonfo al cuore tutte le volte che sentiamo pronunciare questa sigla.
    Giusto per parlare…. Che poi ho impostato tre home page su chrome: corriere, sole24ore e Altalex…. Me tapina!

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  3. L’overdose da informazione infatti a volte è deleteria. Nel caso della salute specialmente. Cioè magari da un raffreddore potresti convincerti che hai preso l’ebola, perché purtroppo c’è anche molto allarmismo da parte dei frequentatori della rete.

    Non è che si debba vivere coi paraocchi o con l’atteggiamento del “se per caso cadesse il mondo io mi sposto un po’ più in là” però è utile avere un atteggiamento di distacco.

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  4. Ma intendi Isis dagli occhi blu? Quella Isis? No, perché non so chi sia. Io vivo nell’ingnorANSA, ossia ignoro solo i fatti di cronaca. Più che altro è che qui i quotidiani sono scritti in olandese e non capisco le notizie. 😀
    Ciao Gin!

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  5. eh… su questo argomento non riesco a far battute e dire sciocchezze come al solito, ma forse perchè io penso profondamente che “noi” (inteso come popolo) tendiamo alla derespondabilizzazione, non a fidarci, ma a non voler sapere, per poi però recriminare.

    Vale per la vita politica, amministrativa ecc ecc e anche per la vita di tutti i giorni, coppia compresa perchè…. “così in grande così in piccolo”

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    • È un discorso complesso: infatti come dici tu prima non ce ne occupiamo poi ci lamentiamo. Posso dire che ogni popolo raccoglie ciò che semina? In fondo le cose non cadono dall’alto (oddio pare brutto dirlo in questi giorni) ma sono frutto di dinamiche visibili

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Si accettano miagolii

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